PROCESSO VATICANO SECONDO: IN AULA L’INFORMATICO SCIARPELLETTI, ACCUSATO DI FAVOREGGIAMENTO - IL SUO AVVOCATO VA SUBITO AL SODO: “IL MIO ASSISTITO RITIENE DI ESSERE STATO INCASTRATO DA UNA INFORMATIVA ANONIMA CONCEPITA IN SEGRETERIA DI STATO” - IL TECNICO SMENTISCE L’AMICIZIA CON PAOLO GABRIELE E PRENDE LE DISTANZE DAL MAGGIORDOMO - SABATO MATTINA SFILERANNO TUTTI I TESTI, IN ARRIVO UNA CONDANNA “MOLTO MITE”…

Marco Ansaldo per "la Repubblica"

Il "corvo" ha difeso per sei anni il suo computer da qualsiasi tipo di intrusione, anche interna. Il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, di recente condannato per aver diffuso importanti documenti segreti dall´appartamento pontificio, ha impedito ai tecnici vaticani di controllare lo strumento che teneva sul tavolo nel Palazzo apostolico fin da quando aveva iniziato a trafugare carte nel 2006.

È uno dei dettagli più rilevanti emersi ieri, nel Tribunale della Santa Sede, all´apertura del processo contro l´informatico Claudio Sciarpelletti, il secondo indagato del caso Vatileaks con l´ex addetto di camera di Benedetto XVI. Il tecnico, imputato per favoreggiamento poiché trovato in possesso di una busta con documenti sensibili di cui non ha saputo spiegare con esattezza la provenienza, era accompagnato dalla moglie.

Vagamente somigliante all´attore americano Chazz Palminteri, Sciarpelletti ha chiesto di non essere né filmato né fotografato. Accompagnato dalla madre era invece il teste monsignor Carlo Maria Polvani, comparso con una vistosa fasciatura per un braccio rotto, e nipote di monsignor Carlo Maria Viganò, le cui accuse di corruzione interna alla Santa Sede hanno costituito uno dei fondamenti della vicenda. Presenti fra gli altri testimoni lo stesso ex maggiordomo papale, il maggiore della Guardia svizzera, William Kloter, e il vicecommissario della Gendarmeria, Gianluca Gauzzi Broccoletti.

Paolo Gabriele, sedutosi al banco, è stato salutato da Sciarpelletti con un sorriso. Ha parlato il legale di quest´ultimo, Gianluca Benedetti, svelando che il suo assistito ritiene di essere stato incastrato da una «informativa anonima» concepita in Segreteria di Stato. Il legale ha voluto sottolineare la «dedizione» del suo assistito alla Santa Sede, e ha preso le distanze dal maggiordomo.

A riprova di questa amicizia poco consistente ha citato il caso del pc usato da Paolo Gabriele. Sciarpelletti, responsabile dei computer in Vaticano, aveva sostituito tutte le macchine negli ultimi sei anni. Ma, ha sostenuto, «se ci fosse stata amicizia e confidenza, perché l´unico computer che non viene sostituito mai è quello di Gabriele, che si rifiuta di farlo cambiare nonostante sia obsoleto?».

È poi apparso singolare ad alcuni che, in una pausa del dibattimento, Sciarpelletti, oggi libero, si sia trattenuto in un lungo colloquio con un gendarme. La seduta è stata aggiornata a sabato mattina, quando parleranno tutti i testi. E il processo, si dice, si chiuderà forse subito con una condanna molto mite.

 

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