MAI DIRE RAI! IL PD MANDA L’AVVISO DI SFRATTO ALLA POLTRONISSIMA TODINI: DALLA RENZIANA BONACCORSI AL BERSANIANO MISIANI, DALLA PRODIANA ZAMPA AL GIOVANE TURCO VERDUCCI, TUTTI UNITI CONTRO IL DOPPIO STIPENDIO RAI-POSTE!
1- RAI. PARLAMENTARI PD: INOPPORTUNO DOPPIO INCARICO TODINI
(DIRE) - "La scelta di Luisa Todini di mantenere doppio incarico e doppio stipendio alle Poste e alla Rai appare inopportuna. Il nuovo corso avviato dal governo nelle aziende pubbliche mal si concilia con la moltiplicazione delle poltrone". E' quanto dichiarano i senatori del Pd Camilla Fabbri, Francesco Verducci e i deputati Lorenza Bonaccorsi, Gero Grassi, Antonio Misiani, Nicodemo Oliverio e Sandra Zampa.
"Siamo sicuri che la consigliera Todini- spiegano- possa effettuare una riflessione ulteriore, anche alla luce delle sue dichiarazioni subito dopo la nomina a presidente delle Poste, con le quali aveva messo in luce la difficolta' di fare bene troppe cose insieme. Tra l'altro sorprende che l'incarico di presidente delle Poste, un colosso da oltre 140mila dipendenti, sia sminuito come una sorta di funzione onorifica, cosi' come risulta quantomeno sospetto il ragionamento secondo cui il ruolo in Rai e' strategico e delicato, ma in caso di scelta Todini opterebbe per Poste, dove la remunerazione e' maggiore".
"E' singolare, inoltre- aggiungono i parlamentari- che la Todini si definisca un 'bravo soldato' pronto a rispondere agli ordini che riceve. Le personalita' indicate nei Cda devono portare le proprie competenze al servizio dell'interesse pubblico e non essere a disposizione di non meglio precisati generali, magari per tutelare 'equilibri'".
2 - TODINI ASSENTEISTA ALL'EUROPARLAMENTO
Nei palazzi romani l'intervista-autogol di Luisa Todini pluri-poltronata tiene banco da stamattina, in particolare per la sua propensione all'assenteismo che mal si concilierebbe con i vari incarichi che cumula. Se a Viale Mazzini in molti ricordano che la sua partecipazione alle riunioni del Cda spesso avviene via in teleconferenza, in Transatlantico c'è chi ha sottolinea che neanche al'europarlamento brillava per presenzialismo.
Qualche peone ben informato ha tirato fuori pure le cifre: nella legislatura 1994-1999, su 202 giornate di seduta plenaria tra Bruxelles e Strasburgo, l'allora europarlamentare di Forza Italia sarebbe stata presente solo a 112, poco più del 50%. Non proprio una percentuale invidiabile.
3 - RAI: USIGRAI,RENZI PARLI DI SPRECHI VERI E PROGETTI CONCRETI
(ANSA) - "Il presidente del Consiglio dice che la Rai ha 'numeri stravaganti'. A noi non piace fare sterili polemiche, quindi ci limitiamo a fornire alcuni dati. Poi saranno i cittadini a valutare". Cosi' l'Usigrai replica al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "La Rai ha 13mila dipendenti. La Bbc 21mila. Il Servizio pubblico francese 14mila. Quello tedesco 24mila - prosegue l'Usigrai -. Eppure la Rai ha il piu' alto numero di ore di programmazione prodotte internamente.
La Rai ha 21 sedi regionali e 24 redazioni (tenuto conto delle redazioni autonome per le minoranze linguistiche). Con 700 giornalisti. France3 ha 24 sedi e oltre 1600 giornalisti. La Bbc ha 2 canali televisivi locali, una rete di circa 50 stazioni radiofoniche e 3mila giornalisti sul territorio". "La Rai ha uno share del 40%. La Bbc del 32,7%. Il Servizio Pubblico francese del 31,6%. Quello tedesco del 27,6% - si legge ancora nella nota -. Il canone Rai costa 113,5 euro. In Francia 131 euro.
In Germania 215. In Inghilterra l'equivalente di 173 euro. Per una corretta valutazione dei numeri rispetto ai competitor nazionali, invece, ricordiamo che a differenza degli altri la Rai: ha un intero comparto radiofonico, ha una presenza capillare sul territorio, e ha mantenuto all'interno buona parte della produzione che gli altri invece hanno esternalizzato".
"A proposito di 'numeri stravaganti': l'evasione del canone in Italia e' del 27% (oltre 500 milioni di euro l'anno) - conclude il sindacato -. In Inghilterra il 5%. In Francia 1%. In Germania il 5%. Inoltre lo Stato e' debitore nei confronti della Rai di oltre 2 miliardi di euro (dal 2005 ad oggi): ogni anno, infatti, versa 300 milioni di euro in meno rispetto ai costi che la Rai sostiene per svolgere gli obblighi di Servizio Pubblico. Quando finalmente si vorra' parlare di veri sprechi e progetti concreti di riforma, l'Usigrai e' pronta da tempo".
4 - RAI: GIACOMELLI, ECCO I NUMERI, USIGRAI LI RICORDI TUTTI
(ANSA) - "Sono certo che i colleghi dell'Usigrai siano molto piu' professionali nel loro lavoro quotidiano che nei comunicati sindacali. Ricordare, per fare un esempio, che nei maggiori paesi europei il canone e' piu' basso che in Italia senza dire che la britannica Bbc e la spagnola Tve vivono senza pubblicita' e che France Te'le'visions e le tedesche Ard e Zdf non hanno spot nelle ore di massimo ascolto e' un po' "stravagante".
Cosi' il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, replica all'Usigrai. "Non vedo, poi - afferma il sottosegretario -, come sia contestabile il dato che Rai da sola abbia molti piu' dipendenti di Mediaset, Sky e La7 tutte insieme. E' vero che la Rai ha 13 mila dipendenti contro i 21mila della Bbc, ma la tv britannica ha un giro d'affari piu' che doppio rispetto alla tv pubblica italiana. In generale sconsiglierei all'Usigrai un confronto con la Bbc''.
"Quanto alle sedi regionali, conosco la delicatezza e l'importanza del tema - prosegue Giacomelli -: affrontarlo solo in termini di numeri porta fuori strada. Non credo, ad esempio, che le succursali di Sassari (1.100 metri quadrati per 5 giornalisti e 3 tecnici) o Catania (dove sono previsti oltre 2 milioni di euro per ristrutturare i 1.000 metri quadrati di sede) siano pensate "per le minoranze linguistiche".
"Sono contento - sostiene ancora - che si segnali l'evasione intollerabile del canone: e' un problema che noi abbiamo trovato e che non intendiamo riconsegnare intatto a chi verra' dopo. Al contrario abbiamo l'ambizione di essere il governo che mette mano a una riforma profonda".
"Ripeto a Usigrai quanto ho gia' detto: il governo vuole riformare l'azienda e ridare al servizio pubblico la centralita' perduta - conclude Giacomelli -. Non c'e' nessun intento punitivo; pensiamo anzi che serva un piano ambizioso e innovativo che affronti in termini editoriali e industriali la necessita' del cambiamento. Se si parte da questo punto e dal lavoro gia' iniziato dai vertici Rai ci si puo' confrontare positivamente. Se, invece, Usigrai intende solo difendere l'esistente e' libera di farlo, ma sposa una linea difficilmente sostenibile, contraria all'interesse stesso dell'azienda e del servizio pubblico".
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