MOSCA BIANCA: PUTIN CONQUISTA IL PALCO DEL G8, ALLA FACCIA DI CHI VOLEVA ISOLARLO

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Nemico giurato dei «ribelli cannibali», avversario dichiarato dei leader europei, irridente nei confronti di Barack Obama, nuotatore solitario nel lago del summit e infuriato con la sicurezza britannica per averlo fatto arrivare in ritardo: a svettare dentro e fuori l'enclave del G8 è Vladimir Putin, il capo del Cremlino che ha scelto di sfidare l'Occidente, nella politica come nei simboli, nel foro dove Mosca è l'ultima arrivata.

Lo scorso anno, quando il G8 si svolse a Camp David e il padrone di casa era Obama, Putin diede forfait, mandando al suo posto il dimissionario predecessore Dmitry Medvedev. I cremlinologi di Washington, dall'ambasciatore a Mosca Mike McFaul al veterano dei Balcani Strobe Talbott, si chiesero il motivo di quella defezione e la risposta arriva da Lough Erne dove Putin, facendo leva sulla crisi in Siria, punta a risollevare il prestigio della Russia vestendo i panni di una potenza in grado di mettere sulla difensiva ogni interlocutore.

Le avvisaglie si sono viste domenica a Downing Street, quando Vladimir ha rimproverato al premier David Cameron di «sostenere i ribelli che mangiano carne umana in spregio ai valori di democrazia di cui voi occidentali ci parlate da un secolo». Testimoni del colloqui assicurano che Cameron non si aspettava l'affondo ma quanto avvenuto poco dopo, fuori da Downing Street, deve averlo sorpreso ancor più.

Putin era appena arrivato nella residenza dell'ambasciatore russo quando la sicurezza del summit gli ha fatto sapere che l'esclusivo residence del G8 «non è pronto ad accoglierla questa sera» e dunque il volo in elicottero per Belfast sarebbe dovuto avvenire l'indomani. Putin è andato su tutte le furie, ha accusato il governo britannico di «inospitalità» e la sicurezza di «inefficienza».

E per dimostrare che davanti a simili imprevisti di cerimoniale la Russia è in grado di rilanciare ha ordinato - e ottenuto - dal suo ambasciatore di convocare una cena doc con i vip dei media e dell'economia britannica: dal direttore del «Financial Times» Lionel Barber al presidente della Borsa di Londra Chris Gibson-Smith. Direttori, analisti finanziari e accademici sono stati invitati all'ultima ora, arrivando puntuali a una serata nella quale Putin è stato, neanche a dirlo, grande mattatore. Ironizzando su Obama.

Quando lunedì mattina, finalmente, è potuto salire sull'elicottero militare britannico con destinazione l'Irlanda del Nord non ha perso tempo per far conoscere agli altri leader quanta energia aveva in corpo. Al premier giapponese ha fatto sapere di sostenere le rivendicazioni di Pechino sulle isole contese, al presidente francese ha risposto per le rime sulla Siria, rincarando la dose con il primo cittadino canadese e alla vigilia del faccia a faccia con Obama ha voluto testimonargli di avere più stoffa anche sul piano della rivalità più «macha»: quella fisica.

Se il presidente americano si era affrettato a prenotare per sé la palestra del resort, impedendo ad altri leader di usarla, Putin ha ribattuto col portavoce: «Non importa, andrà a nuotare nelle acque del largo Erne» ancora gelide. Ma per il rieletto capo del Cremlino è una maniera per trasmettere a Obama, sul piano personale, il messaggio politico che poi gli ha recapitato sulla Siria: la Russia è tornata e non si sente meno Grande di fronte a nessuno.

 

cameron e putin putin e la moglie VLADIMIR PUTIN E LYUDMILA VLADIMIR PUTIN E LYUDMILA VLADIMIR PUTIN E LA MOGLIE LIUDMILA

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