salvini diciotti

DICIOTTI POLITICO – DOMANI SALVINI PRESENTA LA MEMORIA DIFENSIVA IN GIUNTA: “MIGRANTI SEQUESTRATI? I MINORI RIMASERO A PREGARE PER DUE ORE DOPO L’ORDINE DI SBARCO. È STATA UNA DECISIONE COLLEGIALE E C’ERA IL RISCHIO CHE A BORDO CI FOSSERO TERRORISTI” – CONTE HA VOLUTO SUPERVISIONARE PERSONALMENTE IL TESTO PER CONVINCERE I SENATORI GRILLINI A VOTARE NO ALL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE – VIDEO

 

 

1 – DICIOTTI, LA DIFESA DI SALVINI: «IL SEQUESTRO DEI MIGRANTI? SCESERO DUE ORE DOPO L’OK»

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

SALVINI MIGRANTI

Difende una «decisione collegiale» presa per la «sicurezza nazionale» e attacca il tribunale dei ministri di Catania perché «non ha tenuto in conto le nostre ricostruzioni». Ribadisce il pericolo «che a bordo della nave ci fossero terroristi» e nega di aver «messo a rischio la sicurezza delle persone».

 

Ma soprattutto sostiene che «i minori rimasero a pregare per due ore dopo l’ordine di sbarco». Sul caso Diciotti il ministro Matteo Salvini decide di andare all’attacco ribadendo la sua linea politica che associa l’arrivo dei migranti a un pericolo per l’Italia. Una tesi che il collegio di giudici ha già respinto sostenendo che non ci fosse alcuna prova.

 

salvini

Alla giunta per le autorizzazioni del Senato consegnerà una relazione scritta e rivista parola per parola con Giulia Bongiorno, l’avvocatessa che ha difeso politici di primo livello e adesso è la ministra della Pubblica amministrazione in quota Lega. Niente audizione «perché scripta manent», spiega il titolare del Viminale alla vigilia di una giornata che per lui può essere decisiva. «Parlerò davanti all’aula», anticipa.

 

Le infiltrazioni

Per tentare di dimostrare il «pericolo» Salvini cita un precedente che però non ha nulla a che fare con la nave militare che rimase nel porto di Catania tra il 20 ed il 25 agosto scorso con 177 stranieri a bordo. E dice: «Il rischio di infiltrazioni era emerso più volte, anche in occasione del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si era svolto pochi giorni prima in Calabria il 24 giugno 2018.

diciotti

 

Due tunisini sbarcati a Linosa erano risultati già espulsi dall’Italia nel 2015 per orientamenti filo-jihadisti». Sostiene che sono stati «i funzionari del Viminale a spiegarlo ai giudici, ma loro non ne hanno tenuto conto».

 

Il riferimento è al capo di gabinetto e alla responsabile del Dipartimento immigrazione che sono stati interrogati nel corso dell’istruttoria. In realtà nella relazione inviata in Parlamento dal Tribunale dei ministri è scritto: «Nessuno dei soggetti ascoltati da questo Tribunale ha riferito (come avvenuto invece per altri sbarchi) di informazioni sulla possibile presenza, tra i soggetti soccorsi, di «persone pericolose» per la sicurezza e l’ordine pubblico nazionale».

 

diciotti migranti

Due ore di preghiera

L’accusa di sequestro di persona viene contestata perché «alle ore 22.30 del 17 agosto 2018, Salvini bloccava la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave Diciotti ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23.49 del 20 agosto e fino alla tarda serata del 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco. Fatto aggravato all’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età».

 

matteo salvini con i migranti

La replica di Salvini si concentra proprio sulle procedure, sostenendo che «il 22 agosto, quando fu dato il via libera allo sbarco dei minori gli extracomunitari decisero di restare volontariamente a bordo per terminare un rito religioso per circa due ore, dalle 20.30 alle 22.30 e questo dimostra che non erano affatto stremati». Ma poi evidenzia come la maggior parte «ha rifiutato di entrare nelle strutture di accoglienza e si è trasferito in altre città, tanto che qualcuno è stato rintracciato a Roma tra gli occupanti del “Baobab”».

 

Scelta collegiale

nave diciotti

Su indicazione della Bongiorno, il ministro dell’Interno punta sul fatto che «la scelta politica è stata condivisa dall’intero governo», facendo evidentemente riferimento al titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli che ha sempre subito le scelte del Viminale, al vicepremier Luigi di Maio e allo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte che non è intervenuto se non dopo aver ottenuto dall’Ue la distribuzione degli stranieri.

 

E in questo modo sembra voler lanciare un messaggio ai 5 Stelle che sono divisi sulla possibilità di concedere il via libera all’autorizzazione a procedere nonostante lo stesso Salvini abbia chiesto in maniera netta un voto contrario e la Lega abbia parlato di «processo al governo».

 

La frecciata lanciata da Bongiorno è diretta: «Mi sento molto tranquilla. Le scelte fatte da Salvini non sono state fatte privatamente, ma da un governo che ha fatto della lotta all’immigrazione uno dei punti salienti della propria attività istituzionale».

 

2 – DICIOTTI, CONTE AIUTA SALVINI A LIMARE LA MEMORIA E CONVINCERE I GRILLINI AL NO

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

L a memoria che Matteo Salvini depositerà domani in giunta per le autorizzazioni a procedere è sul tavolo del premier Giuseppe Conte. «La vicenda della nave Diciotti è un' iniziativa condivisa - spiegano fonti di Palazzo Chigi - ed è logico che ci sia un coordinamento tra quanto sostiene il ministro dell' Interno e la nota che il governo intende presentare».

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 2

Non è stato ancora deciso. È probabile che la "difesa" del leader leghista sia accompagnata da una relazione dell' esecutivo con un evidente valore politico più che procedurale. Ma anche nel testo della memoria salviniana c' è il contributo dell' avvocato Conte che ha voluto supervisionare personalmente per convincere i senatori grillini a votare no alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania. E quindi no al processo per sequestro di persona sia in giunta sia nell' aula di Palazzo Madama. Una decisione che ancora non è stata presa per via dei tanti mal di pancia che affliggono il Movimento.

 

migranti a bordo della diciotti

La direzione dei vertici è però chiara: lo stretto coordinamento tra Viminale e Palazzo Chigi va in questa direzione. E lo confermano anche le parole del capogruppo dei senatori M5S Stefano Patuanelli. «Qui non è una questione di immunità parlamentare, qui si deve valutare se c' è stato un preminente interesse pubblico nazionale», afferma Patuanelli di fronte al malessere emerso ieri all' assemblea dei senatori grillini.

 

STEFANO PATUANELLI M5S

«È evidente - aggiunge Patuanelli - che è stata un' azione di governo ma bisogna valutare se è stata fatta nell' interesse pubblico nazionale o meno». Salvini dice di essere «tranquillissimo», non soffre di insonnia e continua a mangiare pane e nutella. Altrettanto tranquilla si mostra l' avvocato penalista e ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno che, come racconta lei stessa, ha dato «un contributo tecnico» alla stesura della memoria difensiva.

 

Sottolinea la «compattezza» del governo perché si è trattato di «una scelta non di un uomo isolato». Il leader della Lega si limiterà ad elencare fatti tecnici realizzati nell' ambito delle sue funzioni istituzionali, ma sarà chiaro il risvolto politico legato alle finalità scritte nel programma sottoscritto dai due alleati. Votare sì all' autorizzazione a procedere significherebbe di fatto sconfessare tutto il governo, considerare carta straccia il patto della maggioranza gialloverde.

 

laura boldrini a bordo della diciotti 1

La memoria che verrà consegnata domani al presidente della giunta Maurizio Gasparri è stata passata ai raggi X dall' avvocato Conte che ha apportato chiose e puntualizzazioni giuridiche per renderla inattaccabile e complementare alla nota di accompagnamento del governo. Poi però c' è un rischio tutto politico da evitare ovvero di far passare il messaggio che ci sia in atto uno scambio tra il no al processo e il no alla Tav.

 

SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

«Chi la pensa così andrebbe curato, perché pensare che si metta sul mercato, come in un suk, una grande opera necessaria al Paese e un processo, proprio non ha capito niente, né di me né del governo», dice il leader leghista. Andrà a parlare nell' aula del Senato «a testa alta»: «Ho difeso l' interesse del mio Paese e i confini e la sicurezza. Combattere gli scafisti e gli amici degli scafisti, i trafficanti di droga, armi e uomini era e rimane una mia priorità. Il Senato deciderà con coscienza e io rispetterò qualsiasi decisione venga presa».

 

Non solo la rispetterà, assicura, ma in ogni caso «il governo andrà avanti» perché ci sono tante cose da fare. Quando arriverà il momento Salvini interverrà in aula. Intanto in giunta porterà un testo scritto «perché scripta manent»: «Ci sono passaggi importanti che è bene che vengano letti, e non ascoltati, perché sulle parole scritte l' interpretazione è una sola. È giusto decidere dopo aver letto le carte e mi auguro che tutti i 300 senatori decidano dopo aver letto le carte», precisa il ministro che cerca in tutti i modi di non polemizzare con Di Battista. «Non rispondo agli insulti, costruisco, perché non mi pagano lo stipendio per disfare».

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