1- IN UNA LETTERA A CORRADINO PASSERA, LA LEGHISTA MANUELA DAL LAGO, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SVILUPPO E ATTIVITÀ PRODUTTIVE DELLA CAMERA, SI DUOLE DELLA LATITANZA PARLAMENTARE DEL SUPERMINISTRO ASSORBITO DA “TROPPI IMPEGNI” 2- BENE, SIAMO ANDATI ALLORA A SCURIOSARE SUI FATALI ‘’IMPEGNI’’. IERI, GIOVEDÌ, IL SUPER MINISTRO SI È PRESENTATO ALLE 10 DEL MATTINO ALLA STAZIONE OSTIENSE, DOVE PARTONO I TRENINI FIGHETTI DI MONTEZEMOLO, PER IL VERNISSAGE DI EATALY, IL MEGASTORE DEDICATO AL MAGNA-MAGNA. FINITA LA VISITA, PASSEROTTO SI E’ ATTOVAGLIATO A CASA DI MOROELLO E SIGIERI DIAZ DELLA VITTORIA, EX PROPRIETARI DEL SUO APPARTAMENTO ROMANO, CHE L’HANNO ATTOVAGLIATO CON UNA VENTINA DI IMPRENDITORI 3- UN'ATTIVITÀ FEBBRILE DI PUBBLICHE RELAZIONI CHE HA TROVATO IL SUO CLIMAX LUNEDÌ SCORSO IN CASA MONTEZEMOLO. CENA IN PIEDI PER VENTI CON TUTTA LA LOBBY CONTINUA

1- DAGOREPORT
Il ponentino romano insufflato dalla moglie Giovanna deve aver scatenato una tempesta socio-politico-ormonale a Corradino Passera. Ieri, giovedì, il super ministro che si ciuccia quattro dicasteri quattro si è presentato alle 10 del mattino, scortato dal fido amico di famiglia piazzato all'Ice Riccardo Monti, ha fatto il suo trionfale ingresso alla stazione Ostiense, dove partono i trenini fighetti di Montezemolo, per il vernissage di Eataly, il megastore dedicato al magna-magna.

Finita la visita, Airone avrà pensato allo stato catastrofico dell'Azienda Italia, e ha indirizzato il suo autista verso la casa dei fratelli Moroello e Sigieri Diaz della Vittoria, ex proprietari del suo appartamento romano, che l'hanno attovagliato con una ventina di imprenditori.

Un attività febbrile di pubbliche relazioni che ha trovato il suo climax lunedì scorso in casa Montezemolo. Cena in piedi per venti con tutta la lobby continua: Paolino Mieli, Carlito Rossella, Carlino Perrone, Polissena Di Bagno, Giovannino Malagò, Chicco Mentana, Lisa e Carlo Vanzina, Mariapaola Merloni e - sorpresa della sorpresa - due coppie che hanno lasciato tutti a bocca spalancata: Corrado Passera e Regina Giovanna, Lucio Presta e Paola Perego.

Ora dovete sapere che tra Passera, che un dì si iscrisse pure a Italia Futura e fu bacchettato da Tremonti, e lo Smontezemolato non scorrono rapporti idilliaci a partire dal giorno in cui Corradino andò al governo senza avvisare il suo "mentore politico". Anzi, l'ascesa di Airone fu liquidata come un "tradimento" suffragata dal fatto che Luchino parlava male di Corradino e viceversa.

Lunedì sera, i due eroi si sono accucciati per una lunga chiacchierata. Intanto gli altri ospiti si domandavano della presenza del manager Lucio Presta. Alcuni, distratti, lo avevano scambiato per il capo dell'Unipol, Cimbri. Altri hanno cogitato le ipotesi più sceme: il suo nuovo body-guard? Curerà la sua immagine mediatica? Ah saperlo...


2- ESCLUSIVO: LA LETTERA DELLA LEGHISTA MANUELA DAL LAGO PRESIDENTE DELLA X COMMISSIONE SVILUPPO E ATTIVITÀ PRODUTTIVE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI A CORRADO PASSERA

Onorevole Ministro,
ci è giunta nella giornata odierna, nel corso dello svolgimento dei lavori della Commissione, la notizia della sopraggiunta impossibilità, da parte Sua, di partecipare all'audizione già fissata per il prossimo 12 giugno, concernente la materia delle fonti rinnovabili.

Tale audizione che - come certamente ricorderà - ci era stata proposta dai Suoi uffici, era già stata posticipata e grande era l'attesa da parte dei Commissari di conoscere l'orientamento del Governo nelle politiche di incentivazione delle fonti rinnovabili avendo al contempo l'occasione di interloquire con il Ministro prima della definitiva approvazione dei relativi provvedimenti.

Sono quindi stata incaricata di scrivere, a nome dell'intera Commissione, la presente lettera al fine di esprimere il rammarico e la costernazione per una decisione che testimonia la scarsa considerazione dell' esecutivo per il lavoro e l'opinione degli organi parlamentari.

Siamo certamente consapevoli del grande impegno che in questo momento difficile per l'intera economia nazionale e drammatico per i territori del Paese colpiti dal recente sisma ricada in capo al Ministro dello sviluppo economico; ma è in qualche motivo proprio a causa di tale grande impegno e degli eventi ricordati che riteniamo che l'incontro della prossima settimana avrebbe potuto avere un significato e una ricaduta del tutto particolari.

Esprimo infine con la presente comunicazione anche tutta l'amarezza che i membri della Commissione, di tutte le parti politiche, provano quotidianamente di fronte alle notizie diffuse dai media e riguardanti materie di specifica competenza della X Commissione che chiunque presupporrebbe a conoscenza del Parlamento, e delle quali invece non si hanno informazioni ufficiali.

In attesa che i Suoi numerosi impegni Le consentano di prevedere un incontro con la nostra Commissione parlamentare Le invio i cordiali saluti miei e di tutti i colleghi della X Commissione della Camera dei deputati.

Manuela Dal Lago

3- PASSERA SBOTTÃ’ CON IL RAGIONIERE DELLO STATO: MI BOICOTTATE
Antonella Baccaro per il "Corriere della Sera"

La resa dei conti è fissata per le nove del mattino, in consiglio dei ministri. Il decreto con le «misure urgenti per la crescita» figura al primo posto di un ordine del giorno al momento privo di altri temi «forti» che non siano l'infuriare della crisi europea e, fuori sacco, un primo esame della spending review e delle dismissioni.

Non dovrà aspettare molto oggi il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, per vedere se questa volta avrà fatto «goal». Fino a ieri sera la certezza ancora non c'era: il rimpallo tra la Ragioneria generale dello Stato e il Tesoro da una parte, e il ministero di Passera dall'altra, sulla copertura del provvedimento è proseguito fino a tardi.

«Ma questo è un vero e proprio boicottaggio!» sarebbe sbottato il ministro con i suoi, ripromettendosi di non mollare. La sua è stata una vera e propria scommessa: all'inizio della settimana Passera ha deciso di «congelare» le misure del decreto. «Io non tolgo più nulla - avrebbe detto -: o si approva così o si rimanda finché non avremo tutte le coperture necessarie» si sarebbe intestardito.

Il fatto è che per tutta la settimana i tecnici dell'Economia hanno avanzato dubbi circa la legittimità della copertura trovata dai colleghi dello Sviluppo economico alle misure sull'edilizia (bonus sulle ristrutturazioni e efficienza energetica): un prelievo fiscale dello 0,35% sulle riserve matematiche delle compagnie assicurative straniere operanti in Italia, in modo da metterle nelle stesse condizioni di quelle nostrane.

Per la Ragioneria si trattava di una misura inaccettabile perché configurava l'ipotesi di un recupero di evasione fiscale che andava a coprire una misura di abbattimento del prelievo fiscale. La tesi sarebbe stata smontata dai tecnici di Passera, più propensi a questo tipo di prelievo che a quello sulle polizze vita italiane e straniere, preferito dal Tesoro.

Ieri sera le parti erano arrivate alla conclusione di condividere la soluzione dello Sviluppo economico, quando la Ragioneria ha ributtato la palla in campo avversario, mettendo in dubbio che da tale misura possano derivare 200 milioni.

Fuori da via Veneto Passera ha mantenuto l'aplomb istituzionale: per giorni, in tutte le sedi pubbliche possibili ha negato contrasti e ha ripetuto che «l'esame del decreto si farà». Piano piano al suo fianco è emerso uno schieramento trasversale che finora era rimasto nell'ombra: i vertici politici di Pdl, Pd e Udc (Angelino Alfano, Enrico Letta e Pier Ferdinando Casini), quelli sindacali (il leader della Cisl, Raffaele Bonanni) e imprenditoriali (il neopresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi). Persino il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un po' tirato per la giacchetta sui tempi del decreto, si è lasciato sfuggire un «si sta per stringere».

La cosa è stata tanto evidente da suscitare l'interrogativo su cosa ne pensi davvero il premier, il quale in pubblico ha confermato l'arrivo in porto del decreto di Passera, puntualizzando però che è solo un «tassello» nella più ampia «operazione crescita, iniziata fin dal primo giorno del governo».

Quanto alla guerriglia che si è scatenata tra il ministero e la Ragioneria, quello che pensa Monti l'ha scritto in una lettera a Repubblica. E a nessuno, neanche a Passera, può essere sfuggito il passaggio in cui, a proposito di Mario Canzio, si dice che il «Ragioniere deve essere visto e rispettato dallo stesso ministro dell'Economia e perfino dal presidente del Consiglio, oltre che ovviamente da ciascun ministro, come imparziale garante della credibilità dei conti pubblici». Credibilità che Monti, in un momento come questo, non vuole sia messa in discussione.

 

CORRADO PASSERA GIOVANNA SALZA Corrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloRiccardo Monti SIGERI E CHARLOTTA DIAZMOROELLO DIAZ DELLA VITTORIA E ALLEGRA GIULIANI PAOLO MIELI Carlo RossellaCARLO ROSSELLA CARLO PERRONE CARLO PERRONE POLISSENA DI BAGNO GIOVANNI MALAGO Lisa e Carlo Vanzina

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)