1. IL VERO GESÙ DEL “PATTO DEL NAZARENO” (SE REGGERÀ) SI CHIAMA GIORGIO NAPOLITANO 2. CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE AL SUCCESSO DELL’INCONTRO, RE GIORGIO SI È POTUTO PERMETTERE DI CONCEDERE UNA FORMA DI “GRAZIA-SALVACONDOTTO” (POLITICO) - O DI FORTE PROVA D’APPELLO RIABILITATIVA -, AL CAINANO PREGIUDICATO, CACCIATO DAL SENATO E DESTINATO AI “SERVIZI SOCIALI” CON UNA SENTENZA PENALE DEFINITIVA 3. PER IL QUIRINALE RIABILITARE BERLUSCONI È STATO ANCHE UN ESPEDIENTE PER SOTTRARLO AL MIRAGGIO DELLE ELEZIONI ANTICIPATE AGITATO DA BEPPE GRILLO. E ADESSO L’EX COMICO STELLATO È RIMASTO SOLO ANCHE NEL SUO ASSALTO AL QUIRINALE

DAGOANALISI
Nell'attesa che l'Ispanico Berlusconi si avvii definitivamente verso i Campi Elisi come il gladiatore interpretato dall'attore Russel Crowe nel film diretto da Ridley Scott, magistralmente raffigurato (politicamente) anche dal sommo Eugenio Scalfari nel suo magistrale editoriale su "la Repubblica" di domenica, il primo miracolo dal "Patto del Nazareno" è stato (piaccia o meno) la resurrezione del Cavaliere nero bandito dal Parlamento.

Infatti, non sono trascorsi nemmeno sessanta giorni da quello "storico" 27 novembre 2013 quando un voto dell'aula di palazzo Madama sancì, solennemente, la "decadenza", e l'incandidabilità futura a cariche pubbliche, del padre-tenutario della Casa delle libertà, tornata a chiamarsi Forza Italia.

Una sorta di nuovo 25 aprile per il quotidiano di largo Fochetti ormai trasformato dal direttore Ezio Mauro e dal suo editore, Carlo De Benedetti, in una sorta di album "il Monello" in cui si dà conto ogni dì delle avventure di Superbone-Renzi.

Una cacciata dal Tempio senatoriale che aveva fatto gridare proprio al suo prossimo alleato - il figliolo Renzi-Commodo del legionario Ispanico citato nella metafora scalfariana del gladiatore -, quel "game over" che oggi risulta assai improvvido.

Anche se nei prossimi mesi la ditta "Renzusconi" non avrà vita facile nel realizzare quel progetto di nuova legge elettorale "alla spagnola". Sia a causa della crisi patologica in atto dei cosiddetti partiti-personali, avviati all'autodistruzione anche per effetto della fine del Porcellum sancita dalla corte costituzionale; sia (e soprattutto) per l'idiosincrasia del Pd (con anima democristiana) a farsi inoculare il virus della personalizzazione del partito-apparato.

Tant'è. Il "Patto del Nazareno" ha finito per riaprire tutti i giochi sotto il cielo imbronciato dei Palazzi romani.
Con Berlusconi che torna da protagonista nel teatrone della politica. Del resto, non è la prima volta che ciò accade per effetto innanzitutto del tafazzismo praticato masochisticamente in casa del Pd. E con il Silvio risorto che riappare sul proscenio addirittura come protagonista sulla riforma della magna carta: legge elettorale e revisione della Costituzione per mettere fine al bicameralismo perfetto.
Un'eventualità impensabile.

Almeno fino all'altro. Lui, l'inossidabile, ormai "ingabbiato" ad Arcore insieme al cane Dudù e dato ormai per morto e sepolto. E con un partito-suddito che gli scappava di mano (scissione Alfano).
A quest'operazione: "Lazzaro alzati e cammina", non sembra tuttavia estranea la regia (più o meno occulta) dell'inquilino (scomodo) del Colle più alto, nonostante il silenzio paludato sul Colle dei giornaloni che hanno accompagnato le sue mosse.

Contribuendo in modo determinante al successo del "Patto del Nazareno", Re Giorgio si è potuto permettere pure di concedere (regalmente, ça va sans dire) una forma di "grazia-salvacondotto" (politico) - o di forte prova d'appello riabilitativa -, al leader dell'opposizione. Il Pompetta, cacciato dalle Camere e destinato ai "servizi sociali" per effetto di una sentenza penale definitiva.

Così, mentre i giornalisti-marmittoni montavano (sonnolenti) la guardia al Quirinale, Napolitano faceva cadere abilmente il silenzio sul suo ruolo (allargato e sussidiario, secondo le accuse (più o meno giuste) dopo le settimane sanguinose seguite alla cacciata del Cavaliere da palazzo Madama.

Con tanto di grida "al golpe" e la minaccia di chiedere l'impeachment per il capo dello Stato da parte della macelleria forzista e dell'ex comico Grillo.

Dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Corte costituzionale (4 dicembre 1913), Giorgio Napolitano - che sicuramente era stato informato prima delle motivazioni della bocciatura rese note soltanto il 13 gennaio dell'anno nuovo, tanto da esprimere a botta calda la legittimità del Parlamento in carica -, ha ripreso in mano il bandolo dell'intricata matassa politico-istituzionale. Nel tentativo (a quanto sembra riuscito) di arrivare a una tregua dignitosa per tutti i contendenti in campo (minato).

E nei colloqui riservati avuti le scorse settimane sia con Renzi sia con i visir del Cavaliere, Gianni Letta, Re Giorgio fissava pure alcuni paletti solidi per dissotterrare le asce di guerra: in vista del semestre europeo a guida italiana il governo Letta non era in discussione (aggiustamenti all'esecutivo, aggiungeva, sono possibili ma senza il ricorso a crisi al buio); sulla riforma della legge elettorale (da cui dipende la sua stessa permanenza al Quirinale, fissata per la primavera 2015), inoltre, andava coinvolto anche il principale partito di opposizione (ora nuovamente Forza Italia) e chi resta il suo padre-padrone (Berlusconi).

Il confronto sulla riforma stessa dello Stato necessita il massimo di coesione in Parlamento. Come, del resto, in passato ha sempre sollecitato proprio il centro-sinistra.
Come a dire? Certe riforme non si fanno "a maggioranza".

E per il Quirinale riabilitare Berlusconi è stato anche un espediente per sottrarlo al miraggio delle elezioni anticipate agitato da Beppe Grillo. Adesso l'ex comico stellato è rimasto solo anche nel suo assalto al Quirinale.

 

RENZI NAPOLITANOnapolitano letta renzi napolitano renzi firenze LANCIO DI UOVA PER BERLUSCONI AL NAZARENOPROTESTE PER BERLUSCONI AL NAZARENOalfano berlusconi adn x Ezio Mauro Gianni Letta e Enrico Cisnetto ENRICO E GIANNI LETTA

Ultimi Dagoreport

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…