MC LUHAN FRECCERO REPLICA SUL CASO SASSOON-CASALEGGIO - “NON C’È COMPLOTTO, SOLO MARKETING VIRALE” - “CASALEGGIO HA BISOGNO DEL COMPLOTTO. TANTO LA TELEVISIONE È ACRITICA, TANTO INTERNET TROVA LA PROPRIA GIUSTIFICAZIONE NELLA NECESSITÀ DI CONTROINFORMAZIONE, NEL MANTENERE VIVA LA CRITICA, SVISCERARE IL COMPLOTTO, CONTRAPPORRE LA REALTÀ, UNA REALTÀ PARALLELA, OSCURA ED INQUIETANTE”…

Carlo Freccero per "Pubblico" -

Mi dispiace che Sassoon abbia capito il mio intervento come una denuncia di complottismo nei suoi confronti. Al contrario, io volevo mettere in luce l'uso strumentale che del complottismo fa Casaleggio, la sua aura di grande esperto che sta alle spalle di un movimento come quello di Grillo, che ha nella pratica, nella soluzione concreta di problemi reali, nella presenza sul territorio, nella linea dimessa da "amministratori di condominio" la sua immagine ufficiale.

Vorrei cominciare citando Casaleggio, nel suo articolo per il blog "Cado in piedi ": «Internet non si sta più affiancando ai cosiddetti mainstream, ai telegiornali e alle televisioni, ma li sta lentamente sostituendo. La rete è una conversazione tra persone che possono verificare le informazioni, che possono discutere tra loro, non è quindi un media broadcasting da uno a molti. Per questo sta trasformando completamente il modo di fare comunicazione ». In queste poche righe di Casaleggio c'è tutta l'ideologia che è alla base della rete ed in particolare del movimento di Beppe Grillo.

La rete non è un medium piramidale, ma un medium sostanzialmente democratico. La comunicazione non va dall'alto verso il basso, da uno a molti, ma si propaga «alla pari» da uno ad uno. Uno vale uno. Non c'è vertice, capo, condottiero. Il movimento è acefalo, il suo eroe Anonymous. Internet oggi e la televisione commerciale ieri hanno arginato spinte in direzione di una democrazia diretta che purtroppo finisce sempre nel populismo. È successo ieri con la televisione commerciale ed il berlusconismo, succede oggi con la rete di Grillo.

Il dibattito interno tra Grillo e Favia non denuncia tanto la mancanza di democrazia nel Movimento 5 Stelle, quanto l'impossibilità di costruire una democrazia nel Movimento. Non bastano la connessione e la rete. Prima di tutto apprendiamo che le idee a cui Grillo si è ispirato in questi anni non sono una libera emanazione dell'opinione della rete, ma derivano da scelte strategiche di comunicazione. Alle spalle di Grillo c'è un guru, che manipola l'opinione pubblica attraverso tecniche di marketing virale. Cosa significa marketing virale?

Significa che in rete, proprio come un virus si riproduce di passaggio in passaggio diventando epidemia, un'idea può diffondersi ed imporsi col semplice passaparola, secondo gli antichi meccanismi della catena di Sant'Antonio per cui se ognuno di noi raggiunge i suoi contatti e questi contatti i loro contatti, unmessaggio può espandersi sul net. Ma queste tecniche di marketing hanno bisogno anche di contenuti. Chiunque abbia un minimo di confidenza con la rete, sa che nella rete si fronteggiano due grandi miti (leggende metropolitane?) che impersonano rispettivamente il Bene e il Male.

Il Bene è la rete stessa, la connessione tra gli utenti che, essendo alla pari, genera di per se stessa conoscenza e comunicazione. Il risultato di tutto questo è una sorta di grande cervello comune, di intelligenza collettiva, per cui il sapere non è appannaggio di pochi, ma bene condiviso prodotto da tutti.

La rete è contro il copyright, i diritti d'autore, la proprietà privata, a favore del bene comune. Il Male è costituito invece da un oscuro complotto per cui una ristretta cerchia di privilegiati, aderenti al gruppo Bilderberg che si riunisce periodicamente per decidere le sorti del mondo. L'interesse di pochi soffoca le legittime aspirazioni di tutti.

E la forbice, la differenza tra chi è al potere e chi no, non fa che allargarsi. Entrambi questi miti ispirano il blog di Grillo. Ed entrambi sono enunciati in maniera esplicita nel cortometraggio di fantascienza Gaia con cui Casaleggio illustra la sua utopia politica-comunicativa. Ma c'è un risvolto inquietante. Quel gruppo Bilderberg che Casaleggio cita all'inizio del suo film è un gruppo di cui fanno parte soci e componenti della Casaleggio & associati. Come appunto Enrico Sassoon, esponente di primo piano.

Ho sempre pensato a queste cose come ad una bufala pazzesca.

Ma il fatto che la critica arrivi da persone molto contigue all'ambiente che viene demonizzato può suggerire parecchie ipotesi. Primo: il complotto è vero e va combattuto. Ma se va combattuto perché i suoi stessi critici vi partecipano? Secondo: il potere ha imparato a gestire l'opposizione. La protesta non deve più essere un fatto spontaneo, anarchico, incontrollabile. È il potere stesso che la organizza e la disciplina nelle forme a lui più congeniali. Terzo: Casaleggio è un esperto di penetrazione virale sul net e Internet ha bisogno del complotto.

Tanto la televisione è acritica, tanto Internet trova la propria giustificazione nella necessità di controinformazione, nel mantenere viva la critica, sviscerare il complotto, contrapporre la realtà, una realtà parallela, oscura ed inquietante. Il libro è stato la matrice del pensiero critico. La televisione è la matrice del conformismo. Internet è la matrice della teoria del sospetto e del complotto. Se vuoi penetrare in Internet devi cavalcare il sospetto. Insomma, Internet non è "vero " rispetto al "falso " che ci circonda. È piuttosto un medium con regole di funzionamento che andrebbero studiate e approfondite.

Un paese illuminista come la Francia ha da tempo imparato a vedere anche Internet, oltre alla televisione, alla luce di un pensiero critico. La verità, purtroppo, è che non esistono verità occulte, ma solo comunicazione. E la comunicazione ha regole proprie e propri funzionamenti, a seconda del medium a cui si riferisce. Se il medium è il messaggio, anche il medium Internet va studiato e compreso. Torniamo ora alla figura di Casaleggio. Casaleggio è cattivo?

È autoritario? Manipola il movimento? Io risponderei semplicemente che fa il suo mestiere e come esperto di comunicazione non può permettere istanze democratiche che compromettono il successo del suo lavoro. ( Anch'io, se mi toccano l'audience posso diventare una bestia). Il successo del Movimento premia le sue strategie. In pochi anni il blog di Grillo si è imposto come una realtà importante, non solo in Italia, ma anche nel mondo. Quindi possiamo dire che è un ottimo professionista.

 

 

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