donald trump xi jinping

USA VS CINA, FUORI I SECONDI - TRUMP VARA L'HONG KONG ACT, UNA LEGGE  PER FRENARE LE BRAMOSIE DI PECHINO SULL’EX COLONIA BRITANNICA - IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, DONALD MOSTRA I MUSCOLI CON LA CINA CHE CONVOCA L'AMBASCIATORE USA: “DOVETE CORREGGERE L’ERRORE” - LA CASA BIANCA HA SOSPESO LE TRATTATIVE CON XI JINPING SULL’ACCORDO COMMERCIALE E L'ITALIA, CHE HA FIRMATO LA PARTECIPAZIONE ALLA NUOVA “VIA DELLA SETA”, FINISCE IN MEZZO: ORA DOBBIAMO DECIDERE SE SEGUIRE LONDRA NEL NEGARE A HUAWEI LA COSTRUZIONE DEL 5G OPPURE…

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

donald trump xi jinping

Tra Cina e Usa siamo arrivati alla convocazione degli ambasciatori, con Pechino che protesta contro le ingerenze di Washington. Questo perché alla sfida geopolitica di lungo termine, lanciata dalla Repubblica popolare per diventare la nuova superpotenza globale, si è aggiunta quella elettorale di Trump, che vuole usare lo scontro con Xi per guadagnare voti in vista del 3 novembre, a scapito dell'avversario democratico Biden. In questo quadro l'Italia ha un ruolo complicato da giocare per la disputa sull'assegnazione a Huawei del nostro network 5G, che ci trasforma nel vaso di coccio a rischio stritolamento.

 

arresti a hong kong

Proprio ieri, infatti, la Casa Bianca ha inviato un messaggio alla Stampa, con cui lascia capire che Trump prenderebbe un'eventuale scelta negativa da parte di Roma come un'offesa personale. Martedì il presidente ha firmato l'Hong Kong Autonomy Act, legge approvata all'unanimità dal Congresso per sanzionare chi mina la libertà dell'ex colonia britannica, più un ordine esecutivo per toglierle il trattamento preferenziale di cui godeva. Il ministero degli Esteri cinese l'ha presa molto male, definendo le azioni di Trump «un'interferenza» negli affari interni, e quindi ha convocato l'ambasciatore americano Terry Branstad per sollecitarlo a «correggere l'errore».

trump xi

 

Per ora siamo alle schermaglie diplomatiche, ma la nuova «Guerra fredda» sembra dietro l'angolo, che sia tecnologica o militare, come fanno temere le manovre delle portaerei Reagan e Nimitz nel Mar Cinese Meridionale. Questi eventi seguono in realtà due binari diversi. Il primo è la sfida geopolitica di lungo termine lanciata da Pechino a Washington, che riguarda la supremazia tecnologica, militare ed economica, e trova una riposta bipartisan compatta negli Usa.

 

proteste a hong kong per la legge sulla sicurezza nazionale 8

Il secondo è l'interesse elettorale di Trump, che spiega il suo cambiamento di linea tra febbraio e marzo. L'anno scorso il presidente era concentrato solo sul negoziato commerciale con Xi: lo stesso ex consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, ha rivelato nel suo libro che gli aveva chiesto di aiutarlo nella rielezione. Quindi non voleva fattori di disturbo, magari da parte dell'establishment militare e di politica estera, più concentrato sulla sfida di lungo termine.

 

via della seta

L'intesa preliminare era stata raggiunta a gennaio, ma era una piccola cosa: 200 miliardi di dollari di beni in più acquistati dalla Repubblica popolare, utili per accontentare gli agricoltori di Stati come l'Iowa, che Donald deve vincere per restare alla Casa Bianca. Il vero obiettivo però era negoziare un secondo accordo più ampio, da sbandierare in campagna elettorale. Perciò fino a febbraio Trump aveva elogiato Xi, difendendo anche la sua opaca gestione del Covid.

 

A marzo però l'epidemia è scoppiata negli Usa, in buona parte per i ritardi del presidente nel contenimento, perché temeva che provocasse la recessione alla vigilia del voto. Trump si è trovato nelle necessità di un capro espiatorio, e lo ha individuato nella Cina, con un doppio obiettivo: scaricare le sue colpe su Pechino, e accusare Biden di essere troppo morbido verso il nemico, anche perché questo messaggio dovrebbe aiutarlo con i lavoratori degli Stati contesi nella Rust Belt e nel Midwest.

 

L'ITALIA E LA VIA DELLA SETA VISTE DALLA PROPAGANDA CINESE 1

Perciò ha iniziato ad attaccare, dicendo che non vuole più parlare con Xi o negoziare il secondo accordo commerciale, perché tanto sarebbe impossibile, e comunque non gli sarebbe più così utile sul piano elettorale. L'Italia ci finisce di mezzo perché abbiamo firmato la partecipazione alla nuova «Via della Seta», e ora dobbiamo decidere se seguire Londra nel negare a Huawei la costruzione del 5G. Il consigliere per la sicurezza nazionale O' Brien ne ha appena parlato a Parigi con il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Benassi, e ieri la Casa Bianca per commentare questo colloquio ci ha sottolineato che Trump martedì sera ha citato Roma come uno degli alleati da cui si aspetta il bando. Così ci lascia ad un bivio: deludere lui o Xi, senza molti spazi di manovra.

 

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…