CHE SI SONO DETTI JOE BIDEN E XI JINPING NELLA LORO LUNGA TELEFONATA? – IL COLLOQUIO È DURATO UN’ORA E 45 MINUTI E IL PRESIDENTE CINESE HA AVVERTITO “SLEEPY JOE”: “IL RICONOSCIMENTO DI TAIWAN È UNA LINEA ROSSA INVALICABILE”. BIDEN, CHE AVEVA MINACCIATO DI DIFENDERE L’ISOLA COME FATTO CON KIEV E DEFINITO XI "UN DITTATORE", HA AMMORBIDITO I TONI CHIEDENDO DI “FRENARE LE PROVOCAZIONI MILITARI” - IL PRESIDENTE AMERICANO LO HA RIMBROTTATO PER L'APPOGGIO ALL'APPARATO MILITARE RUSSO - LA QUESTIONE DI TIK TOK, I DAZI COMMERCIALI E...
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per "La Repubblica"
Biden ha rimproverato a Xi l’appoggio all’apparato industriale e militare russo; le minacce alla sicurezza di Taiwan e alla libera navigazione nel Mar Cinese Meridionale; le pratiche commerciali non eque e i rischi posti da TikTok, confermando la richiesta di un cambio di proprietà. Il leader cinese gli ha risposto che il riconoscimento dell’isola separatista è una linea rossa invalicabile, e ha protestato contro le misure protezionistiche che mirano a impedire al suo Paese di svilupparsi secondo le proprie capacità.
Ma il dialogo almeno è ripreso e continua, e la franchezza può diventare un metro del suo successo, per gestire in maniera responsabile la competizione tra Washington e Pechino senza precipitare verso i conflitti scelti invece da Mosca nella sua sfida contro l’Occidente.
È durata un’ora e 45 minuti, la telefonata di ieri mattina fra Biden e Xi. Era la prima volta che si sentivano, dopo il vertice di novembre in California, e la Casa Bianca aveva presentato il colloquio come un “check in”, contatto di routine per verificare i progressi compiuti e le divergenze rimaste da sanare.
Non erano attese novità concrete particolari, ma i colloqui proseguiranno con la visita nella Repubblica popolare della segretaria al Tesoro Yellen, prevista a giorni, e quella del segretario di Stato Blinken, che invece avverrà nell’arco di qualche settimana.
Biden ha avvertito Xi che aiutando Putin ad aggredire l’Ucraina mette a rischio la stabilità dell’Europa, compromettendo quindi gli stessi interessi economici e strategici di Pechino. Ha ribadito il rispetto della “One China policy”, ossia il riconoscimento della Repubblica popolare come l’unica Cina. In passato però si era lasciato sfuggire la promessa di difendere Taipei, se fosse aggredita come Kiev, cancellando l’ambiguità adottata per decenni da Washington. Non ha ripetuto la minaccia, ma ha sollecitato Xi a frenare le provocazioni militari contro Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale. […]
Ha ribadito che gli Usa non vogliono soffocare la Repubblica popolare, ma competere lealmente, e quindi ha lamentato le pratiche protezioniste di Pechino, ribadendo che continuerà a frenare gli investimenti o i trasferimenti di tecnologia che mettono a rischio il suo Paese. Il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha confermato la preoccupazione per interferenze cinesi nelle elezioni di novembre, sul modello di quanto fatto dalla Russia, ma su questo fronte Biden «non ha aggiunto altro a quello che si erano già detti». […]
Xi gli ha risposto che «Taiwan è la prima linea rossa che non può essere valicata nelle relazioni bilaterali», chiedendo «azioni concrete» per dimostrare l’impegno a non favorirne l’indipendenza. Se però intendeva la fine degli aiuti militari, o il ritiro dei soldati americani che addestrano quelli dell’isola, difficilmente verrà accontentato.
Poi ha protestato contro «il flusso infinito di misure» prese dagli Usa per frenare l’economia e lo sviluppo scientifico e tecnologico del suo Paese, a cominciare dai limiti alle esportazioni di semiconduttori. Ma Biden ha risposto che continuerà a «prendere le azioni necessarie, per evitare che la tecnologia Usa venga usata allo scopo di minare la nostra sicurezza nazionale».
xi jinping durante l incontro con joe biden