INTRIGO CAPITALE – RICCARDO PACIFICI SPIFFERA: “L’ANNO SCORSO, PRIMA DI MAFIA CAPITALE, AUTOREVOLI ESPONENTI DEL PD MI SONDARONO PER IL POSTO DI SINDACO” – L’EX PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA FA IL SALTO IN EUROPA

Paolo Conti per il “Corriere della Sera

DAVID PARENZO E RICCARDO PACIFICI DAVID PARENZO E RICCARDO PACIFICI

 

Oggi la Comunità ebraica romana conoscerà i risultati delle elezioni per i nuovi vertici, i primi senza Riccardo Pacifici, in Consiglio da 22 anni e presidente dal 2008. Ma l’ex presidente continuerà, con un nuovo incarico, nel suo ruolo di interprete dell’ebraismo romano: «È un compito che premia la capacità della comunità di governarsi in piena sicurezza. Per espresso desiderio di Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress , monitorerò le condizioni di protezione delle comunità ebraiche europee e vigilerò su tutti i fenomeni di antisemitismo, in stretto coordinamento sia con il World Jewish Congress che con le autorità di Israele. Incontrerò capi di Stato e di governo, prenderò contatto con le forze dell’ordine e i servizi dei diversi Paesi.

 

C’è il pericolo rappresentato dall’Isis, dal dilagare dell’ideologia del Califfato. E non è un caso che questo incarico venga incardinato a Roma, accanto al Vaticano, alla sede del papato, punto strategico per il dialogo, per l’accoglienza e per la solidarietà». 

riccardo pacificiriccardo pacifici


Per Pacifici è tempo di bilanci («non avrei potuto fare nulla senza il sostegno di mia moglie e dei miei quattro figli, dai 9 ai 17 anni, hanno sopportato le mie lontananze e i vincoli legati alla sicurezza»). Se gli chiedono quale Comunità ebraica lasci dopo il suo impegno, risponde così: «Più consapevole, unita, osservante, orgogliosa della propria identità. Nel 1997 le sinagoghe romane erano 7-8, oggi sono 18. C’era un solo ristorante kosher, oggi i locali di questo tipo sono 35, il 91% dei bambini ebrei si iscrive alla scuola elementare ebraica. Nei protocolli delle cerimonie ufficiali la comunità era quasi ignorata, oggi è impensabile che un nostro rappresentante manchi in qualsiasi appuntamento significativo, in un posto d’onore». 

riccardo pacifici con mogliericcardo pacifici con moglie


Romani e italiani, ebrei e non, «scoprirono» Pacifici col processo al criminale nazista Erich Priebke quando, nella notte del 1 agosto 1997 dopo la contestata assoluzione del Tribunale militare, impedì — con la mobilitazione che aveva organizzato — la partenza del pianificatore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine per l’Argentina: «Telefonammo al rabbino Elio Toaff che ci disse semplicemente di non muoverci di lì. Capimmo. Fu la scelta giusta». Da allora i quindicimila ebrei romani hanno avuto in Pacifici un rappresentante presentissimo, combattivo e anche discusso. 


Molti gli rimproverano il carattere duro, spesso anche aggressivo. Lui sorride: «E lo rivendico. Sono diretto, guardo negli occhi, non ho mai parlato alle spalle. Così ho fatto con D’Alema o con Berlusconi, indifferentemente». E non tutti considerano positivo lo «sdoganamento», ai tempi, di Massimo Fini e dell’ex sindaco Gianni Alemanno: «Invece rifarei tutto.

 

Sia Fini che Alemanno ci hanno chiesto aiuto per capire fino in fondo i fatti storici, le atrocità, le responsabilità del fascismo. Ai tempi era pienamente d’accordo anche Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ex militante del Pci.

 

gianni letta riccardo di segni riccardo pacificigianni letta riccardo di segni riccardo pacifici

Infatti sia Fini che Alemanno hanno condannato apertamente le scelte del fascismo, ne hanno preso le distanze, hanno visitato Auschwitz e compreso la vastità della Shoah. È stata un’operazione essenziale per un’importante settore della politica italiana di quegli anni, abituata a relegare ogni responsabilità nell’ambito del nazismo». 


In quanto alla Roma di oggi? «Ho difeso e continuo a difendere Ignazio Marino. L’anno scorso, prima del caso Mafia Capitale, autorevoli esponenti del Pd mi sondarono per un’eventuale successione. Sorridendo dissi che avrei accettato solo se il mio compenso fosse stato di un euro, tengo troppo alla mia libertà di vivere col lavoro di rappresentante di commercio. Ma escludo che il problema sia all’ordine del giorno...». 

Riccardo Pacifici Gianni Alemanno e Naor Gilon Riccardo Pacifici Gianni Alemanno e Naor Gilon RICCARDO PACIFICI E GIANFRANCO FINI - Copyright PizziRICCARDO PACIFICI E GIANFRANCO FINI - Copyright Pizzi

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...