1- PASSERA NON PIÙ SOLITARIO! PER LA LUNGA CORSA VERSO LA CONQUISTA DI PALAZZO CHIGI CORRADINO HA SCELTO COME SUO “CONSIGLIERE” E “TESTIMONIAL” ROBERTO SAVIANO 2- TRA I DUE, UNA SALDA AMICIZIA. UN ANNO E MEZZO FA L’EPISODIO DELLE CORNACCHIE MORTE DISSEMINATE SUL LUNGOMARE DI SABAUDIA, DOVE SAVIANO ERA OSPITE DI PASSERA 3- LE PREVISIONI DELLA GRANDE BANCA D’AFFARI CITIGROUP SUI PROSSIMI SCENARI ITALIANI: MONTI METTE NELL’ANGOLO IL BANANA COL BEAUTY CONTEST SULLE FREQUENZE E COSÌ RIUSCIRA’ A EVITARE ELEZIONI NEL 2012, DOPODICHE’ VIA A MANETTA SULLE VERE RIFORME, IN CULO A LOBBY E PARLAMENTO, IN ACCELERATA FINO AL 2013, POI VA AL QUIRINALE, E A PALAZZO CHIGI ARRIVA PASSERA, ALLA GUIDA DI “NUOVE FORZE POLITICHE” MENTRE PD, PDL E LEGA VERRANNO SPAZZATE VIA CONSIDERATE IMPRESENTABILI 4- CIO’ CHE LA POLITICA POLITICANTE NON E’ RIUSCITA A FARE IN 17 ANNI LO FARA’ LO SPREAD PERCHE’ “IL DEBITO PUBBLICO E’ IL MIGLIOR AMICO DI MONTI, NON NAPOLITANO”

1- "IL DEBITO PUBBLICO è IL MIGLIORE AMICO DI MONTI" - SECONDO LE PREVISIONI DELLA BANCA CITIGROUP
Michele Masneri per "Il Foglio"

Il presidente del Consiglio, Mario Monti, porterà forse all'implosione della Seconda Repubblica e alla nascita della Terza (meglio, "Italy 3.0"), ma non sarà lui a guidarla. Non è l'opinione di un notista politico molto introdotto, bensì di due analisti di una delle principali banche al mondo, Citigroup. Il rapporto si chiama "Talking about italian politics. Some rays of light in a complicated country": è forse uno dei migliori pezzi giornalistici su quanto c'è da attendersi dalla politica italiana nei prossimi mesi. Se la stampa ormai scrive soprattutto di economia e di spread, non è paradossale che le banche inizino a oc- cuparsi (in maniera sofisticata) di politica.

Secondo i due autori del report, Mauro Baragiola e Tina M. Fordham, per Monti la partita si gioca tutta di qui ad aprile. E' questa la "deadline", scrivono, per poter indire elezioni anticipate nel 2012. Fin dal 1948 infatti le elezioni italiane si svolgono nel periodo marzo-giugno, non oltre, per- ché se si sciogliessero le Camere a giugno e si andasse a elezioni in luglio si finirebbe per far campagna elettorale in agosto, un nonsense.

Così come poco probabile sembra l'idea di convocare elezioni in novembre-dicembre. Dunque, fondamentale tirare fino ad aprile. Da quel momento in poi, Monti sarà blindato e potrà accelerare su quelle riforme che "finora sono sembrate un po' troppo timide". E Citigroup scommette che alla fine la boa sarà superata. Un po' perché nonostante le resistenze delle lobby che stanno combattendo contro le liberalizzazioni, e la tentazione di alcuni partiti di far saltare il banco e sfruttare il porcellum ("pig law" nel report della banca), due elementi blindano il premier.

Primo, l'unico che potrebbe davvero staccare la famosa spina a Monti è sempre e so- lo Silvio Berlusconi. Ma, scrivono gli analisti, Monti "si è coperto da questo rischio" - e qui è interessante l'utilizzo del lessico finanziario, Citigroup parla di "hedging", cioè la riduzione del profilo di rischio - congelando fino ad aprile l'asta per le frequenze televisive, cosa che sta molto a cuore a Mediaset.

Il Cav. dovrebbe quindi scegliere se rientrare nell'agone elettorale (col rischio "di perdere senza la Lega e provocando un'impennata degli spread") oppure continuare a fare il supporter di Monti negoziando sulle frequenze. Secondo elemento a favore del premier, il debito pubblico: ci sono 150 miliardi di bond da piazzare di qui ad aprile, e se le aste andassero deserte non rimarrebbe altro che l'ipotesi Fondo monetario internazionale, con conseguente scenario greco; "c'è qualche deputato italiano che si prende questa responsabilità?".

Superato lo scoglio delle elezioni anticipate, viene il bello. Senza più questa spada di Damocle sulla testa, Monti potrebbe lanciarsi in un processo di riforme dello stato molto più incisivo di quello fatto finora, portando al collasso della Seconda Repubblica e alla nascita della Terza. Perché se i partiti - come è assai probabile - non accetteranno significativi cambiamenti (numero dei parlamentari, enti locali, burocrazie), Monti potrebbe andare avanti da solo, questa volta in assetto da combattimento, contro lobby, corporazioni e lo stesso Parlamento riluttante.

Un'operazione che certamente intercetterebbe il consenso degli italiani, cui spetterebbe poi l'ultima parola nel seggio elettorale. E a quel punto gli stessi partiti che avranno osteggiato, chi più chi meno, la politica montiana di riforme, saranno diventati impresentabili. Nel 2013, "Pdl, Pd e Lega potrebbero essere dimissionati, un'occasione che capita una volta nella vita", scrive Citigroup.

La Seconda Repubblica potrebbe finire, e ne vedremmo sorgere una Terza, nella quale gli analisti ritengono che il posto di Monti ormai salvatore della patria non sarebbe a Palazzo Chigi, bensì al Quirinale. Mentre si intravedono "nell'attuale Consiglio dei ministri potenziali candidati a guidare le nuove forze politiche che emergeranno".

Naturalmente, specificano Baragiola e Fordham, questo è lo scenario più ottimistico per l'Italia: potrebbe avvenire il peggio (vittoria delle lobby, dimissioni del premier, elezioni anticipate). Ma non scordiamoci che di qui al 2013 i titoli da piazzare sono 370 miliardi: "Monti ha un migliore amico". E non è il presidente Napolitano. "E' il debito pubblico italiano".

2- CORRADO PASSERA PER LA CORSA A PALAZZO CHIGI HA SCELTO COME SUO "CONSIGLIERE" ROBERTO SAVIANO
Carlo Tarallo per Dagospia


Passera non più solitario: punta a Palazzo Chigi, e questo i navigati l'hanno già capito. Ma quello che nessuno ha svelato, è il nome dell'uomo scelto come "consigliere" dal ministro in via di Sviluppo nella sua scalata a capo del governo: Roberto Saviano.

Tra Corradino e l'autore di "Gomorra" i contatti, in questi giorni, sarebbero frequenti: si telefonano, si scambiano messaggi, si tengono aggiornati. Un'amicizia che è datata almeno 2010. Saviano, ospite a Sabaudia nella villa di Claudio Toti affittata da Corrado Passera, fu bersaglio di un avvertimento macabro. Venti carcasse di cornacchie, disseminate sul lungomare, furono ritrovate da agenti della Forestale. Un rebus per le forze dell'ordine, finché si scoprì che il Gomorroico svacanzava per qualche giorno nella villa del banchiere.

Un legame strategico, raccontano alcuni bene informati: Passera, uomo delle banche, certamente non gode di grandi simpatie a sinistra, e per sfondare avrebbe scelto come suo "uomo immagine" lo scrittore. Il quale, altro segnale importante, continua a fare spola tra Italia e Stati Uniti: ci sarebbe in arrivo per lui un incarico in una prestigiosa università.

Da Casal di Principe agli Usa, dunque, con la prospettiva di diventare l'uomo immagine del "candidato Passera" a capo di una coalizione che vedrebbe insieme parte del Partito Democratico, Udc e i probabili transfughi del Pdl, che si staccherebbero dal Patonza e da Umberto Bossi. E Silvio? Sa tutto, ovviamente, ma chi teme il progetto Passera sono piuttosto Bersani, Vendola, Di Pietro, la sinistra radicale.

E Monti? Sempre più infastidito dall'attivismo di Passera, che fu cooptato nel governo dopo lunghe discussioni al fine di avere l'appoggio del PDL di Berlusconi-Letta, punterebbe al Quirinale; dovrebbe però vedersela con un altro professore, Romano Prodi, che sogna di poter annoiare tutti gli italiani ogni fine anno a reti unificate.

 

montiSILVIO BERLUSCONI SCATENATO RACCONTA UNA CONQUISTA GIANFRANCO FINI PIERFERDINANDO CASINI ROBERTO SAVIANOCorrado Passera BERLUSCONI E BOSSImario monti e romano prodi

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…