PAPI SILVIO IN GALERA? – CON UNA CONDANNA AL PROCESSO “RUBY TER”, QUELLO PER AVER PAGATO I TESTIMONI, BERLUSCONI FINIREBBE IN CARCERE O AI DOMICILIARI – LA COLPA È DELLA FEDINA PENALE SPORCA, MALGRADO L’ETÀ AVANZATA
Paolo Colonnello per “la Stampa”
BERLUSCONI PER RACCONTARE IN TV IL CASO RUBY
Un po' vittima di apparenti ricatti («Dirò tutto come sta, ho le prove, non si può essere così bastardi...»: Marystelle Polanco in una lettera a Ghedini), un po' succube delle sue stesse «liberalità», arrivate alla ragguardevole cifra di una decina di milioni di euro tra denaro e beni immobili distribuiti tra le signorine della sua corte di Arcore («Si ricorderà, le dissi, di non dare banconote da 500 euro a Ruby perché era pericoloso..»: lettera di Luca Risso al Cavaliere), Silvio Berlusconi si appresta ad affrontare il processo dei paradossi: il «Ruby ter», ovvero l' inchiesta che lo vede indagato per corruzione in atti giudiziari, da ieri formalmente chiusa con una richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio.
L'accusa, come si sa, ipotizza che l' ex premier pagò con contanti e appartamenti le ragazze chiamate a testimoniare ai suoi processi affinché negassero le serate a sfondo sessuale di gialla San Martino. Il paradosso sta nel fatto che per la vicenda principale - ovvero i rapporti sessuali con la prostituta minorenne Ruby e la sua successiva «liberazione» dalla Questura di Milano, per impedire che si venisse a conoscenza delle «cene eleganti» di Arcore - Berlusconi è stato assolto con formula pena.
Mentre qui rischia una condanna che potrebbe reggere fino in Cassazione portandolo poi direttamente in carcere o agli arresti domiciliari, avendo il Cavaliere già accumulato una pena definitiva a 4 anni (di cui 3 condonati) per frode fiscale e una prescrizione per un identico reato di corruzione in atti giudiziari per il caso Mills.
Per i magistrati infatti, la circostanza dell' assoluzione dai fatti non elide la possibile corruzione dei testimoni durante i processi che si svolsero in primo e secondo grado sia nei confronti di Berlusconi che in quelli di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti.
Non a caso nella richiesta di rinvio a giudizio, arrivata dopo l' archiviazione dei legali storici del Cav, ovvero Niccolò Ghedini e Piero Longo, figurano oltre una ventina di ragazze abitué dei bunga bunga oltre al presidente di Medusa Carlo Rossella, allo chansonnier Mariano Apicella, all' avvocato che si occupò della «gestione» di Ruby, Luca Giuliante, all' onorevole Maria Rosaria Rossi e a Ruby stessa, per la prima volta non più candidata a parte lesa ma vera e propria indagata per «le panzanate» raccontate nei processi.
Salvo poi dimostrare di aver ricevuto concretamente milioni di euro per acquistare immobili in Messico e condurre una vita principesca in Italia insieme all' ex compagno Luca Risso.
Seguono un po' di ragazze ormai note per la loro spregiudicatezza: da Barbara Faggioli alle sorelle De Vivo, da Ioana Visian, forse minorenne all' epoca dei fatti, a Raissa Skorkina, ex fidanzata di Bossi junior. in tutto, 31 persone. Ora toccherà al giudice dell' udienza preliminare valutare la fondatezza delle accuse avanzate dalla procura e disporre eventualmente il rinvio a giudizio. Parti lese saranno il Ministero di Grazia e Giustizia e le già parti civili Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil.
RAISSA SKORKINA barbara guerra alessandra sorcinelliCARLO ROSSELLA CON UNA SCARPA HOGAN ALL'ORECCHIO