RIGORE A SENSO UNICO - LA GERMANIA ALZA LE PENSIONI - ALTRO CHE TASSE E MAZZATE FISCALI (COME IN ITALIA): LA CANCELLIERA MERKEL SPERNACCHIA IL PROF DELLA BOCCONI (A CUI DETTA L'AGENDA DI GOVERNO) E DECIDE DI AUMENTARE GLI ASSEGNI PREVIDENZIALI - DA NOI, INVECE, I PENSIONATI SONO STATI MASSACRATI DAI TECNICI - L'ENNESIMA BATTUTA DELLA FORNERO CHE PARLA DI "EQUILIBRIO" QUANDO PER ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE SI FANNO I SALTI MORTALI…

Francesco De Dominicis per "Libero"

La regoletta del rigore? La Germania la impone a tutti, ma dentro casa fa un po' come vuole. Angela Merkel detta la linea in Europa: obbliga (quasi) tutti i governi del Vecchio continente a tenere a bada i conti pubblici, che poi sono costretti a stangare i cittadini con tremende mazzate fiscali. Ne sanno qualcosa i contribuenti e i lavoratori italiani, massacrati di tasse da quando a Palazzo Chigi è arrivato Mario Monti. Un conto salato (96 miliardi di euro in più nel biennio 2012-2013), quello che è arrivato di fatto da Berlino, che nel nostro Paese è stato pagato anche dai pensionati, ai quali dallo scorso gennaio vengono negati gli adeguamenti dell'assegno al costo della vita.

Insomma, mentre Monti (con il supporto tecnico del ministro del Lavoro, Elsa Fornero) ha praticamente ridotto le pensioni, la Merkel fa l'esatto contrario e studia come far diventare più ricchi i pensionati. Una mossa che senza dubbio suona come una beffa per chi, in Italia, deve arrivare a fine mese con cifre ridicole. Gli ultimi dati dell'Inps parlano chiaro: oltre la metà dei pensionati incassa una pensione sotto i 1.000 euro al mese.

Si tratta di 7,2 milioni di persone, vale a dire il 77% di chi riceve la pensione Inps. Che stacca un assegno inferiore a 500 euro al 17% dei pensionati; mentre il 35% ne riceve uno tra 500 e 1.000. Respira un po' di più, con cifre che arrivano a 1.500 euro, il 24% del popolo Inps. I «ricchi», da noi, quelli che si beccano un assegno superiore ai 3mila euro sono appena il 2,9% del totale.

Una situazione da miseria, quella degli italiani. E non è esente da responsabilità l'Esecutivo guidato da Monti. Il ministro Fornero, comunque, difende le scelte del Governo tecnico. Nei giorni scorsi l'ex vicepresidente di banca Intesa Sanpaolo ha detto che il governo Monti con la riforma delle pensioni è riuscito a «restituire credibilità finanziaria, ma anche equilibrio tra generazioni a un sistema fortemente squilibrato».

Considerazioni, quelle del titolare del Lavoro, che potrebbero trovare qualche detrattore, a esempio, fra quanti devono vivere con poche centinaia di euro al mese. Vaglielo a spiegare che cosa vuol dire equilibrio a chi fa i salti mortali. Sta di fatto che gli italiani, ora, dovranno assistere all'ennesima fuga tedesca. Certo il capo della cancelleria di Berlino guarda alle elezioni 2013. Si vota pure in Germania (in autunno) e le misure elettorali vanno di moda pure da quelle parti. Una mancetta in salsa tedesca cucinata dalla Merkel. Che, però, equivale a uno schiaffo per il professore della Bocconi.

Il quale non riuscirà a imitare la collega tedesca, ma sarà costretto a studiare a fondo il piano messo a punto da Frau Merkel. Ecco i dettagli. Le pensioni di 20 milioni di tedeschi aumenteranno nel corso dei prossimi quattro anni: dell'8,5% entro il 2016 negli stati occidentali e di oltre l'11,5% in quelli ex Germania dell'Est. Ovviamente non mancano i paletti. Gli incrementi previdenziali, infatti, scatteranno solo se l'economia rimarrà in buona salute, secondo le proiezioni dell'ambizioso progetto confezionato dalla cancelleria tedesca.

Per ora non ci sono motivi di ritenere il progetto troppo ambizioso. Nonostante qualche contraccolpo cagionato dalla recessione che ha investito l'Europa, la locomotiva tedesca continua a viaggiare a un'altra velocità. La Merkel scommette sul futuro, ma senza giocare d'azzardo. Un piano, quello di Berlino, che si fonda infatti sulla prospettiva che la maggiore economia europea veda il livello della disoccupazione rimanere sotto i 3 milioni e che l'incremento dei salari sia compreso fra il 2,5 e il 2,8%.

I dati, calcolati secondo una formula complessa che include oltre a quello degli aumenti salariali anche altri fattori, devono essere approvati domani dal gabinetto Merkel. Che, entro il 2030, mira ad armonizzare i livelli delle pensioni fra gli Stati dell'Est e quelli dell'Ovest. Secondo il rapporto del governo, le pensioni, che sono legate ai salari, degli ex stati dell'Est sono ora all'88,8% dei livelli occidentali. L'obiettivo è un aumento a 91,2% entro il 2016. Un altro passo da gigante. Altro che Monti e Fornero.

 

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