FIGLI DI TROIKA - PER SALVARE LA GRECIA, TSIPRAS E’ COSTRETTO A “COMMISSARIARE” VAROUFAKIS, ODIATO DAGLI EUROBUROCRATI - MA L’ALA PIÙ RADICALE DI “SYRIZA” POTREBBE METTERSI DI TRAVERSO BLOCCANDO OGNI INTESA
1 - MENO POTERI A VAROUFAKIS: TSIPRAS PAGA LA CAMBIALE ALLA MERKEL:
Ettore Livini per “la Repubblica”
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Alexis Tsipras “commissaria” Yanis Varoufakis per accelerare i negoziati con l’ex Troika. Il premier ellenico ha ridisegnato ieri il team di negoziatori di Atene con Bce, Ue e Fmi, relegando a un ruolo più marginale il vulcanico ministro delle Finanze, pesantemente contestato dagli omologhi europei all’ultimo Eurogruppo di Riga. «Confermiamo a Varoufakis la nostra fiducia», ha garantito un portavoce di Syriza annunciando la sua nomina a responsabile della nuova squadra.
Più che di una promozione, però, si tratta di una rimozione. Il presidente del Consiglio ha affidato a Euclid Tsakalotos, fedelissimo viceministro degli esteri, il ruolo di coordinatore operativo e politico, sfilando a Varoufakis il volante. Di più: Nikos Theokarakis, braccio destro del ministro delle finanze, è stato sostituito come capofila degli incontri con il Brussels Group da un uomo dell’entourage di Yannis Dragasakis, vicepremier e coordinatore economico del governo, molto apprezzato dai creditori, uscito come il vero vincitore di questo scontro.
Il segnale del rimpasto è chiaro: Tsipras, aperta una linea diretta con Angela Merkel, ha messo sul piatto la testa del più “combattivo” dei suoi uomini per provare ad accelerare verso un’intesa in grado di sbloccare l’ultima tranche di aiuti necessaria ad Atene per evitare il default. «La linea continua a dettarla il partito», minimizzano fonti di Syriza.
Possibile. I mercati però sono convinti che il passo indietro avvicini un accordo e hanno festeggiato: la Borsa di Atene ha guadagnato il 4 per cento (+9 per cento le banche) mentre il rendimento dei triennali è sceso di tre punti al 24 per cento. «Varoufakis è un freno per le trattative – ha detto Dora Bakoyanni in una delle rare uscite pubbliche dell’opposizione di Nea Demokratia –. Il minimo che dovrebbe fare è dimettersi».
Il nuovo team negoziale ellenico non ha avuto nemmeno il tempo di fare rodaggio. Ieri c’è stato il primo appuntamento in teleconferenza con il Brussels group. Domani ci sarà un incontro ufficiale tra le parti. E nelle prossime ore raccoglierà in un’unica legge da presentare in Parlamento le proposte di riforme già messe sul tavolo.
Tsipras, con un altro gesto di buona volontà nei confronti dei creditori, ha costituito una task force di tecnici per aiutare gli uomini di Bce, Ue e Fmi in missione ad Atene, un’altra delle iniziative chieste dall’ex-Troika. «C’è spazio per un accordo, non esistono piani B», ha detto il ministro all’economia italiano Pier Carlo Padoan, negando che Varoufakis sia stato «insultato» a Riga.
VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS
Si vedrà nelle prossime ore se Tsipras, pagando questa cambiale, sarà davvero riuscito a sbloccare l’impasse. La Grecia di Syriza intanto non molla la presa contro le presunte tangenti pagate da aziende tedesche nel paese a inizio millennio. Sette manager della Daimler sarebbero stati indagati ieri con l’accusa di aver pagato 2 milioni di euro di mazzette per vendere veicoli militare all’esercito ellenico.
2 - L’ACCORDO ORA E’ PIU? VICINO MA I DURI DI SYRIZA PREPARANO LA RESA DEI CONTI COL PREMIER
Ettore Livini per “la Repubblica”
Alexis Tsipras ha deciso. Bisogna stringere per un accordo con i creditori. E il rimpasto del team di negoziatori con l’ex Troika è il primo segno che Syriza ha deciso di rinunciare a qualcuna delle sue “linee rosse”, i punti del programma su cui non sembrava disposta a fare marcia indietro.
Il ridimensionamento di Yanis Varoufakis — che in patria godeva ancora di una popolarità ben superiore al 50% — è il primo ramoscello d’ulivo teso ai creditori. Non sarà l’ultimo. Lo ha spiegato Yannis Dragasakis, vice-ministro e nuovo uomo forte del team economico di Atene: “Non escludo che saremo costretti ad adottare misure che non avremmo voluto prendere”, ha confessato in un’intervista. Ribadendo che per la Grecia “è necessario arrivare a un accordo entro i primi giorni di maggio” per non finire con le spalle al muro per la drammatica crisi di liquidità.
YANNIS DRAGASAKIS E VAROUFAKIS
La partita — lo sa anche Tsipras — non sarà facile. Ogni passo in direzione di Ue, Bce e Fmi è anche un passo che lo allontana dal Piattaforma di sinistra, l’ala più radicale di Syriza. Una trentina di parlamentari i cui voti saranno necessari per dare il via libera a qualsiasi intesa.
Finora la minoranza interna ha tenuto i toni bassi, confrontandosi con il premier a porte chiuse e limitandosi a ribadire il suo “no” secco ai temi a lei più cari: privatizzazioni, pensioni e lavoro. Il redde rationem con i creditori potrebbe però surriscaldare il confronto. Un aperitivo c’è stato già quando Panagiotis Lafazanis, ministro dell’energia e leader dei radicali, ha contestato la decisione di Tsipras di confiscare la liquidità degli enti locali. Schermaglie finite in nulla, ma che il presidente del consiglio non sottovaluta visto che a febbraio – per evitare sorprese in Parlamento – ha evitato di far votare il primo accordo con la Ue.
Le prossime settimane saranno decisive e Tsipras sa che in ballo c’è il suo futuro politico. Syriza è ancora in testa nei sondaggi con 14 punti di vantaggio sul centrodestra di Nd. Ma il dato è in calo e la luna di miele post-elettorale sta esaurendo la sua forza propulsiva. La strada del compromesso sembra essere quella preferita dal paese: il 72% dei greci vuole rimanere nell’euro, il 51% sostiene (dati Alco) che va trovata in ogni caso un’intesa con i creditori mentre il 44,2% crede che — in assenza di sostegno parlamentare — il premier dovrebbe puntare a un governo di unità nazionale piuttosto che andare alle urne.
Si vedrà fino a che punto Tsipras è disposto a spingersi per tenere Atene nella moneta unica. I candidati a un governo “europeista” di coalizione — come sognano a Bruxelles — in teoria ci sono. To Potami è pronto a partecipare con i suoi 17 deputati. Lo stesso vale per i 13 del Pasok. Difficile però che il presidente del Consiglio si imbarchi in un’avventura così lontana dalle promesse elettorali. Più probabile che usi fino all’ultimo carisma e doti negoziali per tenere uniti i suoi. E il nuovo capo-negoziatore Euclid Tsakalotos, veterano di Syriza che conosce benissimo i quadri del partito, è molto più indicato del professor Varoufakis per far digerire a tutti il bagno di realismo cui si dovrà (forse) dire di sì.