SUONA IL GONG PER LE ONG – ORA CHE MATTARELLA HA FIRMATO IL DECRETO SULLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE, CHE FARANNO LE NAVI DEL MEDITERRANEO? LA NUOVA NORMA STABILISCE UN NUOVO CODICE DI CONDOTTA PER I SALVATAGGI, E IMPONE DI EFFETTUARE UN SOLO SOCCORSO, PRIMA DI PROCEDERE VERSO IL PORTO ASSEGNATO. GLI EQUIPAGGI RISPETTERANNO LA LEGGE? LO VEDREMO PRESTO: IN MARE C’È LA NAVE GEO BARENTS DI MEDICI SENZA FRONTIERE, CON 85 PERSONE A BORDO, CHE HA RICEVUTO LA SEGNALAZIONE DI UN’IMBARCAZIONE IN PERICOLO. SE PROCEDE CON IL SOCCORSO, RISCHIA UNA MULTA DA…
Flavia Amabile per “la Stampa”
Chiunque vada in mare, o sappia come funziona un soccorso, sapeva che il punto più debole del decreto sulle Ong che stabilisce un nuovo codice di condotta per le loro operazioni di salvataggio dei migranti era l'obbligo di limitarsi a un solo soccorso e poi procedere verso il porto assegnato. Il provvedimento è stato firmato ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale.
GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO
Non è quindi ancora in vigore ma è evidente che sarà difficile che la volontà del governo sia rispettata. La nave Geo Barents è l'unica a trovarsi in mare in questi giorni. È salpata il 30 dicembre dal porto di Augusta in Sicilia. Nella tarda sera del primo gennaio ha soccorso 41 persone in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia su richiesta del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo.
Il salvataggio si è svolto nel buio più totale e in condizioni difficili - ha raccontato Medici Senza Frontiere, che gestisce la Geo Barents - perché la barca su cui viaggiavano le persone si era capovolta. «Sono stati momenti molto concitati - racconta Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents - Le persone stavano rischiando di affogare in mezzo alle onde, la benzina, e stavano lottando tra la vita e la morte.
Per molto tempo abbiamo temuto che qualcuno si fosse perso in mare o che fosse affogato. In realtà, per fortuna, siamo riusciti a soccorrere tutti, le persone stesse ci hanno confermato che non mancava nessuno. Erano in mare da tre giorni e a bordo di un'imbarcazione che stava già imbarcando acqua quando siamo arrivati. Quest' operazione, per fortuna, è finita bene a differenza di molte altre che avvengono nel Mediterraneo centrale. Sono più di duemila le persone che hanno perso la vita in un anno».
Nella giornata di ieri c'è poi stato un trasbordo sulla Geo Barents di 44 persone da una nave mercantile, poi le autorità italiane hanno assegnato il porto di Taranto e la nave di Medici senza Frontiere con 85 persone bordo ha iniziato a fare rotta verso la città pugliese, dove conta di arrivare dopo due giorni di navigazione.
Mentre procedeva verso Taranto è arrivata la segnalazione di un'imbarcazione in pericolo attraverso l'Alarm Phone. In base alle nuove regole decise dal governo la nave non può sostare ulteriormente in mare dopo un soccorso e dovrebbe far formalizzare la richiesta di asilo da parte dei profughi già a bordo. In caso di violazione delle norme, sono previste multe fino a 50 mila euro e la confisca dell'imbarcazione.
Lo staff a bordo della Geo Barents, però, non ha avuto dubbi su che cosa fare. Dopo le due operazioni avvenute a distanza di poco tempo l'una dall'altra e richieste dalle autorità italiane, è andata a prestare il terzo soccorso.
«Mentre procedevano verso Taranto - ha raccontato Fulvia Conte - abbiamo ricevuto la notizia di un'altra imbarcazione in pericolo». La nave ha effettuato lunghe ricerche nel tratto di mare segnalato, «senza tardare l'arrivo a Taranto», precisa l'Ong. Le ricerche però non hanno dato alcun risultato, la nave non ha trovato imbarcazioni né eventuali naufraghi. Resta ancora una prescrizione da osservare, la necessità di chiedere di formalizzare la domanda di asilo alle persone a bordo della nave. «Preferiamo vedere il testo finale del decreto per poterci esprimere e valutare il da farsi», hanno precisato da Medici senza frontiere. In ogni caso perché le nuove norme siano in vigore bisogna attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO
L'ultima nave di una Ong sbarcata sulle coste italiane, già prima dell'approvazione del provvedimento, è stata la Ocean Viking approdata sabato a Ravenna con 113 migranti. Tra questi è stata ricoverata a scopo precauzionale una donna con un bambino di 17 giorni. A parte quella di Msf, le navi delle altre Ong sono al momento nei porti di Italia e Spagna.
Oltre alla Ocean Viking di Sos Mediterranée, ora ferma a Ravenna, ci sono la Rise Above di Mission Lifeline ad Augusta (stesso porto da cui da venerdì scorso è salpata la Geo Barents) e la Life Support di Emergency a Livorno. La Humanity 1 di Sos Humanity, la Louise Michel dell'omonima Ong, la Open Arms, la Astral e la Sea Eye 4 di Sea Eye sono nei porti delle coste iberiche.
Rimanere fermi non vuol dire rinunciare all'attività. «I nostri propositi per il 2023 - scrive in un tweet la Ong Sea Eye - sono di salvare vite ancora più vite. Perché nel corso dell'anno migliaia di persone fuggiranno nuovamente dalla Libia, Paese in guerra civile, a rischio della propria esistenza. Saremo lì per aiutare quanti più possibile».
geo barents cataniaMIGRANTI SBARCATI A CATANIA DALLA GEO BARENTS