MIRACOLO! CI SONO GIUDICI CHE DANNO RAGIONE AL BANANA: IL TRIBUNALE DI MONZA DIMEZZA L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO PER VERONICA LARIO: DA 3MLN A 1,4 (FACCIAMO UNA COLLETTA?)

Giuseppe Guastalla per "Corriere.it"

Più che dimezzato l'assegno di mantenimento che ogni mese Silvio Berlusconi deve versare alla moglie separata Veronica Lario. A vibrare il pesante colpo di scure che ha ridotto l'appannaggio, portandolo da tre ad «appena» 1,4 milioni di euro, è stato il Tribunale di Monza al quale il Cavaliere ha deciso di rivolgersi a luglio in gran segreto per avviare una causa di divorzio nei confronti della moglie.

Come consente con una certa dose di bizzarria la legge italiana, sul matrimonio sono in corso due cause distinte, l'una di «separazione consensuale» e l'altra di divorzio. La prima, avviata dopo 22 anni di matrimonio il 3 maggio del 2009 da Veronica Lario, si svolge a Milano perché in quel momento lì risiedeva il «convenuto» Silvio Berlusconi, che solo da qualche tempo si è trasferito a Roma nella magione di palazzo Grazioli. La seconda causa, quella di divorzio, è stata intentata quest'anno da Berlusconi ed è in corso di fronte ai giudici di Monza perché Veronica Lario risiede nel territorio che fa parte del distretto di questo tribunale.

Nella causa di separazione, i giudici della nona sezione civile del Tribunale di Milano avevano stabilito a fine dicembre 2012 che per consentirle di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza con uno degli uomini più ricchi del mondo, come stabilisce la legge nel caso sussista una disparità economica tra i due coniugi, alla Lario dovessero andare 100.000 euro al giorno mentre all'ex premier sarebbe rimasta la favolosa villa Belvedere di Macherio in cui Veronica aveva vissuto fino al settembre 2010 crescendo i tre figli Barbara, Eleonora e Luigi prima di trasferirsi nella suite deluxe dell'Hotel de La Ville di Monza, con vista sulla Villa Reale.

La residenza da 120.000 metri quadrati, 70 stanze e parco sterminato ha un valore che si aggira intorno ai 78 milioni di euro e richiede una costante e complessa manutenzione per la quale l'ex premier ha calcolato di aver speso circa 20 milioni in un decennio e ritiene che ne dovrà spendere almeno 1,8 ogni anno.

Nello stesso momento, ciascuno dei coniugi rinunciava a chiedere all'altro «la separazione con addebito» di «un comportamento cosciente e volontario contrario ai doveri nascenti che derivano dal matrimonio», come «la violazione del dovere di fedeltà coniugale».

A stabilire i nuovi parametri economici in vista del divorzio è un'ordinanza emessa nella scorsa estate dal Tribunale civile di Monza presieduto da Anna Maria Di Oreste. La somma di 1,4 milioni di euro al mese, pari a 16,8 milioni l'anno o se si vuole a 46 mila al giorno, comunque meno della metà dei 36 fissati in precedenza a Milano, corrisponderebbe a quella sulla quale, a seguito della decisione dei giudici milanesi, era ruotata una trattativa tra Silvio Berlusconi, assistito dagli avvocati Ippolita Ghedini e Cristina Rossello, e Veronica Lario, patrocinata dall'avvocato Cristina Morelli.

Le cronache di gennaio riferivano di un faccia a faccia riservatissimo svoltosi proprio nella «casa coniugale» di Macherio e basato su una «piattaforma» che prevedeva la destinazione alla moglie del Cavaliere della residenza e di un appannaggio mensile intorno al milione e mezzo.

Dopo la clamorosa sentenza milanese, che in un attimo aveva fatto il giro dei media di tutto il mondo, Berlusconi aveva accusato le tre giudici della nona sezione civile di Milano essere «femministe e comuniste» aggiungendo, ospite di una trasmissione televisiva, di sperare comunque «in un accordo bonario e sensato con Veronica».

Quell'accordo, però, non si sarebbe concretizzato e quindi non sarebbe stato firmato da Berlusconi. Sulle basi della trattativa, però, ora sembra essersi mosso il Tribunale di Monza con una decisione sulla quale è possibile fare ricorso alla Corte d'appello di Milano che potrebbe modificare i termini, riducendo ulteriormente l'assegno, confermando la decisione di Monza oppure aumentandolo fino e oltre i tre milioni.

 

 

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