QUANDO RENZI SCARICÒ IL PADRE PER TELEFONO (PER SALVARE SE STESSO): ''SE TU DICI LA VERITÀ, IO SONO BIONDO E MAGRO''. PRIMA DELL'INTERROGATORIO GLI DISSE: ''BABBO VAI, PIGLIA PER IL C…'' - ''QUESTO MERAVIGLIOSO PERSONAGGIO CHE RISPONDE AL NOME DI CARLO RUSSO…DICONO CHE VOI DUE VI FACEVATE PROMETTERE DEI SOLDI DA ROMEO''. MATTEO SPIEGA AL PADRE CHE È INDAGATO ''PER AVERE ALZATO QUELLA M… DI TELEFONO E AVER CHIAMATO LUIGI MARRONI, COSA CHE IN UNA PROSSIMA VITA SICURAMENTE NON FARAI''
Giacomo Amadori per la Verità
Le carte dell' inchiesta Consip restituiscono il dietro le quinte del controverso rapporto di Matteo Renzi con suo padre Tiziano, con la magistratura e i media. L' immagine a tinte fosche di un uomo che cerca disperatamente di conservare il proprio potere a dispetto di tutto. Il nocciolo sono le conversazioni che intercorrono tra l' ex premier e il suo babbo tra l' 1 e il 14 marzo 2017, chiamate captate dalla Procura di Roma.
L' 1 marzo 2017 Matteo, come un allenatore all' angolo, sta preparando il genitore al match con gli inquirenti capitolini. «Babbo ascoltami () l' avvocato (Federico Bagattini, ndr) deve prepararti all' interrogatorio e questi sono cazzi tuoi e credo che sia opportuno che tu lo faccia bene». Mentre parla gli viene in mente il compagno di merende del padre, Carlo Russo, in quel momento coindagato con il genitore per traffico di influenze illecite.
Si capisce che il solo pensiero gli fa gonfiare le vene delle tempie: «Questo meraviglioso personaggio che risponde al nome di Carlo Russo, che il signore ce lo conservi per tutto il resto dei nostri giorni e il meglio dei nostri anni () dicono che voi due vi facevate promettere dei soldi da Romeo». Matteo spiega al padre che è indagato «per avere alzato quella merda di telefono e aver chiamato Luigi Marroni (ex ad di Consip, ndr), cosa che in una prossima vita sicuramente non farai».
L' ex premier s' industria per cavare il padre dagli impicci in cui si è ficcato e gli consiglia di farsi fare «un comunicato da Bagattini» per distinguere la propria posizione da quella di Russo. Poi ci ripensa: «Ci parlo io con Bagattini, lascia stare dai () stai tranquillo, preparati per l' interrogatorio e basta, domani segui Bagattini e fai quello che ti dice».
DEBORA SERRACCHIANI MATTEO E TIZIANO RENZI ALLA FESTA DELL UNITA DI RIGNANO -1
Il 2 marzo Renzi e il padre discutono a causa dell' imprenditore Alfredo Romeo, al centro dell' inchiesta: il figlio non crede che Tiziano non lo abbia incontrato (in effetti i magistrati di Roma ritengono che nel luglio del 2015 ci sia stato un abboccamento a Firenze). «Io non ho memoria di aver incontrato Romeo» protesta Tiziano. Il suo ragazzo esplode: «Benissimo! E Carlo Russo e tu sei andato da Marroni, così per simpatia () E io sono biondo, magro e con un cazzo di trenta centimetri! Babbo vai, piglia per il culo». Il 3 marzo i carabinieri registrano una nuova conversazione.
È il giorno dell' interrogatorio di Tiziano a Roma. Matteo è sempre più preoccupato. Chiede al padre che cosa ci faccia ancora a Rignano sull' Arno e Tiziano lo informa che andrà in auto: «Mi porta Carlo (un collaboratore, ndr), io sono dietro con Bagattini e vetri oscurati». Matteo: «Perfettouhm, fai mettere d' accordo Bagattini con i giudici per farvi entrare senza avere l' assalto dei giornalisti».
A questo punto arriva la parte più interessante, quella che dimostra come le prese di distanza del figlio nei confronti del genitore fossero una messa in scena per i media. «Io oggi parto al contrattacco» annuncia Matteo. «Si sta giocando un pezzo di potere che non è semplicemente il mio culo, ma si stanno giocando pezzi di potere tra servizi segreti, magistratura e mezzo mondo. Quindi si sta giocando una partita molto complicata. In questa partita il sottoscritto oggi dovrà andare all' attacco, mentre tu sarai interrogato () io andrò dalla Gruber».
Qui l' ex premier anticipa al genitore i contenuti del suo intervento: «Te non ti preoccupare, nel senso che io dirò () che se mio padre è colpevole gli diano il doppio degli anni, che lo processino subito, dopodiché che si faccia il processo, perché secondo me questo atteggiamento è un processo mediatico e non giudiziario».
Matteo ripete con il padre il fervorino che si appresta a pronunciare in tv: «Quindi la parte giudiziaria sono cazzi di mio padre, noi non chiediamo sconti, anzi chiediamo un atteggiamento molto duro, si vada a verificare tutto quello che è accaduto e che non è accaduto. Dopodiché vado all' attacco politico». Il discorso passa a Russo, che quel giorno deve essere interrogato. Tiziano trilla: «So che non risponde lui».
E in effetti l' amico di babbo Renzi si avvarrà della facoltà di non rispondere. Matteo capisce che l' argomento è scivoloso: «Te non hai da sapere un cazzo». Il babbo, cogliendo al volo il messaggio del suo ragazzo, esclama, quasi a discolparsi: «Me l' ha detto l' avvocato! Me l' ha detto l' avvocato!».
Renzi replica: «Anche a me l' ha detto il suo avvocato».
In poche parole, mentre si prepara a dichiarare al mondo che non intende immischiarsi nelle vicende giudiziarie del padre, in realtà passa le giornate al telefono a parlare con i difensori del genitore e dei suoi coindagati. Ma il preannunciato silenzio di Russo non tranquillizza i Renzi. Che considerano il pm napoletano Henry John Woodcock una variabile impazzita che potrebbe sciogliere la lingua dell' indagato.
L' ex segretario del Pd prova ad anticipare le mosse: «Se parte Woodcock, gli dirà (a Russo, ndr) o dice il nome di Renzi o la mettiamo in galera, fanno così ora (). Questo è il loro atteggiamento, scandaloso e squallido che noi sappiamo che è questo, che da vent' anni è lo stesso, che hanno usato a suo tempo quelli di Woodcock contro gli uomini di D' Alema (il riferimento è all' inchiesta Cpl Concordia, ndr)». Tiziano cerca conforto: «Ma a me mi dovrebbe interrogare (Mario, ndr) Palazzi, no?». Si sbaglia. Palazzi è destinato, insieme con Woodcock, agli interrogatori che si terranno quel giorno Firenze.
Matteo pare molto più aggiornato: «Considera che tutti i magistrati di cui si sta parlando, come dire, hanno dei loro giri, () dei cazzi loro di vario genere, quindi io credo che a te ti interrogherà un magistrato importante di Roma (come in effetti avverrà, ndr), se ho capito bene. Te fai il tuo, c' hai la tua parte, dì la verità, evita le polemiche, facciamo parlare Bagattini uscendo, che tanto dirà che hai risposto a tutto e che di conseguenza, ehm, poi insomma vedrà Bagattini che cazzo dire ai giornali. Però se mentre sei dentro ti arrivano notizie e dintorni, io sto facendo i cazzi miei! Cioè io sto facendo la mia controffensiva, sappilo () non ti preoccupare sono molto tranquillo, molto consapevole».
Tiziano è quasi commosso: «Io sono felice, ti voglio bene». Il figlio lo sprona: «Fai la tua parte, adesso devi portare a casa il culo, non ci sono problemi, non devi avere atteggiamenti provocatori e polemici nei confronti di questo qui () e io faccio la mia parte, a me, se mi vogliono ammazzare, mi ammazzano in campo e non m' ammazzano, che tu lo sappia. A me non m' ammazzano! Nonostante tutti ()». Infine dà un consiglio: «Riguardate bene il verbale () Marroni l' hanno inculato su quello () ciao bellino, ciao».
Dopo l' interrogatorio i due si risentono: «Come è andata, bene?» chiede Matteo. «Mi sembra di sì» risponde il padre. L' ex sindaco di Firenze è soddisfatto della sua performance dalla Gruber: «Ho fatto il mio show» si rallegra, prima di chiedere di parlare con Bagattini. Il legale scende dall' auto: «Aspetta, esco perché questa macchina mi piace il giusto, ma senti (è andata, ndr) bene, benino, nel senso che». Il fu Rottamatore lo interrompe: «Aspetta Fede sul tuo, ti chiamo sul tuo». Il 14 marzo padre e figlio vengono di nuovo intercettati. Matteo prende notizie sui movimenti del padre.
«Qual è il problema?» domanda perplesso Tiziano.
«Nulla () l' importante è che tu non faccia cazzate in questo periodo, eh babbo».
Il genitore è preoccupato, si sente sotto osservazione: «Che cazzate sto facendo Matteo?». Il figlio lo tranquillizza: «La mia è una telefonata di cortesia». L' ex premier ha appena chiamato Bagattini e il difensore ha relazionato l' ex premier sul contenuto degli atti ritirati a Roma. Padre e figlio discutono delle dichiarazioni di Marroni ai pm.
Matteo annuncia che il ministro Luca Lotti andrà in Parlamento a riferire sulla vicenda Consip. Successivamente se la prende con il sindaco di Rignano Daniele Lorenzini, che ha raccontato ai magistrati che Tiziano era informato dell' inchiesta sul suo conto: «Diciamo che il premio dell' uomo dell' anno lo diamo a Lorenzini () te l' ho detto sempre io () è quello che aveva più partiti che mutande». I due discutono di un' ulteriore richiesta di risarcimento da inoltrare a Marco Travaglio. Tiziano dice che dalla Gruber il direttore del Fatto Quotidiano si è scontrato con Annalisa Chirico: «A Otto e Mezzo c' è quella giornalista del Foglio, è stata bravissima m' hanno detto».
Matteo gongola: «E lo so babbo, lo so bene. L' abbiamo mandata noi, va bene così, è una brava ragazza () a me sta simpatica (inc.) con gli avvocati che cominciano con la b (inc.) gli manca solo Bagattini () Annalisa è una mia amica, è una persona seria, è una persona brava, è una persona molto intelligente () tra l' altro lei continuerà su questa roba, era con me al Lingotto». Visto tutto il tempo che dedicava alla vicenda Consip, resta da capire come Renzi si occupasse anche di politica.