SEVERINO-INO-INO - IL PDL MINACCIA DI NON VOTARE LA FIDUCIA SULLA LEGGE ANTI CORRUZIONE - LA CALTAMINISTRA NEL MIRINO DEI BANANA BOYS: “SUCCUBE DI INGROIA” - IMPAZZA LA “TRATTATIVA”: IL PDL DIREBBE SI’ ALLA LEGGE SOLO SE ABBINATA ALLE NORME SULLE INTERCETTAZIONI E ALLA RESPONSABILITA’ CIVILE DEI GIUDICI - PATRONI GRIFFI FA IL DURO E I PATONZA’S SI INCATTIVISCONO - MONTI E NAPOLITANO NON VOGLIONO STRAPPI…

Liana Milella per Repubblica

Ormai siamo all'ultimatum del Pdl sull'anti-corruzione. Il Pdl è pronto alla sfida e scatena l'offensiva. Ma il premier Monti, a colloquio con Napolitano, discute anche delle norme per far scudo ai corrotti e incassa dal presidente un importante sostegno. Come ha ribadito appena l'altro giorno il Guardasigilli Paola Severino, il ddl fa parte degli impegni che l'Italia ha assunto con l'Europa. Proprio questo sottolineano sul Colle. Di questo ragionano Monti e Napolitano.

Il presidente ribadisce che proprio la promessa fatta all'Europa comporta che la legge vada assolutamente approvata. "Deve essere portata a casa" si dicono il premier e il capo dello Stato. Naturalmente, sottolineano le fonti del Quirinale, modalità e tempi saranno decisi dal governo con le forze di maggioranza. Senza dimenticare che, insistono sul Colle, non solo il governo, ma anche i partner della maggioranza hanno sottoscritto gli stessi impegni e quindi non possono tirarsi indietro rispetto alle garanzie date all'Europa.

Nel giorno della nuova aggressione del Pdl sulla giustizia con la riproposizione del "trittico" - intercettazioni, responsabilità civile dei giudici, anti-corruzione - nelle stanze di Monti si rimarca che l'impegno ad andare avanti su tutti e tre i provvedimenti è garantito ma, come il ministro Severino ha ripetuto molte volte, "una sincronia tra le tre leggi, come invece vorrebbe il Pdl, è una richiesta impossibile perché i tempi parlamentari dei tre ddl sono differenti".

E qui cominciano le grane con i berlusconiani. Che, lette le affermazioni del ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi - "il ddl va approvato a ogni costo, anche con la fiducia" - hanno dato il là all'ennesima giornata di minacce. "Non voteremo la fiducia se il testo non verrà concordato con il Pdl" dice il presidente dei senatori berlusconiani Maurizio Gasparri che ha scatenato la guerra contro Severino da quando lei gli ha chiuso il tribunale di Rossano, suo feudo elettorale.

Gasparri, in una telefonata al ministro della Giustizia prima delle ferie, l'ha sfidata direttamente e senza preamboli: "D'ora in poi, ogni giorno, ti darò il tormento". Ha mantenuto la parola, perché l'intero mese di agosto è stato contrassegnato dalle sue uscite quotidiane contro il Guardasigilli "succube di Ingroia", la cui politica della giustizia è "un disastro".

Ma la posizione di Gasparri non pare isolata, tant'è che ancora ieri, subito dopo la sua uscita, il suo omologo alla Camera Fabrizio Cicchitto l'ha "sottoscritta" in pieno. Lo stesso segretario del Pdl Angelino Alfano, prima delle ferie, aveva intimato a Severino di andare avanti sulle intercettazioni, preannunciando una "campagna d'autunno" del Pdl.

Bisognerà vedere adesso se, nell'incontro che lo stesso Alfano si appresta ad avere ad horas con Berlusconi a vacanze finite, si parlerà di giustizia oltre che di legge elettorale. Indiscrezioni di fonte Pdl dicono che i due sono intenzionati a chiudere sul sistema di voto e che dovrebbero pronunciare pure l'ultima parola sulla giustizia. L'intenzione è proprio quella di riproporre il "trittico" non solo in un blocco unico, ma con norme in cui la parola del Pdl pesi in maniera determinante. Niente fiducia, a meno che ogni virgola non venga concordata.

L'aggressione del Pdl preoccupa il Pd. Se ne fa portavoce la presidente dei senatori Anna Finocchiaro: "L'Italia ha urgente bisogno di una legge contro la corruzione. Il testo passato alla Camera è certamente perfettibile, ma è accettabile. Sarebbe importante per il Paese che diventasse legge al più presto". E sulla fiducia: "Io non so se il governo la metterà e penso che sia giusto che il Senato discuta. Ma siamo all'empasse e sarebbe una decisione grave se, di fronte alla fiducia, il Pdl decidesse di non votarla".

Poi una proposta risolutiva che certamente non è destinata a piacere al Pdl: "Ho già avuto modo di dire nelle scorse settimane che l'unico modo per far sì che questo testo veda la luce è non cambiarne una virgola e votarlo al più presto anche in Senato".

 

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