
TUTTI AL MARE (CON NUBIFRAGIO) PUR DI NON VOTARE – AD OSTIA VA ALLE URNE UN ELETTORE SU TRE – LA GRILLINA DI PILLO AL BALLOTTAGGIO CONTRO LA PICCA (FDI). CASAPOUND SFIORA IL 10% CON L’ENDORSEMENT DEL CLAN SPADA CHE CONTROLLA (CON LE CATTIVE) IL LITORALE. IL PD SCOMPARSO
Federico Capurso per La Stampa
Ostia si arrende. Nel giorno del suo possibile riscatto, con il ritorno al voto dopo due anni di commissariamento per mafia, decide di non decidere: alle 19 il dato dell' affluenza segna un misero 28,67%. Più di sette elettori su dieci hanno deciso di rimane a casa. Quello di Ostia non è un voto locale e sarebbe sbagliato considerarlo tale. Il «mare di Roma» è un quartiere che, se fosse autonomo, con i suoi 230 mila abitanti diventerebbe la quattordicesima città italiana per popolazione.
Qui, Virginia Raggi pesa per la prima volta il suo consenso nelle urne dall' elezione trionfante del giugno 2016. E la politica, tra le macerie di un territorio abbandonato a se stesso, ha trasversalmente tentato di ricostruire la propria immagine, trovando però la vittoria schiacciante dell' astensionismo.
Il crollo di affluenza è senza precedenti (dieci punti in meno del 2016) e getta una luce fredda sui primi dati emersi dallo spoglio. Come pronosticato dai sondaggi, dovrebbero andare al ballottaggio senza grandi insidie il Movimento 5 stelle, con Giuliana Di Pillo, e la coalizione di centrodestra che porta la candidata di Fdi Monica Picca. «Con Forza Italia - avverte però Davide Bordoni, consigliere capogruppo di Fi in Campidoglio - chiederemo di non fare apparentamenti politici con nessuna altra lista in vista di un eventuale ballottaggio».
Monica Picca candidata centro destra
E sulla stessa linea si muove il M5S, che però si gioca molto di più. In questo stesso municipio Raggi ha incassato nel 2016 il 43,8% dei voti. Un risultato lontano da quelle percentuali potrebbe dunque riaccendere i malumori mai sopiti nel M5S sulla gestione del Campidoglio, tra caroselli di nomine e la lentezza dell' azione amministrativa. Per questo nell' ultimo mese la Raggi ha fatto tappa sul litorale almeno una volta a settimana, anche solo per annunciare piccole opere di decoro urbano, nel tentativo di arginare una pronosticata emorragia di voti.
Rimane invece distanziato, e quindi fuori dai giochi, il Pd guidato da Athos De Luca. Lontano dall' aver lavato via l' onta della condanna a cinque anni di carcere del «suo» ex presidente di municipio. Mentre oltre ogni aspettativa si piazza il candidato dell' estrema destra di Casapound, che sfiorerebbe il 10%. Ben radicato sul territorio, tra pacchi di pasta regalati ai poveri, lotta per le case popolari e il fresco endorsement del clan Spada, una delle tre famiglie che si spartiscono il potere criminale del litorale romano.
Si parlerà del poco risalto dato a questa tornata elettorale, slegata dal più attraente voto per il sindaco di Roma. Si dirà che il nubifragio che si è abbattuto sulla Capitale - e con particolare ferocia sul litorale romano - allagando le strade e sradicando gli alberi, non ha certo invogliato. Ma la disfatta, che travolge indistintamente ogni forza politica, ha radici profonde. Lontane dall' allineamento casuale di sfortunati eventi.