1- SDE-RENATA SI DIMETTE E MINACCIA: "HO VISTO COSE RACCAPRICCIANTI E ORA DIRÒ TUTTO" 2- “È NATO TUTTO DA UNA FAIDA NEL PDL". E AGITA IL BASTONE CONTRO GIUDA PIERFURBY 3- “IN CONSIGLIO PERSONAGGI DA OPERETTA CHE HANNO FATTO COSE RACCAPRICCIANTI. QUESTI SIGNORI LI MANDO A CASA IO SENZA ULTERIORI SCENEGGIATE, CON QUESTI MALFATTORI NON HO NULLA A CHE FARE. LE OSTRICHE VIAGGIAVANO GIÀ NELLA GIUNTA PRIMA DI ME” 4- CIRCOLA LA POSSIBILE CANDIDATURA DELL'ATTUALE MINISTRO PER L'INTEGRAZIONE, ANDREA RICCARDI (BOSS DI SANT’EGIDIO), SUL CUI NOME POTREBBE CONVERGERE ANCHE L'UDC 5- ER BATMAN FIORITO COME LUIGI LUSI: INDAGATO PER PECULATO. QUASI UN MILIONE DI EURO USCITI DAI DUE CONTI DEL PDL E FINITI NEI CONTI CORRENTI, UNA DECINA, DI FIORITO
1- POLVERINI SI DIMETTE
"GIUNTA PULITA, MA CONSIGLIO INDEGNO"
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Renata Polverini ha rotto gli indugi e ha deciso di dimettersi comunicando ai componenti della giunta la sua decisione "irrevocabile". Il passo arriva dopo una giornata in cui si erano rincorse le voci sulle mosse della governatrice del Lazio travolta dallo scandalo sui faraonici fondi per i gruppi regionali e le spese folli dei consiglieri del Pdl. La governatrice, soprattutto, difende la sua giunta e scarica tutto sul consiglio, dove siedono "personaggi da operetta che non era accettabile mantenere in un luogo prestigioso come il consiglio regionale" e che "hanno fatto cose raccapriccianti".
"LI MANDO A CASA IO".
"Comunico solo stasera ciò che avevo comunicato ieri alle 18 a Napolitano e alle 19.30 a palazzo Chigi a Monti", ha detto in conferenza stampa. "Prima di comunicarlo a voi, ho atteso prima di incontrare i leader della coalizione che mi sostiene. La decisione è irrevocabile". "Arriviamo qui puliti - ha proseguito - la giunta ha operato bene e ha portato risultati importanti. La giunta interrompe la sua azione a causa di un Consiglio che non considero più degno. Questi signori li mando a casa io senza aspettare ulteriori sceneggiate, con questi malfattori io non ho nulla a che fare".
"Arriviamo qui puliti - dice ancora - mai avrei immaginato che con quelle ingenti risorse tutti, nessuno escluso, facessero spese sconsiderate ed esose. Ho aspettato oggi anche per vedere le falsità dell'opposizione. Oggi potevano consegnare le loro dimissioni al segretario generale della Regione Lazio: né Pd, né Idv, né Sel lo hanno fatto, ma hanno tentato di scaricare le responsabilità sulla giunta".
IL VIAGGIO DELLE OSTRICHE.
"Con il blocco della mia azione riformatrice - avverte poi la governatrice - ci saranno gravi ripercussioni sul paese: abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perché abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni". "Adesso mi sento libera, mi sentivo intrappolata come in una gabbia", prosegue. "Da domani - dice Polverini - ciò che ho visto lo dirò. Le ostriche viaggiavano comodamente già nella giunta prima di me, quindi io non ci sto, non ci sto alle similitudini e nessuno si permetta di dire una parola su me e i miei collaboratori".
UNA FAIDA PDL.
"Questa storia - si lamenta ancora la presidente - nasce per una faida interna al Pdl che non consegnò la lista alle elezioni e che ci ha consegnato un dibattito interno, oltretutto con personaggi ameni che si aggiravano per l'Europa". "Sono inorridita da quanto avvenuto in consiglio regionale, prendetevela con il signor Mario Abbruzzese", continua.
PRESSING INUTILE.
A un certo punto, come era già avvenuto la scorsa settimana, pareva che il pressing congiunto di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano avesse convinto la presidente a restare al suo posto. A fare piazza pulita di qualsiasi tentatazione a resistere è stato probabilmente l'affondo di Pier Ferdinando Casini dai microfoni del Tg3. Mentre i consiglieri laziali dello Scudocrociato erano orientati ad aspettare la fine dell'iter dei tagli per ritirare il loro sostegno alla giunta, le parole di Casini hanno chiuso definitivamente il discorso.
L'ATTACCO DI CASINI.
"Il mio giudizio - ha spiegato il leader centrista - è che dopo il marcio che è emerso, con la cupola che è venuta fuori, qualcosa di schifoso, bisogna restituire la parola ai cittadini. Questa è la mia opinione, posso anche andare in minoranza". "Io mi auguro - ha aggiunto - che il presidente Polverini faccia un gesto di dignità e ridia la parola ai cittadini laziali". Superfluo a questo punto anche il vertice convocato per domani tra i dirigenti nazionali dell'Udc e gli esponenti locali recalcitranti a dimettersi seguendo l'esempio dell'opposizione.
COSA SUCCEDE ORA.
Le dimissioni della presidente comporteranno le dimissioni anche di tutti gli assessori della giunta e lo scioglimento del Consiglio. Lo stabilisce l'articolo 44 dello statuto della Regione Lazio, che disciplina le "ulteriori cause di cessazione dalla carica di presidente". "Le dimissioni volontarie - si legge nello statuto - la rimozione, la decadenza, l'impedimento permanente e la morte del presidente della Regione comportano le dimissioni della giunta regionale e lo scioglimento del consiglio regionale". Giunta e Consiglio potranno continuare a riunirsi soltanto per l'ordinaria amministrazione.
TOTONOMI.
Le dimissioni di Renata Polverini aprono anche i giochi in vista del voto anticipato. I primi "rumors" riguardano il centrosinistra. Il candidato "naturale" per la corsa alla Regione sembra essere l'attuale segretario regionale del Pd ed ex presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, ma circolano voci di una possibile candidatura dell'attuale ministro per l'Integrazione, Andrea Riccardi, sul cui nome potrebbe convergere anche l'Udc.
2- «FIORITO? COME LUSI»
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Franco Fiorito come Luigi Lusi. Più passano i giorni e più questa sembra essere l'idea della quale si stanno convincendo gli inquirenti della procura di Roma che indagano sulla gestione dei fondi da parte dell'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio. Insomma, Lusi e Fiorito come in uno specchio.
Sotto la lente di ingrandimento dei magistrati di piazzale Clodio, è arrivata oggi una relazione della guardia di finanza, sul percorso di circa un milione di euro usciti dai due conti del Pdl e finiti nei conti correnti, una decina, di Fiorito. Da qui la contestazione di peculato, reato che si prende in esame nel caso in cui la presunta sottrazione di danaro viene fatta da un pubblico ufficiale, come nel caso di Fiorito per effetto della sua funzione di capogruppo.
Una posizione, quella di Fiorito, al momento unico indagato nell'affaire dei fondi regionali, che potrebbe aggravarsi con il passare delle ore. Man mano cioè che gli inquirenti analizzano la mole di carte prelevate dalla guardia di Finanza anche nella sede del consiglio regionale del Lazio.
Luigi Lusi, accusato di essersi appropriato illecitamente di circa 23 milioni dalle casse della Margherita, e per questo ancora ai domiciliari in un convento, non rivestiva la funzione di pubblico ufficiale in quanto i partiti politici sono considerati associazioni. Da qui la contestazione di appropriazione indebita (e non di peculato) aggravato successivamente dall'associazione per delinquere.
Ma chi indaga è al lavoro non solo sul percorso dei soldi usciti dalle casse del Pdl e finiti nei conti correnti di Fiorito, ma anche sulle fatture per accertare se siano state modificate od emesse per forniture inesistenti. L'indagine della magistrature romana sull'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio si estende anche a questo fronte.
Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Alberto Pioletti, stanno esaminando, insieme con gli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, le carte sequestrate e la stessa documentazione contabile depositata da Fiorito ed hanno deciso di approfondire anche il tema della regolarità delle fatture sulla falsa riga di quanto sta già avvenendo a Viterbo dove "er Batman" è stato sentito oggi come testimone.
Intanto a piazzale Clodio si sta valutando l'ipotesi di convocare, per essere ascoltati come persone informate sui fatti, i consiglieri regionali nominati da Fiorito durante l'interrogatorio della scorsa settimana. Nei giorni scorsi c'é stato un primo contatto tra i due uffici giudiziari, ma altri si terranno nei prossimi giorni.
Intanto la ex fidanzata di Fiorito, Samatha Reali, lancia accuse nei confronti dei componenti del Consiglio regionale.«Non ce n'è uno pulito. Della Pisana non mi piaceva nulla - afferma -, ogni volta che andavo lì, volevo scappare. Oggi provo tanta rabbia per essere coinvolta in una cosa di cui non so nulla».
L'ex fidanzata di Fiorito, assistita dall'avvocato Fabrizio Gallo, si dice «pronta ad andare dai pubblici ministeri per chiarire tutto e rispondere a tutte le loro domande». Sembra quindi pronta a riservare nuovi colpi di scena l'inchiesta romana che ha sollevato il velo su quello che era considerato "il sistema Lazio" e che questa sera ha portato alle dimissioni della governatrice Renata Polverini.
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