raffaele fitto giorgia meloni recovery fund pnrr

LO SPOILS SYSTEM FA L’UOMO LADRO: IL "RIBILANCIAMENTO" DEI DIRIGENTI PUBBLICI È L’OCCASIONE, PER GIORGIA MELONI, PER SISTEMARE ANCHE LA RAGIONERIA DELLO STATO – FITTO SI È CONVINTO CHE LA COSTOLA CHE SI OCCUPA DEL PNRR DEBBA RISPOINDERE A LUI. CIOÈ A PALAZZO CHIGI, MENTRE LA RAGIONERIA È SEMPRE STATA PARTE DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA. MA LA DUCETTA L'HA GIURATA A BIAGIO MAZZOTTA DOPO LE POLEMICHE SULLA MANOVRA...  – INTANTO È PARTITO IL REPULISTI DEI TECNICI CHE LAVORANO SUL RECOVERY FUND, CHE PERÒ ANDRÀ COORDINATO CON BRUXELLES (NON POSSONO ESSERE SOSTITUITI DA UN PINCO PALLINO CHE NON HA IN MANO I DOSSIER…)

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

DAVIDE CIFERRI

Davide Ciferri, economista dell'energia, docente della Luiss e alto funzionario della Cassa depositi e prestiti, da poco meno di un anno ha scelto un'esperienza nuova. Si è candidato per lavorare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha superato una selezione, è entrato in una lista di tre potenziali dirigenti e da lì è stato scelto dall'allora ministro Enrico Giovannini per un posto che prima non esisteva: capo dell'Unità di missione per il Pnrr di quello che oggi è il ministero delle Infrastrutture. Ciferri è diventato responsabile dei 25 miliardi di euro che il Piano riserva a quel settore.

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

Lo è ancora. Ha centrato nei tempi la riforma delle concessioni portuali e lanciato puntualmente tutti i bandi di gara per i progetti. Ma di recente ha notato un cambio: il fiume di email con i documenti di rilievo prima è diventato un rigagnolo, poi si è fermato; le convocazioni alle riunioni, anche. Improvvisamente è diventato dirigente fantasma con ufficio a pochi passi da quello del vicepremier, e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

 

L AVANZAMENTO DEL PNRR A DICEMBRE 2022

Il caso Ciferri è il primo segnale di una rotazione di funzionari che, con il cambio di governo, andrà oltre i 40 istituzionalmente scelti dai politici. Il ruolo suo e degli altri capi di Unità di missione Pnrr in ciascuno dei ministeri non sono di vertice assoluto, dunque non dipendono dalla chiamata personale di un politico e non sono liquidabili per semplice volontà di questi.

 

fitto meloni

Tanto più che il sistema di gestione (in burocratese, la «governance») del Piano è una delle riforme per legge sulla base delle quali l'Italia ha già ricevuto decine di miliardi da Bruxelles. Cacciare i vecchi manager del Pnrr e chiamarne di nuovi con un atto d'imperio equivarrebbe a mettere una soglia a cui si possono rifiutare i pagamenti per carta (come prevedeva sui Pos, fino quasi all'ultimo, la legge di bilancio): una controriforma del Pnrr, che avrebbe bloccato le erogazioni.

 

ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI

Salvini intanto si porta avanti a suo modo, isolando il funzionario che ha trovato al suo arrivo. Ma Raffaele Fitto, il ministro degli Affari europei responsabile del Piano, ha avviato un confronto con Bruxelles proprio per cambiare la «governance» (leggi: anche parte dei dirigenti) con una nuova norma e senza strappi. Non è in sé inconcepibile che i nuovi ministri vogliano persone di propria fiducia nei compiti più delicati del Pnrr.

 

Fitto la settimana prossima chiederà a ciascuno dei colleghi un giudizio sulla propria unità di missione e le situazioni sono varie: alla Giustizia sembra esserci stabilità e continuità di rapporti; a quello che oggi è il dipartimento Innovazione tecnologica di Palazzo Chigi l'arrivo del sottosegretario Alessio Butti di Fratelli d'Italia, al posto dell'ex ministro Vittorio Colao, è stato seguito da una serie ripetuta di dimissioni di alto profilo nell'Unità di missione (budget nel Piano, 33 miliardi).

 

GIORGIA MELONI PNRR

Di certo Fitto confronterà i pareri dei ministri sui manager con i risultati di questi ultimi. Il ministro insiste a dire a tutti che la valutazione di ciascuno si farà sui risultati. Di certo qualunque forma di «spoils system» sulle strutture di gestione andrà coordinato con Bruxelles e inserita nel decreto su semplificazione e governo del Pnrr previsto nella seconda metà di questo mese.

 

Lì potrebbe esserci anche qualche sorpresa che riguarda la Ragioneria dello Stato, almeno nel Servizio centrale per il Pnrr: la parte dell'organismo del ministero dell'Economia che rendiconta la spesa dei quasi 200 miliardi di Bruxelles. Fitto si è convinto che quella costola della Ragioneria debba rispondere a lui, perché è lui ad avere la responsabilità per il Pnrr.

BIAGIO MAZZOTTA - RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO

 

Per il ministro, quella struttura ha un ruolo essenziale in un progetto politico importante del governo. Ma Fitto opera da Palazzo Chigi e la Ragioneria, fortissima dei suoi poteri di far rispettare i vincoli costituzionali sul bilancio, è sempre stata parte della struttura del ministro dell'Economia.

 

Così il decreto di questo mese sulla «governance» del Pnrr potrebbe fare un passo già sognato a suo tempo dai sottosegretari alla Presidenza Gianni Letta (sotto Silvio Berlusconi) e Antonio Catricalà (sotto Matteo Renzi): portare almeno un po' della Ragioneria a Palazzo Chigi, toglierla all'Economia. Renderla un corpo meno alieno dal leader che, a turno, vola nei volubili sondaggi italiani.

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI fitto meloni

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)