tirreno power vado ligure

COME SI MUOVONO I DE BENEDETTI BOYS – PER RISOLVERE I PROBLEMI DI TIRRENO POWER, FINITA NEL MIRINO DELLA MAGISTRATURA DI SAVONA, LOBBISTI E MANAGER DI CIR E SORGENIA SI DAVANO DA FARE TRA MINISTERO E REGIONE LIGURIA – E IL DIRETTORE DELLA CENTRALE CERCAVA L’AIUTO DELLA CHIESA

tirreno power centrale di vado ligure tirreno power centrale di vado ligure

Marco Preve per “la Repubblica

 

C’era chi si rivolgeva al viceministro, chi ai politici amici del Pd, e chi anche al clero. Il deposito degli atti relativi all’inchiesta sulla centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, racconta, secondo la procura di Savona, i tentativi dell’azienda di ottenere dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione procedure di favore per poter così scavalcare i provvedimenti di sequestro dei gruppi a carbone disposti dal gip su richiesta dei pm.

 

Nell’inchiesta sono indagati a vario titolo per disastro ambientale, omicidio colposo ed abuso d’ufficio, 87 persone: politici, tecnici, funzionari ministeriali, sindaci ed altri amministratori, e una quarantina di manager di Tp che all’epoca delle contestazioni rivestivano cariche anche in Sorgenia (società da cui a marzo è uscita la Cir della famiglia De Benedetti), azionista di riferimento di Energia Italiana che, insieme a Gdf-Gaz de France controlla la centrale.

tirreno power centrale di vado ligure tirreno power centrale di vado ligure

 

Il viceministro

Claudio De Vincenti (che non è indagato), oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio e fino a pochi mesi fa viceministro dello Sviluppo Economico ha frequenti contatti telefonici con Andrea Mangoni già ad di Sorgenia e consigliere di Tp.

Mangoni nel luglio 2014 al telefono alla sua segreteria annuncia una «mail di Claudio (De Vincenti, ndr) che è … spunti per velocizzare...».

 

Pochi giorni dopo De Vincenti parla con Mangoni della centrale: «Come siamo messi con Tirreno Power fammi capire?». E Mangoni «eh male…». I due fissano un appuntamento per parlare. Che non va benissimo visto che ai primi di agosto Mangoni confida ad un interlocutore: «Abbiamo avuto uno scazzo... una discussione come dire… molto virile».

MATTEO RENZI CLAUDIO DE VINCENTIMATTEO RENZI CLAUDIO DE VINCENTI

 

Ma il giorno stesso manda a De Vincenti un sms conciliante: «Abbiamo bisogno di regole certe, se puoi fai uscire il provvedimento quanto prima. Ps: prova a riposarti». La risposta arriva a settembre. De Vincenti scrive: «Scusa il ritardo… confido nella tua amicizia… so che stanno emanando l’Aia. Sentiamoci».

 

Pochi giorni dopo Mangoni parla con un altro indagato, Francesco Dini, all’epoca direttore generale della Cir e oggi nei cda di Gruppo Espresso ed Ansa per informarlo che «De Vincenti ha fissato una riunione col ministero della Salute e il ministero dell’Ambiente che c’è questo studio dell’Istituto Superiore di Sanità che diciamo… fortemente critico verso le perizie (della procura, ndr ) e le invalida… e a quel punto il Ministero dell’Ambiente ne tenga conto».

CLAUDIO DE VINCENTICLAUDIO DE VINCENTI

 

Una perizia che secondo la procura di Savona verrà “ripudiata” dagli stessi firmatari che ascoltati come testi spiegano di non aver potuto visionare tutta la consulenza della procura.

 

Nel maggio del 2014 un pranzo al ristorante tra Mangoni, il direttore generale della centrale Massimiliano Salvi e lo stesso De Vincenti, per gli inquirenti potrebbe nascondere «un’attività corruttiva». La procura vorrebbe monitorare con delle “cimici” il colloquio ma il gip non ritiene vi siano sufficienti elementi a sostegno di un’accusa di corruzione e nega l’autorizzazione ad installare le microspie nel ristorante.

 

Quanto a Dini compare in un’altra intercettazione in cui spiega ad un dirigente di Tp che «ho finito adesso di parlare con Clini (Corrado ex ministro dell’Ambiente poi tornato al ministero come dirigente, ndr ) e si era già mossa con lui la Guidi (ministro dello sviluppo economico, ndr ) per chiedergli un consiglio… hanno una riunione lunedì. Lui è assolutamente d’accordo che la soluzione migliore sia quella che abbiamo proposto noi». Era il 22 maggio del 2014 e pochi giorni dopo Clini finiva agli arresti domiciliari per peculato.

MARTINA HAUSER E CORRADO CLINI MARTINA HAUSER E CORRADO CLINI

 

Il sostegno del pd

La procura evidenzia anche il nome di Rossana Revello, contitolare di un agenzia di pubbliche relazioni «in relazione ai contatti che la stessa ha con il direttore generale di Tp Giovanni Gosio, e poi anche con il successore Massimiliano Salvi. I contatti sono volti alla facilitazione degli incontri tra azienda e istituzioni soprattutto a livello locale con il presidente della Regione Claudio Burlando, con l’assessore all’ambiente Renzo Guccinelli (entrambi Pd, ndr )… capacità di relazione determinate dalla conoscenza confidenziale con il deputato del Pd Anna Giacobbe… al fine di agevolare l’azienda nell’ottenimento delle autorizzazioni necessarie».

 

La curia

de benedetti e francesco dini DSC_0256de benedetti e francesco dini DSC_0256

Ma c’è anche chi cerca sostegno nel clero. La moglie di Pasquale D’elia ex capo della centrale racconta ad un’amica suora di aver chiesto un appuntamento (che otterrà) per suo marito con il vescovo di Savona Vittorio Lupi: «È un’idea nata su due piedi, abbiamo un’amica che conosce bene la segretaria del vescovo, Pasquale ci vuole andare a titolo personale… per affrontare questa battaglia lavorativa da buon cristiano».

francesco dini FDfrancesco dini FD

 

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