RIVOLUZIONE 5 PIPPE: PRODI SUL COLLE SUPREMO!

Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

Il nome gira già da qualche giorno. E a farlo non sono i parlamentari, ma Beppe Grillo in persona. L'ex comico ha gà una soluzione in tasca per il Quirinale. Di chi si tratta? Di Romano Prodi. «Ragazzi - ripete nelle ultime ore - se per il Colle arriviamo alla quarta votazione, bisogna riflettere!».

Un invito che ha destato sorpresa in molti. E quando il leader del M5S entra nello specifico lascia tutti di stucco. «Prodi - aveva già spiegato venerdì scorso nel summit "segreto" alle porte di Roma - non è D'Alema o Amato, è una persona con la quale si può ragionare. Vi invito a riflettere su questo punto, perché altrimenti alla fine rischiamo di trovarci
davvero quei due».

Il riferimento è al quarto scrutinio, quando si richiederà solo la maggioranza assoluta e non il quorum dei due terzi per eleggere il successore di Napolitano. Nella sala del casale alle porte di Roma il Fondatore non ha detto di più, ma tanto è bastato per alimentare un vivace dibattito interno. Così intenso che fatica a restare sottotraccia, soprattutto ora che la scelta del nuovo inquilino del Colle è a un passo. Non è la prima volta che il leader saggia il terreno. Provoca, lancia suggestioni, spiazza.

Il nome del Professore di Bologna, per dire, era stato evocato dal Fondatore un paio di settimane fa, in un post sul suo blog: Pd e Pdl vogliono al Colle «non un Pertini, ma neppure più modestamente un Prodi che cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche».

Non un'apertura, ma neanche una porta sbattuta in faccia all'ex commissario europeo. Anche perché in passato lo stesso Grillo e molti dei suoi eletti non hanno nascosto di apprezzare dei governi passati solo quelli presieduti dal Professore.

Davanti a suoi parlamentari Grillo si è però spinto oltre. Alla vigilia, tra l'altro, del referendum on line che chiamerà gli iscritti al movimento a selezionare già domani una rosa di dieci papabili per il Colle più alto. Martedì 16 aprile, poi, la top ten espressa dalla galassia grillina sarà sottoposta a nuovo sondaggio della Rete per incoronare il candidato da sostenere in Parlamento. Almeno per le prime tre votazioni. Dal quarto scrutinio, infatti, cambia tutto ed è a quel punto che i voti dei cinquestelle possono risultare determinanti. Magari per far prevalere Prodi.

Il risiko del Quirinale non lascia indifferenti deputati e senatori del movimento. Del nuovo Presidente, non è un mistero, discutono da tempo. Si confrontano soprattutto attraverso mailing list e forum privati. E la galleria di personalità pronte a scalare il Colle grazie alla spinta dei grillini si arricchisce ogni giorno di nuovi volti. E di suggestioni.

C'è Gino Strada, innanzitutto, sponsorizzato dall'ideologo del M5S Paolo Becchi. Va fortissimo anche Dario Fo, così stimato da poter contare anche su un pubblico elogio di Grillo: «È un premio Nobel una mente aperta, ha una lucidità fantastica». «Non ho le possibilità fisiche e psichiche», si è però tirato fuori l'intellettuale. Nella galassia grillina si guarda anche ai Presidenti emeriti della Consulta, Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida. E qualcuno, fra i fan del leader, ha anche pensato di lanciare la candidatura del direttore d'orchestra Claudio Abbado.

Se la società civile è il bacino preferito dal movimento, un discorso diverso va fatto per i politici di professione. Piace, ma potrebbe pagare la lunga militanza radicale Emma Bonino. Raccoglie consensi crescenti nell'ala libertaria dei grillini, ma difficilmente riuscirà a spuntarla.

Quanto a Prodi, non è solo l'attenzione dimostrata dal Fondatore a pesare, spingendo decine di parlamentari a valutare un clamoroso sostegno in caso di "spareggio" per il Colle. Conta anche la conoscenza tra il guru Gianroberto Casaleggio e il Professore, mediata da Angelo Rovati. E i due hanno avuto modo di incrociarsi anche di recente a Milano, durante una pausa dei lavori del World Business Forum.

La mossa di Grillo punta anche a evitare che si ripeta quanto già accaduto per l'elezione di Piero Grasso. Perché lacerarsi è facile, soprattutto se il voto è segreto e la posta in palio altissima. Il movimento, con il prezioso bottino di 162 voti a disposizione, potrebbe avere nuovamente in mano l'asso capace di decide l'esito del voto. Per questo, davanti ai suoi parlamentari, il leader non ha chiuso del tutto la porta a una soluzione che i più oltranzisti potrebbero inquadrare nell'ottica del "male minore".

 

BEPPE GRILLO E ROMANO PRODI BERSANI PRODI A MILANO GIANROBERTO CASALEGGIOAngelo Rovati e Romano ProdiEMMA BONINO Massimo Dalema

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...