CI LAMENTIAMO DELLA SICCITÀ MA LA RETE IDRICA ITALIANA È UN COLABRODO. IL MINISTRO PICHETTO FRATIN: "IL 42% DELL’ACQUA CHE SCORRE NEI TUBI VIENE DISPERSO" – AD AGGRAVARE LA SITUAZIONE CI PENSA L’ELEFANTIACA BUROCRAZIA ITALIANA: CI SONO 2391 ENTI CHE SI DOVREBBERO OCCUPARE DEL PROBLEMA MA OVVIAMENTE, ESSENDO COSÌ TANTI, NON RIESCONO A COORDINARSI E ARGINARE LE PERDITE – IRONIA DELLA SORTE IL GOVERNO HA NOMINATO UN COMMISSARIO STRAORDINARIO PER OCCUPARSI DELLA SICCITÀ CHE SI CHIAMA... NICOLA DELL’ACQUA
(ANSA) - La rete idrica in Italia è un colabrodo e "continua a perdere il 42% dell'acqua" e a gestirla ci sono 2.391 soggetti che "sono troppi". Occorre agire, ma il tema, che è connesso con il cambiamento climatico, "è molto complesso" e "non si risolve con un'azione". Sintetizza cosi la situazione del settore idrico in Italia il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo al convegno 'Sos Acqua: la risorsa idrica fra nuove emergenze, normative, strategie di tutela e di utilizzo", organizzato da Enea.
Il ministro ricorda che per far fronte all'emergenza idrica, il governo è intervenuto con il decreto Siccità, ha messo in piedi una "cabina di regia" e "nominato un commissario per il sistema idrico, irriguo, della depurazione", ma è emerso come "sia necessario che le opere di investimento vengano fatte da soggetti che abbiano una maggior forza e una maggiore robustezza".
Anche per Stefano Besseghini, presidente di Arera, "il settore dell'idrico è uno di quelli in cui gli attori sono plurimi e sono molto legati alle dinamiche locali, forse è superato in questo solo da quello dei rifiuti, che ancora di più ha questa parcellizzazione locale, perché si frammenta ulteriormente, soprattutto relativamente a portamento, raccolta, rispetto al settore idrico".
Carlo Corazza, direttore del Parlamento europeo in Italia, spiega che "più di un quarto della popolazione europea è sotto stress idrico e le cose non miglioreranno nei prossimi anni" e si stima che servano "circa 250 miliardi" sia per la mitigazione sia per la transizione energetica. Gli investimenti dovranno essere mirati. "Si dovrà investire nella ricerca, ma anche fare dei piani di prevenzione e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gestione di questa importante risorsa", afferma Gilberto Dialuce, presidente Enea.
Occorre puntare sulle "tecnologie disponibili e da implementare" per salvaguardare "questo importantissimo bene che è minacciato dal cambiamento climatico". Il consumo di acqua potabile in Italia, sottolinea Dialuce, "è uno dei più alti d'Europa, secondo l'Istat si consumano 9,2 miliardi di metri cubi di acqua all'anno".