barack obama joe biden donald trump

E ALLA FINE VINCE OBAMA – BARACK APPOGGIA PUBBLICAMENTE IL SUO EX VICE E AMICO BIDEN. COME VOLEVA FARE DALL'INIZIO, MA DOVEVA ASPETTARE CHE TUTTI GLI ALTRI SI SFILASSERO. COMPRESO IL VECCHIO BERNIE SANDERS, CHE HA RINUNCIATO E APPOGGIA IL MODERATO JOE – IL PARTITO SEMBRA RIUNITO. OVVIAMENTE GRAZIE A OBAMA, CHE INFATTI PROVA A PETTINARE I RADICAL DEL PARTITO: “NON FAREI PIÙ LE PROPOSTE DEL 2008, DOBBIAMO PROPORRE UNA PIATTAFORMA PIÙ PROGRESSISTA” – VIDEO

 

 

 

1 – PRIMARIE DEMOCRATICHE USA: SANDERS APPOGGIA BIDEN

Da www.lettera43.it

 

livestream di joe biden con bernie sanders

La sinistra del Partito democratico Usa comincia a fare quadrato intorno al futuro candidato alla Casa Bianca. Anche Bernie Sanders, che l’8 aprile si era ritirato dalla corsa, ha dato il suo endorsement a Joe Biden, vincitore delle Primarie dem in Winsconsin che si sono tenute la scorsa settimana nonostante l’emergenza coronavirus.

 

L’APPELLO VIDEO DI SANDERS

barack obama joe biden

«Sto chiedendo a tutti gli americani, a tutti i democratici, a tutti gli indipendenti, a un sacco di repubblicani, di unirsi in questa campagna per sostenere la tua candidatura, che io appoggio», ha dichiarato a sorpresa il senatore socialista in un video live condiviso a distanza con l’ex vicepresidente, per ragioni di coronavirus. «Non è un gran segreto che tu e io abbiamo differenze e non le ignoreremo», ha sottolineato Sanders, spiegando che i loro staff hanno discusso per settimane e stanno definendo delle task force per esaminare le aree politiche in cui le due anime del Partito democratico possono unirsi. La priorità, ha ammonito Sanders, è «rendere Donald Trump un presidente con un solo mandato». «Farò il possibile perché ciò accada», ha garantito.

 

MEGLIO EVITARE L’ERRORE DEL 2016

barack obama 2

Biden lo ha ringraziato definendo il suo appoggio «molto importante». «Ho davvero bisogno di te, non solo per vincere la campagna ma per governare», ha aggiunto l’ex numero due di Barack Obama alimentando le speculazioni di un coinvolgimento del senatore nella sua amministrazione in caso di successo. Non però come vice, carica che ha promesso a una donna. La mossa di Sanders sembra voler prevenire anche eventuali critiche di un endorsement tardivo che possa compromettere le possibilità di vittoria, come accaduto con Hillary Clinton nel 2016.

BARACK OBAMA JOE BIDEN

 

IL SILENZIO DI WARREN E LE CONDIZIONI DI OCASIO-CORTEZ

Ma non tutta l’ala progressista è pronta a seguire Sanders. Il silenzio più rumoroso resta quello della senatrice Elizabeth Warren, che non si è più espressa dopo il ritiro dalla corsa presidenziale, anche se il suo nome figura ancora tra le possibili vice. La giovane star dem Alexandria Ocasio-Cortez, pur volendo sostenere Biden nelle elezioni presidenziali, pone invece delle condizioni, per esempio proposte più radicali su Medicare e immigrazione.

 

BARACK OBAMA

«Unità e unificazione non sono un sentimento, sono un processo. E ciò che spero non accada in questo processo è che ciascuno tenti di mettere sotto il tappeto politiche vere come una differenza estetica di stile», ha spiegato in una intervista al New York Times la deputata, popolarissima tra i millennials e i latinos, due bacini elettorali importanti per i dem. «L’intero processo di unificazione deve essere scomodo per tutte le parti coinvolte».

 

2 – OBAMA FINALMENTE AL FIANCO DI JOE CINQUE DONNE IN CORSA COME VICE

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

ROBERT GATES CON OBAMA E JOE BIDEN

Barack Obama esce allo scoperto con un video di 11 minuti. Annuncia l' endorsement , l' appoggio ufficiale a Joe Biden e indica una prospettiva unitaria al fronte progressista, fin qui segnato da divisioni profonde. Un discorso semplice e importante nello stesso tempo, quasi stonato rispetto al clima politico intossicato nel Paese. Davanti a una libreria semivuota, con un pallone da basket in bella vista, il primo presidente afroamericano ha speso parole affettuose per il suo «amico Joe». Ne ha elogiato la capacità di immedesimarsi con le sofferenze degli altri, l' abilità nelle necessarie mediazioni, l' attenzione strategica alle diseguaglianze sociali che da tempo risucchiano anche la «middle class».

JOE BIDEN RICEVA LA MEDAL OF FREEDOM DA BARACK OBAMA

 

Ma la parte più interessante è la seconda. Obama parla di Bernie Sanders, «un americano originale che ha dedicato la sua vita a dare voce ai lavoratori». Il suo ruolo, il suo impegno saranno «cruciali», se i democratici vogliono riconquistare la Casa Bianca, e magari anche il Senato, il prossimo 3 novembre. Per mesi Obama ha osservato le manovre dei candidati. Nello scorso autunno aveva anche avvertito l' ala radical del partito che sarebbe stato pericoloso spingersi troppo in avanti, in un Paese «sostanzialmente conservatore». Ieri, però, ha riconosciuto che «i tempi sono cambiati». La pandemia ha accentuato gli squilibri economici, messo in luce la fragilità delle rete di protezione, le vistose insufficienze del sistema sanitario. È arrivato il momento di proporre al Paese «la piattaforma più progressista degli ultimi anni».

 

barack obama, harvey weinstein, frank lautenberg, chuck schumer

Mercoledì 8 aprile, Sanders si era ritirato dalle primarie con queste parole: «Ho perso la nomination, ma ho vinto la battaglia delle idee». Obama, di fatto, gli ha dato ragione: «Se dovessi presentarmi oggi non lo farei con le proposte del 2008, il mondo è diverso, abbiamo bisogno di cambiamenti strutturali, profondi. Lo sa Bernie e lo sa Joe». L' ex presidente sembra suggerire una sintesi tra le due anime del partito democratico.

 

elbow bump obama

Qualcuno ci ha visto persino il suggerimento di un ticket Biden-Sanders. Forse un po' troppo. In realtà l' emergenza coronavirus ha ristretto gli spazi per la normale battaglia politica. Ecco perché Obama lavora al ricompattamento, alla mobilitazione di tutte le risorse disponibili. Da un lato partecipa alla nuova iniziativa anti-virus lanciata da Michael Bloomberg; dall' altra chiama a raccolta «i giovani» di Bernie. Soldi, entusiasmo, coinvolgimento di tutti, programmi più audaci: questa, dice Obama, è la formula per battere Trump.

BARACK OBAMA E JOE BIDEN

 

Biden ora può davvero lanciare la nuova fase. Il primo passo potrebbe essere la nomina della vice. Si è impegnato a scegliere una donna e sta vagliando le candidature proprio mentre arriva la denuncia di Tana Reade, che sostiene di essere stata molestata sessualmente nel 1993 dall' allora senatore Biden.

 

donald trump 4

Il Comitato nazionale del partito sta promuovendo un sondaggio tra i militanti su cinque figure. Apre la lista la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, in rapida ascesa. Il 4 febbraio scorso tenne il contro discorso allo «State of the Union» di Donald Trump. Whitmer potrebbe consentire a Biden di recuperare nel Nord industriale del Paese, cioè laddove Hillary perse le elezioni. Ci sono poi le tre senatrici sconfitte nelle primarie: la moderata Amy Klobuchar, Minnesota; Kamala Harris, figlia di immigrati giamaicani e indiani, California; la radical Elizabeth Warren, Massachusetts. Chiude Stacey Abrams, afroamericana, perdente di lusso nel 2018, quando stava per diventare governatrice del suo Stato, la Georgia.

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…