SANITÀ (MENTALE) A RISCHIO - BASTA UNA PAROLA DI RIGOR MONTIS PER SCATENARE IL PUTIFERIO: "IL NOSTRO SISTEMA SANITARIO NAZIONALE POTREBBE NON ESSERE GARANTITO" - INSORGONO I SINDACATI, L'IDV E, UDITE UDITE, PERFINO BERSANI - RAPIDO IL DIETRO-FRONT DEL PASTICCIONE IN LODEN MA LA TOPPA E’ PEGGIO DEL BUCO: “LE GARANZIE DI SOSTENIBILITÀ NON VENGONO MENO, MA CI VOGLIONO NUOVE FORME DI FINANZIAMENTO”...

Da "Repubblica.it"

"Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento". Lo dice Mario Monti intervenendo in collegamento a Palermo durante l'inaugurazione di un centro biomedico della fondazione Ri.Med. Una frase che suscita veementi reazioni da più parti, in primis nel Pd. Poi arriva la rettifica di Palazzo Chigi: "Le risorse ci sono, ma per il futuro serve più innovazione". E a gettare acqua sul fuoco ci pensa anche il ministro della Salute Renato Balduzzi. "Nessuno pensa alla privatizzazione del Servizio sanitario nazionale", dice all'Ansa, osservando che il premier ha parlato "di nuove forme di finanziamento", non di forme "diverse" e sottolineando anche che "tutto il governo è fiero del nostro sistema sanitario".

Le reazioni. Dopo le parole di Monti, immediato il contrattacco del segretario Pd alle parole del presidente del Consiglio sulla sanità: "Io sul tema di tenere un sistema universalistico nella sanità non mollo - ribatte Pierluigi Bersani- Davanti ai problemi come la salute, non ci sono nè povero, nè ricco. Perché se arriviamo a un punto con due sanità, quella di chi ha di più e quella di chi ha di meno, siamo al disastro sociale, non solo economico". Anche Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, è convinto dell'urgenza di "razionalizzare le spese e ridurre gli sprechi" ma si dichiara preoccupato "che il presidente del Consiglio parli di nuove forme di finanziamento perché non vorrei si stesse pensando a nuove tasse".

Duro il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "E' gravissimo che il presidente del Consiglio paventi il rischio del crollo del Sistema Sanitario Nazionale. Il governo reperisca le risorse necessarie dalla lotta all'evasione e alla corruzione e la smetta di smantellare un caposaldo della nostra Carta Costituzionale che garantisce il diritto alla salute a tutti i cittadini. La sanità pubblica non si tocca! Gli italiani onesti e le fasce sociali più deboli hanno già pagato troppo. Questo governo sta lentamente smantellando lo stato sociale, azzerando diritti acquisiti con anni di battaglie portate avanti da cittadini e lavoratori".

Anche la Cgil controbatte: "Monti vuole affamare la Sanità per poi svenderla" attaccano Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil e Massimo Cozza, segretario Fp-Cgil Medici. "Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sono gravi - continuano i due esponenti del sindacato- anche se non fanno altro che confermare quanto scritto nell'Agenda del suo Governo, fatto da noi denunciato per tempo e inutilmente smentito dal Ministro Balduzzi. Il Presidente del Consiglio non può permettersi certe preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale dopo averlo ridotto all'osso. Se il Governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo".

Passo indietro. Di fronte al coro unanime di proteste, nel pomeriggio Palazzo Chigi corregge il tiro: "Le garanzie di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale non vengono meno - precisa una nota dell'ufficio stampa - Per il futuro è però necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie".

Vedere la luce. Questa mattina il premier ha parlato ancora di crisi nel corso della sua apparizione in videoconferenza al Ri.Med di Palermo. "Il momento è difficile - ha premesso il premier - la crisi ha colpito tutti e ha ci ha impartito lezioni. E il comparto medico non è stato esente né immune" dalla crisi. "Il governo - ha continuato Monti - è però un vostro alleato prezioso". L'obiettivo, adesso, è quello di rivedere la luce "dopo una fase in cui abbiamo rischiato di essere travolti dall'emergenza finanziaria". Secondo il professore il nostro Paese deve dunque al più presto "andare in avanti verso la costruzione del proprio futuro, che non è scindibile dal futuro della comunità internazionale".

Il merito per battere la mafia. Il presidente del Consiglio si è poi soffermato sulla valorizzazione della meritocrazia come antidoto contro la mentalità mafiosa. "L'iniziativa della Fondazione RiMed ha rilevanza internazionale - ha spiegato- in grado non solo, in ossequio al merito, di trattenere i migliori talenti italiani ma di attrarne". La mafia condiziona il futuro delle persone oneste, "ma la si vince affermando un modello alternativo che costituisca un ambiente sfavorevole alle logiche mafiose.

Indispensabile in questo modello è il merito". Il merito, per Monti, "è l'esatta antitesi delle clientele, della raccomandazione e delle opacità in cui prendono piede i germi della corruzione. Una rivoluzione culturale in cui le istituzioni devono essere parte attiva adottando comportamenti coerenti", ha spiegato il premier. "Chi crede nel merito - ha aggiunto - è più esigente nei confronti della scuola chiedendo insegnanti presenti e programmi aggiornati, chi crede nel merito non ha paura del confronto ma lo sollecita".

La ricerca crea occupazione. "La ricerca e l'innovazione nel campo delle scienze della vita sono i presupposti per un sentiero di crescita virtuoso, in grado di generare investimenti esteri, miglioramenti, e occupazione di qualità" ha poi sottolineato Monti. Si tratta, ha detto il premier, di un "processo di sviluppo che tutti sottoscriverebbero come miglior lascito per le future generazioni".

 

MARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegMONTI GRILLI RENATO BALDUZZI ANTONIO DI PIETRO - ITALIA DEI VALORISusanna Camusso PIERLUIGI BERSANI

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