salvini barcone migranti

“RIMANDIAMOLI IN LIBIA” – SALVINI SULLA “DICIOTTI” CERCA LO SCONTRO FRONTALE CON L'EUROPA: RIPORTARE I MIGRANTI SU TERRITORIO LIBICO SIGNIFICHEREBBE ROMPERE LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI E APRIRE UN CONFLITTO CON LA GIUSTIZIA UE E TUTTE LE ONG DEL MONDO - I TECNICI DEL VIMINALE: "IL DIRITTO INTERNAZIONALE NON E' UNIVOCO..." - ECCO IL PIANO 

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

matteo salvini con i migranti

Riportarli in Libia: Matteo Salvini sta pensando sul serio a uno strappo epocale, quello che minaccia da giorni. «O l' Europa comincia a fare sul serio - affermava qualche giorno fa - oppure cominceremo finalmente a riportare nei porti di partenza tutti i nuovi arrivati». In verità non si può, perché la Libia per un richiedente asilo non è considerata «safe place», un posto sicuro.

 

O meglio: non si potrebbe. Se davvero il ministro imboccasse la via della riconsegna alla Libia di questi migranti, sarebbe assicurata la rottura con le convenzioni internazionali e con la giustizia europea. Ma tant' è. Salvini ci pensa sul serio. E così al ministero dell' Interno i tecnici sono stati messi al lavoro. È stata condotta un' istruttoria giuridica per capire se e come i migranti bloccati sulla nave della Guardia costiera possono essere riportati indietro.

corpi migranti in mare libia 3

 

Spiegano voci del Viminale che il diritto internazionale in materia «è complesso e non univoco. Ci sono tante situazioni da valutare, ci sono pareri discordi. Ma alla fine, l' unico elemento sicuro che impedisce il rimpatrio in Libia è che manca il marchio di "safe place". E alla Libia manca perché non ha mai aderito alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati politici. Anche se ora l'Unhcr e l' Oim sono presenti in Libia».

la nave diciotti a catania

 

Merito di Marco Minniti, si dovrebbe aggiungere. Ma già nel vertice europeo del mese scorso, seguendo una linea di continuità, Salvini aveva chiesto ai colleghi europei di investire di più sulla Libia, per rendere più efficiente la Guardia costiera e anche aiutarli a migliorare gli standard dei campi di accoglienza. Con la prospettiva, evidentemente, di far aderire il governo di Tripoli alla famosa Convenzione internazionale sui rifugiati.

 

L' analisi legale

ROMA - MIGRANTI ACCAMPATI A VIA STATILIA

Questo il quadro legale, per come emerso dalla istruttoria del ministero dell' Interno. Questi gli ostacoli, al momento invalicabili. Ma Salvini continua a sognare il «modello australiano». Ovvero i respingimenti tout-court.

 

«Bisogna lavorare con i Paesi africani e che in Europa qualcuno si svegli», dice. È talmente motivato, il ministro, che a Tripoli sono preoccupati: «La Libia non accetterà mai - reagisce il ministro degli Esteri, Mohammed Sayala - il ritorno di immigrati clandestini verso i Paesi di provenienza del Nordafrica. Sarebbe una procedura ingiusta e illegale».

migranti spiaggia

 

Giunto a questo punto, però, Salvini si è talmente esposto da non poter fare più marcia indietro. Si è reso conto che almeno i minori dovevano scendere a terra; e questo ha autorizzato. Sul resto, ne fa una questione di vita e di morte.

la nave diciotti a catania 8

 

«Si attaccano. In Italia non entrano». La sua strategia, insomma, è trasparente. Anche ieri ha ripetuto: «Se ci sono da cambiare le convenzioni internazionali, le cambieremo. Ma alla fine le navi dovranno tornare indietro. Questa sarà la soluzione definitiva».

 

Strappo dietro l' angolo

Secondo la Commissione europea, un respingimento di migranti in Libia sarebbe illegale. Una posizione condivisa da tutte le Ong del mondo. Ma che Salvini attacca a testa bassa.

 

migranti

Che lo porta a definire «vigliacca» questa Europa, altrimenti detta anche «ipocrita». Già, perché, si sente dire ai piani alti del Viminale, «quando si tratta di dare soldi alla Guardia costiera di Tripoli, allora sono bravi e buoni.

 

Quando usano le motovedette che noi gli diamo, la questione del "luogo sicuro" non si pone. Se però noi italiani rispondiamo a una richiesta di aiuto e arriviamo prima noi a recuperare gente, allora i libici diventano il diavolo e non possiamo trasbordare i naufraghi da una nostra motovedetta a una libica. Non è ipocrisia, questa?».

 

la nave diciotti a catania 7

Da notare che posizioni come questa sono sempre meno isolate. Si pensi al cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, presidente del Semestre europeo, un vero falco. Oppure il primo ministro di Praga, Andrej Babis, un altro falco, che la settimana prossima sarà a Roma per incontrare Giuseppe Conte.

la nave diciotti a catania 12la nave diciotti a catania 11la nave diciotti a catania 10la nave diciotti a catania 0la nave diciotti a catania 1la nave diciotti a catania 2

Ultimi Dagoreport

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A STI’ POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…