giorgia meloni al sisi egitto

SULLA MORTE DI GIULIO REGENI, L’EGITTO FA SEMPRE MURO - NEL SUO BILATERALE CON AL SISI AL COP27 DI SHARM EL-SHEIKH, GIORGIA MELONI ACCENNA AL CASO DEL RICERCATORE ITALIANO (E ANCHE A QUELLO DI PATRICK ZAKI) E DAL CAIRO FANNO I VAGHI: “COOPERIAMO PER RAGGIUNGERE LA VERITÀ” - MA NON CI SONO DETTAGLI SU COME QUESTA “COOPERAZIONE” POSSA SVOLGERSI, VISTO CHE ANCHE L'ULTIMA ROGATORIA DEI MAGISTRATI ITALIANI PER POTER NOTIFICARE LA SENTENZA DI CONDANNA AI QUATTRO FUNZIONARI RESPONSABILI DELLE TORTURE DI REGENI È ANDATA A VUOTO…

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

AL SISI GIORGIA MELONI

La stretta di mano all'arrivo e poi più di un'ora seduti uno accanto all'altra. Egitto e Italia tornano a parlarsi e lo fanno nella maniera più ufficiale possibile, unendo la forma e la sostanza: un lungo colloquio per cercare di normalizzare una relazione compromessa a causa dell'omicidio del ricercatore friulano commesso da funzionari dello Stato, mai consegnati dalle autorità egiziane.

 

giulio regeni

Il debutto internazionale di Giorgia Meloni alla Cop27 di Sharm el-Sheikh è denso di incontri, culminati in un discorso sui cambiamenti climatici, ma è necessariamente segnato dal colloquio con Abdel Fattah al-Sisi, nel quale il generale ha chiesto di dare «nuovo impulso alle relazioni tra di noi». La presidente del Consiglio, sempre secondo la versione del Cairo, «ha affermato la volontà di rafforzare la cooperazione».

 

genitori di giulio regeni

Non è la prima volta che un premier parla con il generale egiziano dopo la morte di Regeni, (Giuseppe Conte era stato al Cairo nel gennaio 2020) ma, soprattutto agli occhi del governo egiziano, quella di ieri è stato il faccia a faccia più significativo. Dopo anni di gelo, ora si può tornare a incontrarsi senza ostacoli al dialogo. Meloni tiene a sottolineare di aver posto la questione dell'omicidio dello studente italiano e della detenzione di Patrick Zaki, l'Egitto, però, crede di aver ricevuto un segnale importate: il disgelo.

 

giulio regeni paola regeni

Per molte ore il bilaterale con Al Sisi è stato avvolto dal mistero e anche al termine le comunicazioni sono arrivate quasi esclusivamente da parte del governo egiziano. Palazzo Chigi, dopo la fine del bilaterale, si limita a una nota essenziale: «Durante l'incontro si è parlato di approvvigionamento energetico, fonti rinnovabili, crisi climatica e immigrazione».

 

Per poi aggiungere, «l'incontro ha dato occasione al presidente Meloni di sollevare il tema del rispetto dei diritti umani e di sottolineare la forte attenzione dell'Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki». In linguaggio diplomatico si tratta di un modo per sollevare il tema, esprimere un disagio. La premier evita ogni dichiarazione alla stampa, un silenzio prudente, forse imbarazzato, visto il tema molto delicato. L'incontro con i giornalisti salta, giustificato anche dal forte ritardo dei lavori della conferenza.

 

al sisi giorgia meloni antonio guterres

La risposta dell'Egitto non si spinge oltre a un impegno generico, «cooperiamo per raggiungere la verità e ottenere giustizia», spiega il portavoce del generale Al Sisi, Bassam Radi, pronto a diventare ambasciatore a Roma. Non ci sono dettagli su come questa «cooperazione» possa svolgersi, visto che anche l'ultima rogatoria dei magistrati italiani per poter notificare la sentenza di condanna ai quattro funzionari responsabili delle torture del ricercatore friulano è andata a vuoto. Dettagli arrivano, sempre nelle parole di Bassam Radi, sulla questione energetica, quando viene citata «la possibilità di prevedere la messa in atto di un collegamento elettrico con l'Italia».

 

manifestazione per giulio regeni

In patria scoppiano le polemiche. Il leader dei Verdi Angelo Bonelli attacca: «È indecente che Meloni si metta d'accordo con Al Sisi su migranti e i giacimenti di idrocarburi, dimenticando l'ignobile assassinio di Giulio Regeni». L'eurodeputata del Pd, Alessandra Moretti invita Meloni a «dimostrare il suo patriottismo con i fatti. Vogliamo pretenda la verità sui casi». «Al Sisi consegni i killer di Regeni», dice il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

 

PASSAPORTO DI GIULIO REGENI

Quello con il presidente egiziano non è l'unico bilaterale della giornata. Gli incontri più significativi sono con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, con il quale Meloni parla di gas e migranti, due temi che hanno diviso Italia e Germania nelle scorse settimane. La guerra in Ucraina è al centro invece dell'incontro Rishi Sunak, il nuovo premier britannico. Con il presidente israeliano Isaac Herzog la presidente del Consiglio rimarca la forte assonanza «sulla difesa dei valori comuni a partire dalla lotta all'antisemitismo», mentre al leader etiope Abiy Ahmed esprime la soddisfazione per il cessate fuoco con i separatisti del Tigray.

 

al sisi giorgia meloni antonio guterres

Meloni ha incontrato anche il Presidente della Repubblica popolare di Algeria, Abdelmadjid Tebboune. Il discorso della premier alla plenaria, slittato di quasi due ore, è centrato sui temi più specifici della Conferenza: «L'Italia ha aumentato il contributo dei propri finanziamenti alla lotta al cambiamento climatico, abbiamo triplicato il nostro impegno» su questo fronte con un investimento di «1,4 miliardi di dollari in 5 anni». Il messaggio che Meloni manda all'assemblea è che pur restando gli impegni europei sulla riduzione delle emissioni di gas serra, c'è anche un'altra urgenza: «Dobbiamo collaborare per ridurre i rischi della transizione». Il discorso finisce e Meloni corre con il suo staff all'aeroporto. A Roma si apre un altro fronte: quello della manovra.

giulio regeni

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…