SPRECOPOLI SICULA: LIEVITANO LE POLTRONE DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA E ANCHE I GRILLINI CHIEDONO ALTRI POSTI

Felice Cavallaro per il "Corriere della Sera"

S'è rischiato di sfiorare un imbarazzante primato ieri a Palazzo dei Normanni, sfarzosa dimora di re e vicerè di Sicilia, dal 1946 sede di 90 deputati che al vertice dell'Assemblea regionale hanno sempre avuto un consiglio di presidenza composto da 9 membri. Da qualche mese portato a 12 e ieri sul punto di raggiungere quota 14. Ma, forse, il confronto con la Camera dove i 630 inquilini di Montecitorio sono «governati» da un ufficio di presidenza composto da 18 deputati ha fatto capire che era meglio soprassedere evitando pessime figure in tempi di forzata spending review.

E hanno dovuto farsene una ragione anche i 14 grillini che pressano più di altri per ampliare la rosa, convinti di esercitare un sacrosanto diritto come uno dei gruppi più numerosi a invocare un loro rappresentante nell'ufficio guidato dal presidente dell'Assemblea Giovanni Ardizzone. Per la verità uno l'avevano.

Ed erano riusciti a piazzarlo come vice a fianco di Ardizzone, ma Antonio Venturino, un passato di attore fra Londra e Piazza Armerina, ha mollato Grillo e s'è tenuto la ricca diaria di circa 8 mila euro al mese che la Rete gli chiedeva di restituire. Un tradimento, per il capogruppo Giancarlo Cancelleri che adesso vuole un suo deputato nell'ufficio più ambito del Palazzo dopo aver chiesto invano le dimissioni di Venturino. Con l'effetto di provocare un ulteriore allargamento dell'organo già slabbrato dalla divisione di altri gruppi in gruppetti.

Ardizzone aveva infatti concesso tre deroghe, come il Regolamento interno gli consente, a gruppi che nelle migrazioni di maggioranze ballerine s'erano ritrovati con meno di 5 deputati. È il caso di Grande Sud, Cantiere popolare e Democratici riformisti che hanno fatto inserire nel consiglio Maria Luisa Lantieri, Salvatore Cascio e Salvatore Lo Giudice.

Con queste tre new entry si è passati da 9 a 12, mentre si rischia di zompare a quota 14 con l'avance dei grillini e con l'analoga richiesta di Nello Musumeci, l'ex candidato malamente sostenuto dal Pdl e sconfitto da Rosario Crocetta nella corsa a governatore, anche lui prosciugato da fughe che hanno ridotto al minimo il suo gruppo.

Se passa l'idea che spetta un posto a ogni gruppetto di tre deputati o che si debba aggiungere un posto a ogni cambio di casacca c'è il rischio che prima o poi si arrivi ai 18 della Camera. No, Ardizzone giura che non sarà così, che «non si arriverà a 14 e che 12 sono già troppi», come diceva ieri sera rinviando il tema a martedì prossimo, deciso a restare «ligio alla norma interna», ma pronto a chiedere «una rivisitazione del Regolamento perché è ovvio che con 14 componenti ogni riunione rischia di diventare un'assemblea senza fine...».

Ma, lungaggini a parte, c'è chi fa i conti e scopre che ognuno di quei «posti» all'Assemblea costa circa 150 mila euro all'anno perché, tanto per fare un esempio, i tre segretari e altri tre di prima nomina, Antony Barbagallo (Pd), Orazio Ragusa (Udc) e Dino Fiorenza (Mpa), hanno diritto a una indennità di 2 mila euro, più 6 mila per gli addetti alla segreteria particolare e circa 3 mila per un «comandato».

Il tutto da aggiungere ai 12 mila euro e passa spettanti ogni mese. Conti fatti e rifatti ieri alle 16.14 mentre in aula cominciava una seduta destinata a trasformarsi in un altro record visto che è stata chiusa alle 16.35. Ma occupando i primi 5 dei 21 minuti di lavoro alla ricerca di uno di quei sei segretari del consiglio di presidenza, tutti assenti. Tanto che s'è fatto avanti un volontario, Vincenzo Vinciullo, dissidente Pdl sospeso a Siracusa, in lite con Stefania Prestigiacomo: «Un segretario ci vuole. Che fare? Non è la prima volta».

E un sorriso ironico corre alla miracolosa norma che realizza la presenza dei deputati assenti. Perché quei sei e altri 26 deputati, cioè tutti i componenti dell'ufficio di presidenza, capigruppo e presidenti di commissione, sulla carta, sono sempre presenti per definizione. E non soggetti alla trattenuta di 224,90 euro della diaria base di 3.500 euro. Una «multa» prevista per tutti, tranne per i 32 titolari beneficiati dal refrain «non si vede, ma c'è».

 

 

 

CrocettaCANCELLERI VERSUS CROCETTA ANTONIO VENTURINO Prestigiacomo

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...