MILANO PIANGE LE VITTIME DI KABOBO - PISAPIA CONTESTATO: “VATTENE, I CLANDESTINI NON DEVONO ENTRARE”

Laura Asnaghi e Franco Vanni per "la Repubblica - Milano"

Tre distinte cerimonie per ricordare le vittime di Adam Kabobo, il ghanese che all'alba di sabato 12 maggio ha ucciso a colpi di piccone tre uomini nel quartiere di Niguarda. In una Milano con le bandiere a mezz'asta per il lutto cittadino, Daniele Carella, ucciso a 20 anni mentre consegnava giornali a domicilio, è stato ricordato nella parrocchia di Pentecoste a Quarto Oggiaro, dove viveva. Fra le centinaia di persone fuori dalla chiesa, anche un gruppetto di abitanti che «esasperati dalle violenze in città», hanno contestato il sindaco Giuliano Pisapia: «Sei il vero responsabile della mattanza», «Vergognati », «I clandestini non vanno fatti entrare in Italia», «Vattene a casa».

I contestatori sono stati isolati dagli amici di Daniele, che li hanno invitati a «rispettare il silenzio». Fabio Galesi, consigliere di Zona a Quarto Oggiaro, sostiene di avere individuato fra i contestatori «personaggi noti al quartiere e alle forze dell'ordine». Il sindaco ha risposto: «Abbiate rispetto per i morti».

«Perché proprio Daniele? Perché il silenzio di chi non ha chiamato subito i soccorsi? Perché nessuno si è accorto che quella persona era pericolosa?», ha chiesto nell'omelia il parroco in via Graf. Per l'ultimo saluto, gli amici hanno lasciato volare in aria palloncini e indossato una maglia con la foto di Carella e una scritta: «Mi spiace. Non mi hai ucciso».

Sulla bara del giovane, il rapper Emi Lo Zio ha lasciato una maglia dei Club Dogo, di cui Daniele era fan. Non si è presentato ai funerali il governatore Roberto Maroni, che ha affidato a Twitter il cordoglio: «Pietà per i nostri morti, galera a vita per l'assassino», ha scritto.

Anche la Curia milanese ha voluto inviare un messaggio di vicinanza ai familiari delle vittime: «Specialmente di fronte ad una espressione di male così ingiustificabile e atroce si rinnovi la domanda al Signore del dono di una più grande responsabilità - per i credenti e tutti i cittadini - nel continuare la costruzione di una vita buona a Milano», si legge nella lettera consegnata al parroco della chiesa di San Martino, a Niguarda, dove si sono svolte le esequie delle altre due vittime, il 40enne Alessandro Carolè e il 64enne Ermanno Masini.

Alle 11 del mattino, chiesa piena per l'ultimo saluto a Carolè, disoccupato con una passione per la musica. Don Angelo ha rivolto un invito: «Alessandro, aiutaci a vigilare perché il dolore non si trasformi in odio». Alla celebrazione del pomeriggio, in ricordo di Masini, don Fabio ha invocato preghiere per Kabobo: «Il povero diavolo che ha combinato tutto il pastrocchio - ha scandito il prete - lo ha fatto anche perché è stato lasciato solo».

Il passaggio è stato accolto dal brusio della chiesa. A riempire le navate, oltre ai parenti di Masini, decimo di dieci fratelli, anche gli anziani che accompagnava all'ospedale di Niguarda come volontario. Fuori dalla chiesa, la corona donata dal Presidente Giorgio Napolitano. E Laura Boldrini, presidente della Camera, su Twitter scrive: «Sono vicina alle famiglie delle vittime. Il responsabile va punito secondo legge, ma il dolore non si trasformi in odio».

 

 

PISAPIA AI FUNERALI DELLE VITTIME DI KABOBOPISAPIA E PODESTA AI FUNERALI DELLE VITTIME DI KABOBOKABOBO TIRAVA PIETRE CONTRO LA POLIZIA FOTO CORRIEREMADI KABOBO AGGRESSIONE A MILANO MADA KABOBO CON IL PICCONE MADA KABOBO

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