virginia raggi luigi di maio

LA RAGGI E’ SEMPRE PIU’ SOLA: ANCORA ALTA TENSIONE CON DI MAIO - IL MINISTRO CHIEDE LO STOP DEL PIANO DECORO, MA LA SINDACA TIRA DRITTO SULLA DELOCALIZZAZIONE DELLE BANCARELLE: "LA CITTÀ STA RIPARTENDO" - VIRGI HA INSERITO IL TEMA DEL COMMERCIO FRA GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI DALLA SUA AMMINISTRAZIONE. DI MAIO AVEVA GIÀ BLOCCATO UN'INIZIATIVA SIMILE DEL COMUNE DI ROMA A MAGGIO, POCHI GIORNI PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE…

Vincenzo Bisbiglia per www.ilfattoquotidiano.it

 

raggi di maio

Virginia Raggi tira dritto sulla delocalizzazione delle “bancarelle“. Nonostante la richiesta del ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio di sospendere il “piano decoro” del Comune di Roma, la sindaca non ha intenzione di cedere un millimetro. Uno “scontro istituzionale” che le parti ufficialmente negano, e che è tutto interno al M5S, visto che il vicepremier è anche il capo politico pentastellato. L’ennesima puntata di un rapporto con la titolare del Campidoglio che appare sempre più complesso.

 

 

Il “piano decoro” del Comune – Tutto ha inizio nella giornata di giovedì, quando la prima cittadina si reca in viale Regina Margherita, fra il Policlinico Umberto I e la Città Universitaria, per presentare la “liberazione” del marciapiede dalle numerose bancarelle che lo popolavano da anni, fra l’altro occupando h24 le aree di sosta. “Abbiamo portato avanti un lavoro necessario e non più procrastinabile, perché i suk arrangiati sui marciapiedi non possono essere più tollerati, soprattutto a ridosso di ospedali o stazioni ferroviarie”, ha detto la prima cittadina, in compagnia della minisindaca del II Municipio, Francesca Del Bello, in quota Pd.

 

 

virginia raggi luigi di maio

Ma nella stessa giornata, secondo indiscrezioni non smentite, è arrivata una telefonata del gabinetto del Mise, di diretta competenza di Luigi Di Maio. La richiesta è quella di fermare la delocalizzazione. “Almeno per il momento”, spiegano fonti ministeriali. C’è la necessità, da parte del titolare dello Sviluppo Economico, di “rafforzare il confronto e la partecipazione delle parti interessate per garantire tutte le tutele necessarie e senza provocare choc nel settore“, avrebbero spiegato i ministeriali al Campidoglio secondo quanto riportato da RomaToday. Il motivo starebbe nell’interlocuzione in atto fra il governo e le associazioni del settore “per ridefinire le regole a livello nazionale“. Il M5S, infatti, è sempre stato contro l’applicazione della direttiva Ue 123 del 2006, meglio conosciuta come “Bolkestein“, lo strumento utilizzato dal Comune di Roma per avviare il “piano decoro“. E la discussione, come noto, coinvolge altre categorie come i balneari e i tassisti.

RAGGI DI MAIO

 

 

bancarelle

La replica del Campidoglio: “Andiamo avanti” – Virginia Raggi, tuttavia, non vuole rinunciare a uno dei suoi cavalli di battaglia. In un’intervista a Radio Radio, la sindaca ha inserito il decoro fra i risultati che a suo giudizio farebbero ritenere che “la città sta ripartendo“. “Abbiamo fatto qualcosa di storico”, ha ribadito la prima cittadina. Lo conferma a IlFattoQuotidiano.it anche il presidente della commissione capitolina Commercio, Andrea Coia: “Il lavoro nostro e quello dei responsabili nazionali è su livelli diversi – afferma – Noi ci basiamo sulle normative esistenti e vogliamo andare avanti perché la situazione romana non ha eguali nel resto del territorio”. Poi Coia conferma: “Se arriverà una nuova legge ci adegueremo, ma dovrà sempre prevedere la possibilità di fare bandi e risolvere il caos attuale“.

 

 

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGIDI MAIO RAGGI

Non è la prima volta che Di Maio tenta di stoppare il Campidoglio proprio sul fronte delle bancarelle. Anche nel maggio scorso, a pochi giorni dalle elezioni europee, ha costretto la maggioranza pentastellata a ritirare proprio la proposta di delibera di Coia, che contemplava la trasformazione delle rotazioni in posti fissi da mettere a bando. L’obiettivo del provvedimento era provare a rimettere ordine nel Centro Storico capitolino, anche alla luce dell’inchiesta aperta a gennaio dalla Procura di Roma, che coinvolge anche alcuni componenti della famiglia Tredicine. A poche ore dalla presentazione in Aula Giulio Cesare, però, la delibera è tornata in un cassetto e non è più stata riproposta.

DI MAIO RAGGIbancarelleraggiDI MAIO RAGGI 2DI MAIO RAGGI LOMBARDI

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...