CONGRESSO, ADESSO! - RENZI TREMA: L’APPARATO PIDDINO PRENDE TEMPO E VUOLE RINVIARE PRIMARIE E CONGRESSO

Carlo Bertini per "la Stampa"

La miccia è già innescata e si attende solo l'ora in cui ci sarà lo scoppio, se nella Direzione di venerdì o in quella del 31 luglio dove si voterà il percorso congressuale: e l'innesco che potrebbe far deflagrare tutto sta nel modo in cui verrà separato in due fasi il congresso.

Se ormai è scontato che in autunno si comincerà a votare nei circoli e nelle federazioni, la chiave di tutto è se legare o no quei congressi di base alle candidature per la segreteria e quindi anche a quella di Renzi.

Per questo è in corso un braccio di ferro su quando debbano essere formalizzate le candidature a cui legare le diverse mozioni: il rischio paventato dai renziani è che i segretari provinciali, quelli con più poteri, vengano eletti in base agli stessi equilibri attuali o giù di lì. Da questa prima fase dei congressi di base infatti usciranno i nuovi organismi dirigenti per rinnovare quelli del 2009 a maggioranza Bersani-Franceschini, con una nutrita componente dalemiana.

Il nodo apparentemente tecnico di quando andranno presentate le candidature nazionali svela dunque il tentativo ostinato di difendere una trincea di potere: mettendo in conto che Renzi vinca le primarie, si lotta quindi sulle percentuali di dirigenti espressi dai «territori» e di quelli attribuibili invece al nuovo leader da stabilire con le nuove regole.

Per capire il clima, l'ultima polemica è scoppiata sulla richiesta di far eleggere i segretari regionali in primarie da tenere in un giorno diverso da quelle per il segretario, richiesta respinta dai renziani che hanno fiutato al volo la trappola. Nel primo round di venerdì dunque, Epifani farà la sua relazione sul sostegno al governo e su quella ci sarà la conta per inchiodare tutti alla responsabilità di portare la croce delle larghe intese senza smarcarsi di continuo.

Ma sul congresso, già venerdì Epifani presenterà una serie di opzioni: se sullo stop all'automatismo tra segretario e candidato premier, così come sulle primarie aperte, c'è un accordo di massima, l'incertezza regna sovrana sulla data delle primarie nazionali: al punto che i renziani chiederanno che già venerdì sia messo ai voti l'ordine del giorno di Pittella, uno dei candidati, per fissare una data. E il fatto che l'ultima riunione della Commissione congresso sia stata rinviata al 31 luglio e che quindi nulla sarà deciso prima, fa sospettare al renziano doc Giachetti «che qualcuno punti alla prescrizione del congresso».

Ad accrescere questo sospetto c'è anche la minaccia di una candidatura Letta in chiave anti-Renzi che i bersaniani coltivano come piano b: «Ora si scopre la verità, ma ora che il quadro nel Pd sembra chiarirsi in vista del congresso, ad Epifani non resta che fissare la data», affonda il colpo Ernesto Carbone. Ma anche la parte più politica della Direzione di venerdì presenta un'incognita: Renzi non ha deciso se andare o meno, ma Letta non gradirebbe.

Tirato per la giacchetta, come si usa dire, da chi vorrebbe brandire una sua candidatura al congresso per scoraggiare Renzi; e messo in croce dai «guastatori» che a vario titolo fanno le pulci al suo governo, il premier comincia a covare un sentimento comune a molti suoi predecessori.

Quello di chi non vuole farsi logorare: ragion per cui ha ottenuto che in Direzione vi sia una «conta» sul sostegno ad un esecutivo che non può essere considerato «solo amico». Ma la novità è che ora i lettiani provano a stoppare la candidatura di Renzi, dicendo che «se vuole cambiare l'Italia farebbe meglio ad aspettare le primarie per la premiership: un candidato premier serve quando ci sono le elezioni, non ora».

 

IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI bersani renzi BERSANI FRANCESCHINI DARIO FRANCESCHINI logo partito democratico Roberto Giachetti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…