giorgia meloni matteo salvini fuoco palazzo chigi scontro

DOPO AVERGLI INVIATO UN "PIZZINO" INVITANDOLO AD ABBASSARE LA CRESTA ("SE NON AVESSI PIU IL CONSENSO, NON STO QUA A SOPRAVVIVERE"), LA MELONI INFILZA IL "CAGACAZZI" NUMERO 1 DEL GOVERNO MATTEO SALVINI SULLE “ELEZIONI FARSA” IN RUSSIA E SU NAVALNY. PER TUTTA RISPOSTA IL CAPITONE DISERTA PALAZZO MADAMA PER LE COMUNICAZIONI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO. FONTI LEGHISTE: “ERA AL MINISTERO A LAVORARE” – LA DUCETTA E’ FURIBONDA: “NO A TENTENNAMENTI SULL’UCRAINA” – PANDEMONIO PER LE PAROLE DEL SENATORE DI FDI ROBERTO MENIA SUL "FEMMINEO" MACRON. I SONDAGGI CHE DANNO I “FRATELLI DI COLLE OPPIO” IN CALO E L’ULTIMATUM DEGLI EUROPOTERI SUL MES: DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/messaggi-codice-meloni-ndash-nell-rsquo-intervista-monologo-ad-388789.htm

 

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica” - Estratti

 

MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

L’unica cosa davvero chiara è un’assenza: nell’Aula del Senato non c’è traccia di Matteo Salvini. Assente ingiustificato, anche se Giorgia Meloni spende cinque ore a Palazzo Madama per un giorno di dibattito in vista del Consiglio europeo di domani a Bruxelles. Le telecamere scrutano tra i banchi dell’esecutivo, invano: non c’è. Con gesto caritatevole, Roberto Calderoli copre il vuoto della poltrona sedendo al posto del suo segretario.

 

«Avrà avuto altri impegni», comunica con una punta di veleno il capogruppo padano Massimiliano Romeo. Dallo staff del ministro fanno di peggio: è impegnato in alcuni incontri nel suo studio. La premier è visibilmente infastidita, perché il leader del Carroccio, che lunedì elogiava le elezioni russe, viene evocato in decine di interventi dell’opposizione durante il dibattito: «A quale dei suoi vice dobbiamo dare retta sulla Russia, a Salvini o ad Antonio Tajani?».

 

La premier non vuole ufficializzare lo scontro, dunque glissa, seda, sopisce.

meloni salvini

È un quadro imbarazzante. Dicono fonti di governo che i due leader si sarebbero sentiti al mattino, per discutere del codice della strada. Qualcuno parla di un incontro segreto, ma manca la conferma. Fatto sta che Salvini non si mostra al Senato.

 

Non sarebbe neanche lo scenario peggiore: la sua presenza avrebbe infiammato l’Aula rendendo impossibile dribblare il problema. Di Ucraina, d’altra parte, si finisce comunque per discutere. E di Salvini, che Meloni mai nomina: «La maggioranza è coesa – è il massimo che riesce a dire, replicando al dem Filippo Sensi – non c’è nulla oltre la linea politica che un governo vota in Aula e rappresenta all’estero senza tentennamenti. Piuttosto, qualche tentennamento c’è nel Pd». «Ci dice formalmente cosa pensa delle parole del suo vice?», insiste Francesco Boccia.

 

Eppure, con la Lega un problema esiste. Diventa ancora più chiaro quando la premier prende le distanze da Emmanuel Macron, che aveva ipotizzato l’impiego di militari europei sul suolo ucraino. «Approfitto per ribadire che la nostra posizione non è favorevole in alcun modo», anche perché «foriera di una escalation pericolosa da evitare ad ogni costo ». La Lega sceglie l’unico punto su cui la leader si mostra meno radicale dei francesi sul sostegno a Kiev per incunearsi: «Le parole della presidente sull’Ucraina, con particolare riferimento al rischio escalation, confermano la linea responsabile e di buonsenso del governo, così come auspicato da sempre dalla Lega ».

giorgia meloni matteo salvini

 

Di fatto, ribalta quanto sostenuto da Meloni: è lei, giurano fonti vicine a Salvini, a sposare l’approccio leghista. E si va avanti così, con una distanza siderale, ma che Meloni continua a non certificare.

 

Eppure, basta ascoltare il resto dei ragionamenti della premier per rendersene conto. Condanna le «elezioni farsa» nei territori ucraini occupati, così come le «vicende che hanno portato alla morte in carcere di Navalny, il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato».

 

A chiudere la giornata parlamentare, però, è l’incredibile sortita del senatore di FdI Roberto Menia, che arriva a sostenere: «La pace non si fa ipotizzando interventi militari per i pruriti muscolari di uno che si presenta piuttosto femmineo. E capite di chi parlo». «Definire Macron femmineo è una mancanza di cultura», replica sdegnato Matteo Renzi.

 

 

(...)

 

matteo salvini e giorgia meloni MELONI SALVINIgiorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldi

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...