
VIP, MAGNAGER E DONNE: IL NETWORK DI LETTA JR - DUE ‘MASTINE’ DIETRO I SUCCESSI DI ENRICHETTO
1. DUE DONNE DIETRO I SUCCESSI DI ENRICHETTO
Ettore Colombo per "il Mattino"
La sera andavano (e vanno) in via del Tritone 87, a un passo dai palazzi romani, ma facendo lavorare teste (d`uovo) giovani e fresche, provenienti dalla periferie del Paese e scelte sulla base dei loro talenti personali. Parliamo dei lettiani, una nuova generazione di `nativi` democratici che, tra giovani parlamentari e giovanissimi collaboratori, compongono la prima fila del mondo che gravita intorno al premier incaricato, Enrico Letta.
Tre i nomi di «luoghi» di elaborazione di idee da tenere a mente, diversi ma contigui tra loro per storie e scelte di vita.
Il primo è un pensatoio vecchio stile ma ancora prestigioso quanto austero, l`Arel (Agenzie di ricerche e legislazione). Fondato nel 1976 da Beniamino Andreatta, nume tutelare della sinistra dc, l`Arel è ancora oggi guidato da Letta, che dal 1994 in poi ne è sempre stato il segretario generale. Ubicato a piazza Sant`Andrea della Valle, è da lì che Letta è uscito, ieri mattina, per recarsi al Quirinale.
L`associazione ha un presidente, l`imprenditore Francesco Merloni, e un vice, Filippo Andreatta, figlio di Beniamino e amico personale di Enrico, ma soprattutto ha un primo motore immobile, la giornalista di Europa e storica portavoce di Letta, quando fu ministro, Mariantonietta Colimberti.
Se l`Arel rappresenta le radici, di Enrico Letta, il think tank «Vedrò» e l`associazione «360» ne rappresentano il presente e il futuro. Entrambi hanno sede a via del Tritone 87 e l` interscambiabilità tra gli uomini e le donne (molte) che formano e informano la galassia lettiana è alta, ma tra le due strutture le differenze ci sono e i lettiani ci tengono a farle notare.
«Vedrò», innanzitutto, nasce prima, nel 2005, è un vero think tank (think net amano autodefinirlo) e aveva un obiettivo preciso e riuscito: offrire un punto di vista sull`Italia da parte di una generazione, quella dei trenta-quarantenni, che rifiutava di farsi incasellare in schemi ideologi e precostituiti quanto di farsi costringere a un bipolarismo muscolare.
Infatti, «Vedrò» - che ogni anno si tiene alla centrale elettrica di Drò, in provincia di Trento e che ha visto, nell`ultima edizione, oltre 950 presenze registrate - è il classico luogo di riflessione e analisi bipartisan. Da Alfano alla Gelmini, dalla Polverini a Tosi, da Della Vedova a Giorgetti, tanti sono i politici di diversi partiti e orientamenti che ne hanno animato le discussioni e partecipato i lavori. Presidente del comitato scientifico ne è Giulia Bongiorno, ma l`anima di «Vedrò» è, dal 2005, una sola: Benedetta Rizzo. Romana, 44 enne, la Rizzo è una donna tosta, dalle decisioni secche e rapide, brillante e capace.
alessia mosca walter angels cor
Due le frecce all`arco di «Vedrò»: il coinvolgimento di comunicatori, giornalisti, manager, scienziati, sportivi, artisti, che, al pari dei politici, lavorano a «Vedrò» in full immersion, e la parte ludica. Partite a calcetto (due le squadre: pubblico contro privato), a basket (in cui Letta gioca sempre: è il suo sport preferito) e momenti conviviali (cene, spettacoli, concerti) che, nel corso degli anni, si sono trasformati in appuntamenti mensili anche durante l`anno (gli aperitivi di «Vedrò») su richiesta di molti degli stessi partecipanti, autoribattezzatisi «i vedroidi».
Dall`altra parte, sempre a via del Tritone, c`è l`associazione politica «360». Nata per dare un seguito alla mobilitazione che sostenne Letta alle primarie del 2007 quando sfidò Veltroni (e la Bindi), «360» è il vero cuore pulsante del lettismo in politica e dentro il Pd. Segretario generale Francesco Russo, un consiglio direttivo al cui interno siedono i parlamentari Marco Meloni, Alessia Mosca, Guglielmo Vaccaro, lettiani doc, con l`ufficio stampa curato dall` efficientismo della campana Alessandra Calise, l`anima di «360» è Monica Nardi. Trentacinquenne di Ostia, minuta, timida quanto sveglia, il suo è un nome da appuntare. La Nardi è, ormai, «la Letta di Letta».
Quando un lettiano, anche autorevole (come Francesco Boccia o Paola De Micheli, i due esponenti politici più autonomi e insieme più profondamente legati a Letta), ha un dubbio ti risponde «Chiedi a Monica».
PAOLA DE MICHELI MARUA SATTA FLORES MARCA STRADIOTTO - copyright Pizzi
I lettiani, ovvio, fanno squadra. Letta condivide con loro tutte le decisioni e limette a parte di tutte le scelte. Si trovano, ogni mattina, a via del Tritone, fanno il punto, poi ognuno va per la sua strada, ma spesso si ritrovano la sera per l`aperitivo o per mangiare insieme in un paio di ristoranti intorno a Testaccio, dove lo stesso Letta abita.
A completare la squadra del futuro premier c`è la sua storica segretaria, Debora Fileccia, oggi ubicata al Nazareno, e - tra i 25 parlamentari lettiani - Francesco Sanna e Marco Meloni, entrambi sardi, il piemontese Enrico Borghi, il ligure Lorenzo Basso e lo stesso Francesco Russo, triestino (alcuni di loro vengono, con Letta, dalle giovanili dc), ma si stanno facendo largo anche volti nuovi come la bella venticinquenne Anna Ascani, umbra. E ancora si racconta, tra i lettiani, quando lei, diciassettenne, voleva già impegnarsi in politica e Letta le disse: «Prima ti laurei, poi ripassi». Perché i lettiani sono così: belli, svegli e, ovvio, assai secchioni.
2 - TUTTA LA SQUADRA DEL NUOVO PREMIER
Marco Castoro per "La Notizia"
Pier Luigi Petrillo e dietro Massimiliano Cesare
Seppure ci sia ancora la riserva sul primo governo Enrico Letta, sono già in molti coloro che si leccano i baffi. Chi fa parte della rete dei 4000 animatori del think net veDrò potrebbe avere qualche chance in più per mettersi in mostra o per risalire la china. Ma chi sono? Diversi i nomi noti. Nella squadra diretta da Cesare Prandelli ci sono due preparatori sportivi niente male come Josefa Idem e Yury Chechi. Politici del calibro di Angelino Alfano, Mara Carfagna, Francesco Boccia, Flavio Tosi, Giulia Bongiorno, Renata Polverini, Filippo Patroni Griffi, Corrado Passera, Debora Serracchiani e Matteo Renzi. Artisti come Massimo Ghini, Enrico Bertolino, Enrico Lo Verso, Luca Carboni e Andrea Camilleri; lo chef Filippo La Mantia e tra i manager Antonio Campo dall'Orto. Tantissimi i giornalisti presenti all'appello del network.
A cominciare dal direttore della Stampa, Mario Calabresi. Per continuare con il numero uno di Raitre, Andrea Vianello e con Antonello Piroso, ex conduttore La7 e ora direttore di Blogo. Appartengono alla rete di veDrò anche Oscar Giannino, Giuseppe Cruciani, David Parenzo, Curzio Maltese, Stefano Menichini, Andrea Purgatori, Antonio Polito. Altri nomi televisivi della rete sono Luigi De Siervo (l'alto dirigente renziano di Viale Mazzini), Gaia Tortora del tg La7, Myrta Merlino di La7, Jordan Foresi e Massimo Leoni di SkyTg24, Gianluigi Paragone di Raidue, Pierluigi Pardo telecronista di Mediaset Premium, Franco Lauro e Adriano Bacconi di Raisport, Vicsia Portel di Ballarò, Barbara Carfagna del Tg1, Lucia Goracci del Tg3.
I DUBBI DEL TG1
Se Letta riuscirà a fare il governo, Mario Orfeo dovrà scegliere l'inviato Tg1 di Palazzo Chigi. Non sarà facile prendere una decisione senza evitare musi lunghi e polemiche. Per quanto riguarda invece la scelta per il Quirinale non ci dovrebbero essere problemi sulla riconferma di Simona Sala. Del resto Giorgio Napolitano è rimasto presidente. Qualche difficoltà a essere riconfermata invece dovrebbe avercela Natalia Augias, ritenuta una bersaniana doc.
SILVIO BERLUSCONI ENRICO LETTA
Ce la farà a conservare l'incarico anche con i renziani al potere? Per quanto riguarda i lettiani viene da chiedersi chi potrebbe diventare il referente tra i vicedirettori del Tg1? Susanna Petruni e Gennaro Sangiuliano sembrano troppo spostati a destra, così come sembra orientato troppo a sinistra Andrea Montanari. Non resta che Fabrizio Ferragni, ex Margherita (ma anche ex rutelliano e filo Alemanno). Chissà se un'altra virata in corsia lo porterà di nuovo in testa.