MONTE DEGLI SCAZZI DI SIENA! - PIDDINI IN RETROMARCIA: PRENDE CORPO LA EXIT STRATEGY SENESE. CULATELLO BERSANI HA DATO ORDINE DI AZZERARE IL PARTITO LOCALE E MOLLARE L’EX SINDACO CECCUZZI, MA L’ANNUNCIO VERRÀ DATO SOLO DOPO LE ELEZIONI - L’INCUBO DOPO AVER PERSO BANCA E UNIVERSITÀ: ANDARE SOTTO ALLE COMUNALI DI MAGGIO…

Massimo Vanni per "La Repubblica - Firenze"
 
La prima domanda è stata quanto pesa il caso Monte dei Paschi sul consenso del Pd. E per giorni sondaggisti e spin-doctor di tutta Italia hanno provato a tradurre in aritmetica elettorale il contraccolpo subito nel cuore rosso d'Italia. La seconda domanda invece, senza tanta pubblicità, se la sta ponendo solo il Pd. Quello nazionale, ma soprattutto quello toscano: quanto peserà il caso Monte sulla disfida amministrativa del 26 e 27 maggio prossimi? Che ne sarà del Pd senese post-Mps?

Se per le elezioni politiche si tratta di calcolare il peso del colpo d'immagine negativo, per le elezioni amministrative della tarda primavera si tratta di mettere sulla bilancia il tramonto del ‘sistema Siena', di una città dove i finanziamenti Mps arrivavano fino ai bilanci delle contrade. «Che sia a rischio la riconquista della torre del Mangia?», ci si chiede nei corridoi di via Forlanini, sede regionale Pd. Perché nella Toscana rossa il Pd avrà pur assaporato la sconfitta ma perdere a Siena sarebbe davvero il capovolgimento della storia.

E gli occhi dello stato maggiore del partito toscano sono puntati fin d'ora su quello che salterà fuori tra quindici giorni: «Le elezioni politiche saranno il sondaggio perfetto per capire cosa stia succedendo a Siena dal punto di vista politico», spiegano dal Pd. Emorragia o contenimento? «Non è detto che le vicende Mps finiscano per creare una fuoriuscita significativa di voti. Per una protesta come a Siena non si è mai vista. Non è detto, ma potrebbe accadere», sostiene un autorevole esponente del partito.

E le elezioni del 24 e 25 prossimi, comunque vada, finiranno per diventare uno spartiacque per Siena e per il Pd toscano: se l'emorragia non ci sarà o sarà contenuta, toccherà ancora a Franco Ceccuzzi, il sindaco disarcionato e uscito vincitore dalle primarie. Ad oggi il candidato sindaco del Pd senese che, nelle dichiarazioni ufficiali del Pd e dei suoi leader nazionali, Bersani compreso, ha per primo tentato di cambiare rimettendoci però la poltrona, visto che una fetta di consiglieri comunali Pd (considerati vicini ad Alberto Monaci e al fratello Alfredo) lo ha costretto alle dimissioni dopo un anno. Che succede invece se tra due settimane le urne fotografassero una fuoriuscita a valanga dei consensi?

Il Pd ha già pronta una bozza di Piano B: azzerare tutto e ricominciare da capo, arrivando anche a chiedere a Ceccuzzi di fare un passo indietro in nome dell'emergenza elettorale. Un'emorragia consistente di voti, pensa in sostanza il gruppo dirigente del Pd toscano, giustificherebbe un ripensamento della strategia elettorale.

E anche il partito nazionale, di fronte allo smottamento, sarebbe chiamato ad occuparsi del caso Siena. A far riflettere il Pd toscano c'è che segnali di inquietudine, di fronte alla stessa vittoria delle primarie da parte di Ceccuzzi, non sono mancati.

Dentro il partito senese si agitano scontenti e disgustati, anche se al momento è difficile capire le eventuali conseguenze sul piano elettorale. Ma c'è già chi teme che l'area dell'insoddisfazione e della protesta possa coagularsi attorno a figure come quella del sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini, che si è tirato fuori o è stato messo fuori dalle primarie per la scelta del sindaco.

E che, dopo aver chiesto più volte a Ceccuzzi di farsi da parte perché «responsabile delle principali scelte che ci hanno portato in questo vortice», ha ora formalizzato in associazione il movimento ‘Siena cambia'. «Fermiamoci finché siamo in tempo», ha non a caso ammonito tutti il segretario provinciale senese Niccolò Guicciardini.

 

monte-paschimonte dei paschi di siena monte dei paschi di sienaMUSSARI IN PROCURA medium To cro resize bersani-mario-montiCECCUZZI

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