1. IL CAPOSTAZIONE MORETTI, NEL MIRINO DI MONTEZEMOLO E DELLA VALLE, HA UN CONTRATTO BLINDATO FINO AD AGOSTO 2016. ERGO, POTREBBE PERFINO DURARE PIU’ DI RENZI! 2. INUTILE CIANCIARE DI COLAO MERAVIGLIAO: SE VOLESSE TORNARE IN ITALIA DOVREBBE VERSARE UNA PENALE DI 30 MILIONI DI STERLINE A VODAFONE (CONTRATTO SCADE NEL 2015) 3. MONICA MONDARDINI PIACE A TUTTI PER LE POSTE DA PRIVATIZZARE (FORSE) 4. ALL’ENI SEMPRE IN POLE POSITION L’ANGLO-FIORENTINO SIMONELLI, CON SCARONI DATO PER SPACCIATO SULL’ALTARE DELLO SHALE GAS AMERICANO. MA IL GRAN CAPO DEL CANE A SEI ZAMPE IN SENATO NON CI STA: “NEI MIEI ANNI, GENERATA RICCHEZZA PER 22 MILIARDI” 5. DIFFICILE CHE SI SPOSTI DALLA RAI GUBITOSI, RENZIE NON VUOLE GUAI CON VIALE MAZZINI 6. CATTANEO (50 ANNI) NON HA L’ETÀ DELLA ROTTAMAZIONE MA I TROMBATI VANNO A TERNA? 7. CHE CI FACEVANO OGGI ATTOVAGLIATI A ROMA LUCA LOTTI E L’AD DI 3 VINCENZO NOVARI?

DAGONEWS

Rottamare Mauro Moretti, il gran capo delle Ferrrovie che la scorsa settimana ha osato sfidare Renzie sul taglio degli stipendi ai manager ("Me ne andrei via", ha detto a Bologna), non sarebbe assolutamente una passeggiata. Merito del governo di Lettanipote, che la scorsa estate gli ha rinnovato, abbassandolo, il contratto da amministratore delegato per altri tre anni.

Insomma, il Ferroviere capo siede su una poltrona blindata fino ad agosto del 2016 e adesso si capisce perché guarda con somma tranquillità alla prossima tornata di nomine pubbliche. Obiettivamente, con il risveglio incazzato del Banana, ha più possibilità lui di arrivare indenne al 2016 che il Rottam'attore.

Fare i conti delle nomine senza guardare agli impegni scritti e sottoscritti in gran segreto con le aziende dai vari manager si può rivelare un esercizio davvero astratto. Ad esempio, sulla poltrona più ambita di questa tornata, ovvero la guida dell'Eni, c'è un "piccolo" dettaglio monetario che rende impossibile pensare di mettere Vittorio Colao al posto di Paolo Scaroni.

Il manager bresciano si è impegnato a rimanere ai vertici di Vodafone almeno fino al 2015. Se volesse liberarsi prima, al pari di certe stelle dello sport, dovrebbe versare una penale monstre da 30 milioni di sterline.

Ciò non toglie che Eni è l'unico dossier che Renzie è già stato costretto a esaminare, visto che di politica energetica europea si è parlato tanto sia on David Cameron che con Barack Obama, La svolta americana dello shale gas, e la promessa italiana di ridurre la propria dipendenza dalle forniture di Putin, costerà assai probabilmente la poltrona a Paolo Scaroni, al di là di qualunque considerazione dell'azionista Tesoro sui numeri della sua gestione.

In pista per il ruolo di capo azienda, come dagoanticipato dieci giorni fa, c'è sempre il giovane fiorentino Lorenzo Simonelli, che guida la divisione energia di General Electric.

Oggi comunque Scaroni ha rivendicato orgogliosamente i propri risultati in Senato, affermando che le cifre parlano per lui: "Sono entrato in Eni con un patrimonio netto di 39 miliardi di euro e oggi sono 61; abbiamo generato ricchezza per 22 miliardi e pagato 36 miliardi di dividendi, di cui 12 allo Stato".

Per le altre società, a cominciare da Enel, Poste e Finmeccanica, l'unica indicazione che filtra dallo stesso giro renziano è che il premier alla fine guarderà essenzialmente alla data di nascita. Insomma, vuole esibire un'informata di quarantenni, magari con qualche donna, come ha fatto per la segreteria del Pd e per il governo stesso.

Sarà però complicato, specie in caso di privatizzazione, rinunciare a Massimo Sarmi in Poste. L'attuale ad potrebbe essere spostato alla presidenza, con Francesco Caio come capo operativo, sponsorizzato dal duo Andrea Zoppini-Giulio Napolitano e da Enrico Letta.

Difficile invece che si sposti dalla Rai Luigi Gubitosi, per il semplice fatto che al momento Renzie non ha alcuna intenzione di aprire alcun fronte a Viale Mazzini. E in Poste potrebbe arrivare anche Monica Mondardini, salutando l'Espresso e le traversie di una Cir alle prese con il bubbone Sorgenia.

All'Enel, Fulvio Conti è abbastanza certo di traslocare alla presidenza, con le deleghe operative che passerebbero o a Francesco Starace, ad di Enel Green Power, o a Luigi Ferraris, responsabile finanziario del gruppo e a sua volta presidente di Enel Green Power.

In Finmeccanica, dove Gianni De Gennaro dovrebbe restare presidente, Alessandro Pansa deve guardarsi dalle ambizioni di Domenico Arcuri, dalemiano doc.

Curiosa la situazione in Terna, dove Flavio Cattaneo (50 anni) non ha l'età per essere messo sul carrozzone dei rottamandi, ma dove il governo - e i partiti - potrebbero avere la tentazione di mettere un po' di trombati vari, nella convinzione che tanto la società di fatto si autogestisce.

Non è esattamente così, perché Terna capitalizza 8 miliardi in Borsa e oltre metà dei suoi profitti arriva da attività non regolamentate e da gare vinte in giro per il mondo. Bisognerà trovare un manager all'altezza e anche parecchio giovane, se si vuole dare la sensazione di "innovare".

PS - Che ci facevano oggi in Galleria Colonna-Alberto Sordi, attovagliati Luca Lotti e l'ad di 3 Vincenzo Novari? Ah sapelo...

 

Moretti insieme al premier Matteo Renzi fef c c c d fafe fb c b kYgG U bcC x LaStampa it 7 pap11 vittorio colaosilvio scaglia vittorio colaoPaolo Scaroni and Vladimir Putin April jpegMASSIMO SARMI Francesco Caio Andrea Zoppini al QuirinaleGIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE Francesco Starace ad Enel Green Power

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…