BOCCHINO E POMICINO, DIO LI FA E POI LI ACCOPPA - POCHI SANNO CHE LA COPPIA PUÒ DIRSI D’ACCIAIO GRAZIE A VINCENZO MARIA GRECO, INTIMO DI ENTRAMBI, IMPRENDITORE ACCHIAPPA-APPALTI DA SEMPRE, GIÀ “TESORIERE” DI ’O MINISTRO AI TEMPI DELLE VACCHE GRASSE DEL DOPO-SISMA IRPINO - UN SODALIZIO A TRE “CEMENTATO” DA UNA FITTA RAGNATELA DI SOCIETA’, DI PERSONE FIDATE E/O DI FAMIGLIA, DI INTERESSI CHE SPAZIANO DAL SETTORE COMMERCIALE ALL’EDITORIA, DALL’EDILIZIA AI PORTI TURISTICI - IL ROS: "SCATOLE CINESI" DIETRO MOLTI BUSINESS…

INCHIESTA SU BOCCHINO-POMICINO DA "LA VOCE DELLE VOCI":
http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=382

Gian Marco Chiocci per "Il Giornale"

Due al prezzo di un amico in comune. Di qua il redivivo Paolo Cirino Pomicino, neo presidente della «Tangenziale di Napoli Spa» beneficiata da un bel po' di finanziamenti pubblici. Di là il signor Italo Bocchino, uno che trama dal 2010 con l'Udc di Casini, via Pomicino, come testimoniò l'alleanza per le amministrative a Caserta. Pochi sanno che la coppia può dirsi d'acciaio grazie a Vincenzo Maria Greco, intimo di entrambi, imprenditore acchiappa-appalti da sempre, già «tesoriere» di 'o ministro ai tempi delle vacche grasse del dopo-sisma irpino.

Un sodalizio a tre «cementato» da una fitta ragnatela di rapporti societari, di persone fidate e/o di famiglia, di interessi che spaziano dal settore commerciale all'editoria, dall'edilizia ai porti turistici.

Il fiore all'occhiello di questa partnership è la società «Impresa spa», vincitrice di appalti in mezzo mondo e specializzata nella costruzione di porti e autostrade. Il presidente è Raffaele Raiola, mentre l'ad è Domenico Chieffo, commercialista napoletano, uno dei «referenti abituali» di Greco, scrivono i carabinieri del Ros, nonché socio del Roma, il quotidiano di casa Bocchino fino a poco tempo fa.

Alla compagine azionaria di questo gigante, secondo la precisa ricostruzione effettuata dal periodico campano La Voce delle Voci, attraverso un risiko di scatole cinesi partecipano due figli di Vincenzo Maria Greco, uno dei quali poi contrattualizzato in Mediapress, società satellite del Roma, messa in liquidazione il 21 marzo scorso.

L'«Impresa» data per vicinissima al maresciallo di Fini, viaggia veloce. Ha assorbito il ramo costruzioni del colosso «Btp» del tandem Fusi-Bartolomei, emerso nelle indagini fiorentine sulla «Cricca» dove, peraltro, gli inquirenti si erano dilungati in un'informativa anche sull'onnipresente Vincenzo Maria Greco (mai indagato).

Nell'azionariato di «Impresa», scavando scavando, spunta la «Liguria Costruzioni» che ha sede in via Carducci 10 a Roma quartier generale di tutte le sigle made in Greco-Bocchino. In questa società convivono il Raiola di cui sopra e una srl, la «Malu 1», creata in via Carducci, partecipata dai soliti figli di Greco.

Ma, se c'è un inizio in questa liason a tre, bisogna risalire alla «Retail Group», fondata da Giancarlo Buontempo, cognato di Bocchino, vicino a Pomicino, a cui partecipano - attraverso un fitto reticolo societario - ancora i fratelli Greco, di cui uno già in forza all'Indipendente già edito da Bocchino e diretto da Antonio Galdo (ex direttore del vecchio periodico pomiciniano Itinerario) e poi passato per E-polis finito nell'orbita del deputato Fli.

Il quarto potere è e resta, infatti, il grande amore della premiata ditta Pomicino-Greco-Bocchino, con sigle varie e intrecci curiosi: «Investimenti editoriali srl», «Valori editoriali Srl», «Edizioni del Roma». Un ruolo di primo piano sembra rivestirlo il commercialista Francesco Ruscigno, che giust'appunto compare anche nell'organico dell'«Edizioni Roma».

Compaesano di Bocchino, supervisore - secondo la Voce delle Voci - anche della «Goodtime» di Gabriella Buontempo (ex signora Bocchino) Ruscigno nel maggio 2010 è stato il destinatario di una interrogazione dei senatori Pd Agostino e Zanda per l'incetta di incarichi giudiziari in «circa 40 aziende dissestate in varie parti del Paese» che qualcuno attribuisce alla vicinanza con il falco finiano.

Di Ruscigno si è occupato l'informatissimo sito Dagospia a proposito dei «conti dell'hotel Vesuvio di Napoli» di Bocchino e della Carfagna in campagna elettorale che potrebbero essere stati pagati «dallo stesso commercialista assunto al ministero delle Pari Opportunità, che poi è anche il commercialista di Italo».

Per tornare a Greco sembra proprio che l'uomo-ombra del duo Bocchino-Pomicino di approdi sicuri abbia gran dimestichezza, non foss'altro per l'ultimo business di casa: la gestione dei porti turistici. Dove si rincorrono i nomi dell'amico del cuore Roberto Marconi e di reticoli societari come «Italia Navigando», «Mare2», «Sviluppo Italia» e «Marinedi spa», nel cui collegio sindacale siede il commercialista partenopeo Alessandro Fiorentino, collega di studio di altri «referenti abituali» di Greco, tra i quali uno rintracciato nel board delle Edizioni del Roma, il giornale un tempo eterodiretto da Italo.

 

Italo Bocchino PAOLO CIRINO POMICINO pml12 raffaele raiola cristiana galdoANTONIO GALDO mara carfagna italo bocchino corriere

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…