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SALA D’ATTESA - DOPO L’INCONTRO COL PROCURATORE GENERALE IL SINDACO DI MILANO E’ PRONTO A RIENTRARE IN CAMPO - SALA E' STATO RASSICURATO DALLA PROCURA: TRATTASI DI "NON REATO", FIRMA RETRODATA NEL 2012 PER VELOCIZZARE L'ITER DEL MAXI APPALTO. AMEN
Paolo Colonnello per la Stampa
«Un colloquio sereno e proficuo». Non aggiunge molto di più l' avvocato Salvatore Scuto, difensore del sindaco "autosospeso" Beppe Sala quando esce dall' incontro con il procuratore generale Roberto Alfonso, alla presenza anche del sostituto Felice Isnardi,
pur ottenendo in realtà quanto andava cercando: la rassicurazione, per lo meno, che la vicenda per la quale il sindaco di Milano è stato iscritto sul registro delle indagati della procura generale rimarrà circoscritta al fatto storico già valutato come "non reato" dalla procura della Repubblica, ovvero il falso materiale di una firma retrodata nel 2012 per esigenze di velocizzazione della commissione giudicatrice dell' appalto per la "piastra" di Expo. quando Sala era amministratore delegato della società.
Tutto ciò per dire che quest' oggi probabilmente, dopo un ulteriore incontro con i suoi avvocati, il sindaco spiegherà di essere pronto a rientrare nei ranghi presentandosi domani, o al più tardi giovedì, in Consiglio Comunale per riferire, cancellare l' autosospensione e riappropriarsi delle funzioni di capo dell' amministrazione milanese.
L' incontro dei suoi legali con il procuratore generale infatti, ha in un certo senso risposto all' esigenze espresse da Sala quando giovedì sera scorso scoprì di essere stato iscritto nel registro degli indagati: conoscere gli esatti contorni della vicenda per poterla valutare. «Fino al momento in cui non sarà chiarito il quadro accusatorio ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali», aveva dichiarato Sala. D' altronde, se il gip dovesse accogliere la richiesta di prorogare di sei mesi le nuove indagini sugli appalti di Expo, sarebbe impensabile protrarre l' autosospensione del sindaco per un periodo così lungo.
Dunque nelle ultime 24 ore, Sala ha dovuto sciogliere un nodo non semplicissimo per non apparire un sindaco "azzoppato" da un' inchiesta che in realtà punta ad accertare ben altre responsabilità che non quelle di una semplice firma retrodata, come dimostra l' iscrizione sul registro degli indagati anche dell' imprenditore Pizzarotti.
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Basti ricordare come il meccanismo degli appalti venne regolato non tanto da Expo Spa ma da Infrastrutture Lombarde la società controllata dal Pirellone che aveva il compito di creare l' architettura dei contratti di Expo e che, come rivelarono le intercettazioni, proprio per l' appalto della "piastra" avrebbe volentieri favorito una società più vicina a Comunione e Liberazione (quella di Pizzarotti) e dunque nei favori dell' allora governatore Roberto Formigoni. Vinse invece, con un ribasso imbarazzante del 42 per cento, la società Mantovani che, necessariamente, dovette trovare poi degli "accordi" per cominciare i lavori e ottenere il via libera a centinaia di varianti in corso d' opera che le consentissero di avere dei margini di utile.
La fretta, si sa, è cattiva consigliera. E questo in un certo senso fu il peccato originale di Expo anche se non va dimenticato che sui vari appalti, oltre ai controlli della Procura - che portarono all' arresto di cinque persone in Infrastrutture Lombarde, tra cui l' allora direttore generale Anton Giulio Rognoni, e di altre 6 persone, tra cui l' ex responsabile della pianificazione e acquisiti di Expo, Angelo Paris, vigilarono dal 2014 l' Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone, poi la Corte dei Conti e un Audit interno.
Al momento dunque, per la Procura generale, Beppe Sala è chiamato a rispondere solo della retrodatazione di un documento servito per sostituire due membri della commissione giudicatrice dell' appalto, risultati incompatibili con l' incarico (uno, Antonio Acerbo, responsabile del padiglione Italia ed ex dirigente del Comune, venne poi arrestato per tangenti) e di null' altro.
Sala comunque potrebbe decidere di farsi interrogare per chiarire eventuali dubbi residui. È un desiderio che ha già espresso pubblicamente e al quale la procura generale ha risposto positivamente. Ma l' incontro non avverrà nei prossimi giorni, almeno non prima che il gip abbia deciso se accogliere la richiesta di proroga.
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