1- COLPIRNE UNO PER EDUCARNE CENTO? NUOVE LEVE DEL VECCHIO PARTITO ARMATO? “COMUNISMO LIGURE”? SALTO DI QUALITÀ DELL’INSURREZIONALISMO ANARCHICO? PISTA COMMERCIALE LEGATA ALLE OPERAZIONI IN ROMANIA (REATTORI) DELL’ANSALDO NUCLEARE? 2- E QUELLA PISTOLA DELL’EST, CON LA STELLA A CINQUE PUNTE, VUOL DIRE QUALCOSA? PROBLEMI INTERNI, SINDACALI? SCAMBIO DI PERSONA? MAGARI MOTIVI PRIVATI? IN MANCANZA DI UNA RIVENDICAZIONE CHE CRISTALLIZZI LA MATRICE DELL’ATTENTATO, A GENOVA SI INDAGA NEL BUIO PIU’ FITTO SUL DIRIGENTE GAMBIZZATO ROBERTO ADINOLFI

Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per il Giornale

Nuove leve del vecchio partito armato. Salto di qualità dell'insurrezionalismo anarchico. Pista commerciale legata alle operazioni nell'Est dell'Ansaldo Nucleare. Problemi interni, sindacali. Scambio di persona. Motivi privati. In mancanza di una rivendicazione che cristallizzi la matrice dell'attentato di Genova, con modalità che evocano gli anni di piombo ed altre che portano a escluderlo, l'Antiterrorismo mette in ordine di possibilità le piste seguite.

LA STELLA SULL'ARMA
Il filone del terrorismo viene preferito per la tecnica dell'agguato di un gruppo di fuoco che al di là dei due centauri armati si pensa numeroso (esecutori, fiancheggiatori, basisti). Un'azione che presuppone pedinamenti e appostamenti, una «inchiesta» prolungata svolta alla vecchia maniera (il progetto risale «almeno» quattro mesi fa visto che la moto utilizzata è stata rubata a febbraio).

Sulla pistola, una Tokarev 7.62 in uso all'Armata Rossa sovietica, le opinioni divergono: c'è chi esalta il suo alto valore simbolico (sul calcio della pistola c'è una stella a cinque punte) e chi ricorda invece come l'arma sia stata usata più dalla criminalità comune (ne trovarono una addosso solo al piellino Marco «Pedro» Pedrazzini nel 1981).

Anche sull'esecuzione in via Montello ci si divide: il killer dopo aver percorso una quarantina di metri, ha raggiunto la sua vittima, si è inginocchiato e ha fatto fuoco. Mirava alle gambe, voleva ferire, non uccidere. L'azione spettacolare, finalizzata a sondare una risposta positiva fra le cellule silenti e potenziali nuovi adepti, ci sta allo stesso modo della «gambizzazione», simbolo di un rinascita delle br dalle sue origini.

Non ci sta, invece, il particolare della genuflessione, che non ha precedenti. E men che meno ci sta che la rivendicazione non sia stata ancora recapitata per firmare l'operazione (anche se, di rivendicazioni tardive, in passato ne sono arrivate). Eppoi sui killer: hanno sparato così perché inesperti o troppo esperti? Per dare un segnale all'ambiente (si riparte da zero, alla «vecchia maniera»)? Perché ancora la contrapposizione con lo Stato non è sostenibile?

SIMBOLI E «RACCORDI»
A proposito di simboli. L'Ansaldo, nei tempi bui, era l'obiettivo principale della colonna genovese, poi smantellata in via Fracchia. Iniziarono da lì, nei primi anni settanta, e da lì oggi sembrerebbero aver voluto ricominciare in una nuova, disperata, ricerca di consensi sfruttando non a caso le tensioni sociali e soprattutto la contingenza elettorale, con le pistolettate esplose a urne ancora aperte.

E se l'Antiterrorismo si concentra su una decina di vecchi «raccordi» locali delle bierre (due dei quali particolarmente eccitati per un convegno del marzo 2011 all'università dell'ex br Enrico Fenzi, poi annullato) sottolineando il boom di messaggi inneggianti alla stella a cinque punti (l'ultimo sull'autostrada Genova-Nervi), arriva la conferma di segnali poco rassicuranti sul fronte eversivo.

«PER IL COMUNISMO» LIGURE
Fra i tanti l'ultimo è arrivato sei mesi fa con i commenti captati «in ambienti eversivi sensibili» alla sentenza di primo grado al gruppo «Per il comunismo - Brigate Rosse» e le condanne, fra gli altri, di Massimo Porcile (7 anni e 6 mesi) e Gianfranco Zoja (8 anni e 6 mesi), entrambi residenti in Liguria. A loro si è arrivati seguendo il romano Luigi Fallico, segnalato dalla Digos tra i nominativi di quanti potevano tentare di riaggregare «forze rivoluzionarie».

Le intercettazioni evidenziano 16 telefonate «tutte effettuate con monete da cabine pubbliche ubicate in Liguria e, in particolare, a Genova, a Sori e a Recco (...) Zoja è «noto per la sua pregressa militanza nella colonna genovese delle Br, e indagato per l'attentato alla base Nato di Aviano». E sempre in ambientale, a proposito di «attività proprie di un'associazione eversiva» spunta la voce di Massimo Porcile, «residente in Sussisa, frazione di Recco, già noto» alla Digos genovese «per pregressi contatti con Zoja».

IL SALTO DEGLI ANARCHICI
In questa fibrillazione para-eversiva spicca il fronte insurrezionalista camuffato sotto più sigle riconducibili alla Fai (Federazione anarchica informale) che nella loro ultima risoluzione rilancia l'«azione distruttiva quale elemento indispensabile e imprescindibile» che può andare «dal lancio di molotov all'assassinio, senza alcuna gerarchia di importanza».

Un salto di qualità degli anarchici che mai, prima d'ora, s'erano distinti per un'azione diretta? Dai pacchi bomba a Equitalia e caserme (nel 2005 ai carabinieri di Montebello e Voltri) si è passati a una strategia diversificata fino allo spontaneismo armato? Possibile. Almeno una quindicina di siti web antagonisti e anarchici fanno il tifo per «alzare il tiro» a prescindere contro le sedi di Fimeccanica (Ansaldo fa parte del gruppo) o contro la sacrosanta intitolazione di una via al missino Ugo Venturini ucciso a Genova nel 1970.

Si indaga però ovunque, in ogni direzione, esclusa quella «privata», ha tenuto a precisare il ministro Cancellieri. Si scava segretamente in azienda per eventuali dissapori sindacali, e lungo la via commerciale che da Genova porta in Romania dove Adinolfi avrebbe contribuito, con Ansaldo, a piazzare nuovi reattori. La pistola dell'Est vuol dire qualcosa?

 

 

ROBERTO ADINOLFIDUE IMMAGINI DI CARLO CASTELLANO DIRETTORE PIANIFICAZIONE DELLANSALDO A SINISTRA IL NOVEMBRE VIENE FERITO A GAMBE E ADDOME DALLE BR A DESTRA UNA FOTO RECENTE GIUGNO IL PROCURATORE FRANCESCO COCO VIENE UCCISO CON TRE COLPI DI PISTOLA DALLE BR ROBERTO ADINOLFI NEL E STATO NOMINATO DIRETTORE GENERALE DI ANSALDO NUCLEARE APRILE LINGEGNERE GIUSEPPE BONZANI DIRETTORE DELLO STABILIMENTO ANSALDO DI GENOVA VIENE FERITO DA ALCUNI COLPI DI PISTOLA GENNAIO GUIDO ROSSA DELEGATO SINDACALE ITALSIDER VIENE UCCISO DALLE BRIGATE ROSSE A GENOVA LUGLIO LINGEGNERE SERGIO PRANDI VICECAPOREPARTO ALLANSALDO NUCLEARE VIENE COLPITO ALLE GAMBE DALLE BR

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA