giuseppe conte beppe grillo

MOLLARE LA ZAVORRA CONTE PRIMA CHE CI AFFONDI TUTTI - NEI 5 STELLE MONTA IL SOSPETTO CHE “GIUSEPPI” VOGLIA ANDARE AL VOTO PERCHÉ NON HA ALTERNATIVE, MA I GRILLINI SANNO CHE SAREBBE LA TOMBA DEL MOVIMENTO – PERSINO BEPPE-MAO SE DEVE SCEGLIERE TRA IL PACCHETTO GIUSEPPI PIÙ URNE E L'OPZIONE NIENTE AVVOCATO DEL POPOLO E NIENTE CABINA ELETTORALE, METTE LA FIRMA SULLA CASELLA NUMERO DUE - E IL CORPACCIONE DEL PD SI È ROTTO IL CAZZO DI FARE LO ZOCCOLO DELLA VOLPE CON LA POCHETTE…

Mario Ajello per “Il Messaggero”

 

giuseppe conte esce dal quirinale

Tutti con Conte? Beh, sì, insomma, quasi, anzi no. Perché Conte sta diventando un problema pure per chi all'inizio della crisi proclamava con Giuseppi perinde ac cadaver e ora ha modificato lo spartito: morire per Conte? Anche no. Se le crisi sono crisi lampo, ci si entra e ci si esce sempre fedeli a una posizione. Se le crisi si incartano, ed è questo il caso, nessuno resta uguale a prima nel moltiplicarsi delle difficoltà e nell'aggravarsi delle incognite.

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

Quindi? Nei 5 Stelle monta il sospetto, davanti alla scarsezza dei numeri in Senato, che il premier a questo punto voglia andare al voto perché non ha alternative. Ma se immagini o accarezzi le elezioni, non c'è grillino che ti dica: ok, votiamo. Il voto è la tomba di M5S e la crescente antipatia grillina per Conte non è un fatto personale né politico ma proprio molto pratico e di sopravvivenza: se forse il voto conviene a te, non conviene a me. Quindi, ognuno per la sua strada.

 

OCCHIO AL FONDATORE Persino Beppe Grillo, che a Conte ci tiene assai, al voto non vuole andare mai e poi mai e se deve scegliere tra il pacchetto Giuseppi più urne e l'opzione niente Avvocato del popolo e niente cabina elettorale, mette la firma sulla casella numero due. Così lui e così i ministri grillini. Compreso Bonafede. Ma non è un fedelissimo del premier?

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

 

Certo. Ma il Guardasigilli è anche quello che mercoledì, anzi giovedì perché serve un giorno in più per trovare Responsabili o Costruttori, se viene impallinato è il primo che Conte sacrificherà in vista di un Conte Ter e dunque aspetta. Un po' s' affida e un po' diffida Bonafede e simboleggia perfino lui una fase d'incertezza e di liquidità in cui nessuno si sente blindato da nessuno e in cui nessuno è disposto a blindare qualcun altro. Ossia Conte. Perfino il presidente della Camera, Fico, sarebbe più che contiano - dicono i colleghi di partito - fichista. Due anni in più di legislatura ai vertici di Montecitorio valgono più di una difesa a spada tratta del premier, nel caso la strenua resistenza di Giuseppi dovesse diventare impraticabile.

 

conte zingaretti

I REALISTI Nel Pd, se l'asse Zingaretti-Orlando più Boccia e Provenzano sembra inscalfibile a difesa del premier, ma in politica di inscalfibile non c'è nulla. E tantomeno quel mondo o filo-renzista (occhio a Marcucci che non solo vuole imbarcare di nuovo Renzi a dispetto di Conte ma aggiunge: «Bisogna aprire in modo chiaro agli interlocutori di Forza Italia, non possiamo continuare a mercanteggiare voti») o popolato da realisti alla Franceschini e Guerini che sono sulla linea: «Dopo giovedì si cambia».

 

Ovvero: con Conte per qualche giorno ancora, ma se i numeri in Senato non si trovano sarà il premier a dover ascoltare a noi e non noi a lui. Per non dire di Bonaccini o di Gori, governatore e sindaco, influenti nel Pd perché più votati di tanti capi corrente o ministri, che la strategia del premier del niente pace con Renzi e semmai elezioni non la condividono affatto.

giuseppe conte dario franceschini

 

E a Zingaretti glielo stanno dicendo in tutti i modi. Idem figure importanti come Delrio e Nannicini, Verducci e Lotti. E via così. Nei 5 Stelle, Di Maio con Conte si vede spesso e si sente sempre. Lo sostiene e lo sta aiutando (insieme alla Taverna nello scouting in Senato). Ma nel movimento assicurano: D'Incà è uno di quelli che non morirebbe mai (Patuanelli alla fine idem e così anche la viceministra Castelli) per Giuseppi e, fuori dal governo, neppure Crimi. Per non dire di Buffagni e di tanti altri. Tutti convinti che Conte, per egoismo, per presunta convenienza (la Ghisleri dà il suo partito al 10 per cento), voglia andare al voto. Ma il «guai se ci prova» è l'unico punto fermo nel caos dei grillini, innamorati della propria presenza fissa nel Palazzo.

NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTEZINGARETTI - CONTE - DI MAIOzingaretti contefunerali willy conte zinga lamorgesegiuseppe conte dopo l incontro con mattarella Zinga di Maio Conte Renzi

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…