carlo fuortes bianca berlinguer

USARE IL PRETESTO ORSINI PER COLPIRE BIANCA - COSA C'È DAVVERO DIETRO IL SILURAMENTO ANTICIPATO DELLA BERLINGUER E DEL SUO PROGRAMMA "CARTABIANCA"? LE ACCUSE DI "PROPAGANDA RUSSA" E IL SEMPRE PRESENTE PROF DELLA LUISS C'ENTRANO FINO A UN CERTO PUNTO: DA TEMPO ITALIA VIVA E PD ERANO INSOFFERENTI ALLA CONDUTTRICE CHE OSPITA SEMPRE I CINQUE STELLE - SI AVVICINANO LE AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO E IL CENTROSINISTRA HA BISOGNO DI LEVARSI DAI PIEDI OGNI OSTACOLO...

Marco Zini per www.tag43.it

 

luigi di maio bianca berlinguer foto di bacco

Come in un giallo di Agatha Christie, anche il caso della chiusura di Cartabianca, controverso talk show del martedì su Rai Tre, ha i suoi assassini nascosti nel retro del palcoscenico di viale Mazzini, quartier generale della tivù di Stato.

 

Il programma di Bianca Berlinguer, infatti, avrebbe dovuto fermarsi alla fine di giugno per poi riprendere come ogni anno il 6 settembre, come si può evincere dall’ultimo listino pubblicitario della tv pubblica, aggiornato allo scorso 27 aprile.

 

È stato quindi un blitz consumato negli ultimi giorni, e che nessuno nella redazione che lavora al programma si aspettava. Soprattutto dopo i buoni ascolti dell’ultimo mese, dove si sono toccati picchi del 7 per cento di share, ovvero 1 milione e 300 mila persone a seguire il programma, col risultato di superare più volte il diretto concorrente Di Martedì, il programma di Giovanni Floris su La7.

 

BERLINGUER ORSINI

L’accusa di fare da megafono alla propaganda russa

Eppure tutto questo non è bastato. Certo, nelle ultime settimane dove come tutti i talk di attualità anche Cartabianca si è focalizzato sulla guerra in Ucraina, sono piovute critiche sullo spazio dato a rappresentanti russi e accuse al programma di essere una sorta di prolungamento della comunicazione del Cremlino.

 

andrea scanzi a cartabianca in diretta da merano

L’hanno soprannominato Tele Putin (epiteto che riecheggia il Tele Kabul con cui veniva definito il tg della terza rete quando a dirigerlo c’era Sandro Curzi) anche per via della presenza ormai fissa del professore filorusso Alessandro Orsini.

 

andrea scanzi ospite di bianca berlinguer

Ma è davvero l’accademico della Luiss il problema? Difficile crederlo, visto che il professore spopola anche su altre tivù, in primis La7, e che l’accusa di fare da megafono alla propaganda di Mosca non riguarda certo solo il talk di Berlinguer.

 

I dubbi montano, tanto che all’interno della Rai e in alcuni giornali, su tutti Il Fatto quotidiano, comincia a farsi strada il sospetto che Orsini sia stato usato come casus belli da parte di chi, nemici interni e esterni all’azienda, e una parte del mondo politico, mal sopporti la presenza di Cartabianca nel palinsesto Rai.

 

MATTEO SALVINI BIANCA BERLINGUER

Del resto Carlo Fuortes, che a luglio dello scorso anno Palazzo Chigi ha fortemente voluto al vertice dell’azienda, in questi mesi non si era mai lamentato apertamente con Berlinguer.

 

Il precedente di Mauro Corona e il casus belli Orsini

Anche se certo non ha giocato a suo favore il fatto che la conduttrice si senta padrona del programma, e pensi di non dover rendere conto a nessuno, non solo all’amministratore delegato ma nemmeno al direttore di rete Franco Di Mare, con cui aveva già avuto un aspro scontro su uno degli ospiti fissi del programma, lo scrittore montanaro Mauro Corona.

 

CARLO FUORTES

Adesso è arrivato come un ciclone il caso Orsini, prima con la messa nel mirino del contratto (bloccato) che assoldava il professore come ospite fisso, poi per le sue opinioni abrasive su Mario Draghi e la posizione degli americani rispetto alla guerra.

 

L’irritazione di Palazzo Chigi e i mal di pancia di Pd e Italia Viva

Il sospetto di cui sopra fa riferimento a una battaglia politica nel vecchio stile della prima repubblica. A combatterla sono stati i governisti Italia Viva e il Partito democratico, sempre più insofferenti verso un programma dove spesso viene dato spazio agli esponenti del Movimento 5 stelle.

 

Ci stiamo avvicinando alle prossime elezioni amministrative del 12 giugno. E il centrosinistra ha bisogno di vincere o almeno di mantenere la leadership in diversi comuni. Secondo i fautori dell’intervento a gamba tesa della politica, che della Rai è il vero editore, Berlinguer era diventata scomoda e bisognava agire subito.

 

carlo fuortes foto di bacco

Così Fuortes nei giorni scorsi aveva tenuto a ribadire davanti alla Commissione di vigilanza che i talk «non sono la forma ideale per l’approfondimento giornalistico». E che insomma la Rai non può comportarsi come una tv commerciale. Ma le parole sono apparse strane per un’azienda che pesa sul nostro debito pubblico e che pesca soldi nelle tasche degli italiani.

 

«L’idea di giornalisti, operatori, scienziati, intellettuali chiamati a improvvisare su qualsiasi tema non penso possa fare un buon servizio pubblico», ha detto l’ad annunciando “discontinuità” già dai prossimi palinsesti.

 

massimo giletti

Il cambio di linea sui talk show e i precedenti di Giletti e Porro

Ci si chiede dunque se il neo acquisto Marco Damilano, chiamato per una striscia serale di 200 puntate a partire dal prossimo autunno, affronterà un solo tema, di cui è esperto, o anche lui si cimenterà in argomenti variegati come fanno i vituperati opinionisti?

 

nicola porro

Lo share dietro cui molti anchorman si trincerano, «non può essere l’unico criterio di valutazione di un programma», ha ribadito l’amministratore delegato. Un ribaltamento, come se la Rai, oltre che di canone, non vivesse di introiti pubblicitari la cui entità è modulata proprio sugli indici di ascolto.

 

Intanto nei corridoi di viale Mazzini si evoca il ripetersi di una storia già vista in passato, ricordando come la concorrenza abbia più volte beneficiato delle “epurazioni” dei conduttori Rai.

 

Massimo Giletti con l’Arena e Nicola Porro con Virus-Il contagio delle idee, ad esempio, sono diventati punti di riferimento rispettivamente a La7 e Rete4 dopo che Viale Mazzini aveva cancellato i loro programmi. La vicenda che ha per protagonista la combattiva Bianca ripeterà lo stesso copione?

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…