roberto cingolani trivella trivelle

MENTRE NOI CI FACCIAMO LE ECO-PIPPE, LA CROAZIA CI TRIVELLA SOTTO I PIEDI - I GIACIMENTI DI GAS CHE SI TROVANO NELL'ALTO ADRIATICO, PIÙ PRECISAMENTE NEL GOLFO DI VENEZIA, SONO SFRUTTATI DA ALMENO VENT'ANNI DAI NOSTRI DIRIMPETTAI, CHE ADESSO INVESTIRANNO 266 MILIONI DI EURO PER LA COSTRUZIONE DI ALTRE PIATTAFORME - NOI INVECE PENSIAMO SOLO ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA E PERDIAMO UNA GRANDE OPPORTUNITÀ ENERGETICA, ANCHE SE OGGI LE NUOVE TECNOLOGIE CONSENTIREBBERO DI MINIMIZZARE I RISCHI PER L'AMBIENTE...

Alessandra Benignetti per “il Giornale

 

IL RITORNO DELLE TRIVELLE CONTRO IL CARO BOLLETTE - LA NUOVA MAPPA DEL GOVERNO PER RADDOPPIARE IL GAS ITALIANO

Il meccanismo è banale e gli addetti ai lavori lo spiegano con la metafora della cannuccia. Più si succhia più il bicchiere si svuota. E nel caso dei giacimenti di gas che si trovano nell'Alto Adriatico, più precisamente nel Golfo di Venezia, a svuotare il bicchiere, da almeno vent'anni, è la Croazia.

 

La scorsa settimana il direttore operativo per la ricerca ed estrazione di Ina, la società petrolifera croata, Nikola Misetic, ha annunciato parlando alla tv pubblica di Zagabria, Hrt, che investirà circa 266 milioni di euro per la costruzione di nuove trivelle e piattaforme.

 

trivelle

L'obiettivo, ha spiegato il manager, è quello di «rafforzare la sicurezza energetica del Paese». Dal lato italiano, invece, nonostante le tensioni internazionali, con la Russia che continua a tagliare le forniture di gas dirette in Europa, è tutto fermo a causa di una serie di norme che bloccano qualsiasi tipo di attività estrattiva.

 

Dal 2002 le attività di ricerca nel sito che si trova nel tratto di mare al di sopra del parallelo che passa per la foce del ramo di Goro del Po sono vietate per il rischio di subsidenza, e cioè della possibilità che si verifichi un abbassamento del fondo marino proprio a causa delle estrazioni.

 

trivelle adriatico

A mettere dei paletti allo sfruttamento dei giacimenti dell'Alto Adriatico - quello che si trova ad oltre 9 miglia dalla costa tra il 45° parallelo e quello che passa per la foce del ramo di Goro del fiume Po ha un potenziale stimato in termini di riserve di gas di 12 miliardi di metri cubi - è anche il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) approvato dal ministero della Transizione Ecologica.

 

Oggi, però le nuove tecnologie consentirebbero di minimizzare questi rischi. Ed è per questo che in molti si stanno battendo per cambiare la normativa. Claudia Porchietto, deputata di Forza Italia, ha presentato un emendamento al Dl Aiuti che chiede di poter riutilizzare i giacimenti attualmente considerati come non idonei a causa dei rischi geologici «previa presentazione di analisi tecnico-scientifiche e programmi dettagliati di monitoraggio e verifica dell'assenza di effetti di subsidenza».

 

trivella

«Dagli anni '90 ad oggi le condizioni sono cambiate, la tecnologia è diventata molto più efficiente e poi la Croazia in questi anni ha continuato a trivellare ed estrarre e non ci sono stati effetti sul fondale», spiega al Giornale.

 

«Oltre al danno, quindi, c'è anche la beffa di vedere gli Stati confinanti che approfittano di giacimenti che si trovano davanti alle nostre coste». L'emendamento presentato dalla deputata azzurra è tra quelli «segnalati».

 

«Lo sforzo ora - prosegue - sarà quello di convincere quella parte politica che da sempre si oppone in modo ideologico allo sfruttamento delle nostre risorse». Il riferimento è anche alla moratoria voluta dai pentastellati durante il primo governo Conte che sospese per diciotto mesi a partire dal 2019 le trivellazioni offshore.

 

trivelle

«Fu una decisione miope figlia di un processo ideologico che oggi più che mai si scontra con la realtà dei fatti. Con lo scenario internazionale attuale non possiamo più permetterci di ragionare con la logica dei voti, ma dobbiamo usare il cervello incalza Porchietto - per fare l'interesse delle imprese e dei cittadini italiani».

 

Domani la questione del blocco delle estrazioni nell'Alto Adriatico sarà anche al centro di un'interrogazione del senatore di Fratelli d'Italia, Gaetano Nastri, vicepresidente della Commissione Ambiente, al ministro Roberto Cingolani durante il question time al Senato.

 

«È evidente che il gas è diventato uno strumento di guerra e, dinanzi a prezzi arrivati alle stelle che gravano sulle spalle di famiglie e imprese, chiederemo di fare chiarezza e di rimuovere tutte quelle barriere burocratiche e ideologiche che impediscono l'estrazione di gas naturale dai giacimenti di cui è ricca l'Italia», anticipa. «Così facendo conclude - potremo ridurre la dipendenza dalle importazioni e soprattutto il costo della bolletta energetica».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA