virginia raggi

“SBAGLIAI CON LA SCENA DELLE ARANCE DA "DONARE" A IGNAZIO MARINO" - VIRGINIA RAGGI HA DEPOSTO IL "VAFFA" E DOPO CINQUE ANNI HA CAPITO CHE AMMINISTRARE E' UNA COSA SERIA: "L'ESPERIENZA DI UNA CITTÀ COMPLESSA COME ROMA INDUCE A FARE DELLE RIFLESSIONI - CHIEDERÒ AI CANDIDATI DI SOTTOSCRIVERE UN IMPEGNO COMUNE A CANDIDARE ROMA PER EXPO 2030 - VOTARE IL CANDIDATO DEL PD SE NON VADO AL BALLOTTAGGIO? SE NE PARLERÀ AL SECONDO TURNO - I BUS IN AUTOCOMBUSTIONE E I RIFIUTI PER STRADA? LE PARTECIPATE ERANO IN UNO STATO DI ABBANDONO. ATAC ERA SULL'ORLO DEL FALLIMENTO E ORA HA I CONTI A POSTO…"

virginia raggi (4)

Fabio Martini per “La Stampa”

 

Nel suo studio, appollaiato in cima al Campidoglio, là dove si gode - come scrisse Sigmund Freud - «la vista più bella del mondo», la sindaca di Roma Virginia Raggi assapora il successo più consistente della sua carriera politica, essere riuscita al tempo stesso ad allontanare lo sfidante più insidioso, Nicola Zingaretti, ma anche aver costretto tutti i capi dei Cinque stelle a sostenerla.

 

ignazio marino

Se le chiedi se ora si senta più convinta di farcela a restare per altri cinque anni, lei sorride sotto la mascherina nera: «Abbiamo lavorato tanto. Ora molte persone dicono apertamente che i risultati si iniziano a vedere, anche perché quando si rifà un parco, o si chiude un cantiere, spesso progettazione e lavori erano iniziati due anni prima».

 

virginia raggi alla festa del fatto quotidiano (1)

Non una parola di più e se insisti a chiedere se almeno sia più fiduciosa, Raggi continua il catenaccio: «Stiamo lavorando e ci piace lavorare». Non le strappi una battuta baldanzosa, neppure sotto tortura. È davvero un'altra Virginia Raggi quella che si prepara alla sfida delle elezioni di autunno.

 

ignazio marino presenta il suo libro 7

Da anni la sindaca di Roma rilascia interviste col contagocce e in questa a "La Stampa", tra confessioni e programmi, affiora un personaggio diverso da tutti gli altri cinquestelle, ma diverso anche dalla spavalda Virginia Raggi che conquistò i riflettori cinque anni fa. Come se le tante esperienze - talora tragicomiche, talora persecutorie - l'avessero cambiata. Un'immagine originale per tentare un'impresa che sino ad un anno sembrava una chimera: restare per altri cinque anni in Campidoglio.

 

virginia raggi

Giorni fa ha raccontato che forse non ripeterebbe la messa in scena con le arance da "donare" all'allora sindaco Marino: un'autocritica?

«L'esperienza di una città complessa come Roma induce a fare delle riflessioni, anche perché paradossalmente solo chi ricopre un incarico come questo, può giudicare e comprendere fino in fondo un altro sindaco.

 

Un lavoro che si fa h 24, sette giorni su sette, telefono sempre acceso, richiesta di una risposta su qualunque tema. Tutto questo mi ha indotto a essere autocritica con me stessa. Credo di essere stata ingenerosa per la dichiarazione sulle arance, ma anche nella vicenda degli scontrini.

 

Sono passata per due anni e mezzo attraverso un processo: è finito bene ma sono esperienze da non augurare a nessuno. Con Marino restano diversità di vedute ma il rispetto c'è ed era giusto esprimerlo».

sergio mattarella virginia raggi al quadraro

 

Ad un certo punto lei è diventata colpevole di tutto: mai pensato che assieme ad addebiti argomentati, almeno le accuse ingiuste siano state la nemesi dell'approccio aggressivo che ha cavalcato in passato: quello che criminalizza e personalizza gli errori?

 «Sicuramente sì. Noi, poi, siamo nati come un Movimento molto "espressivo"! Una volta eletta, ho ritenuto di interpretare il ruolo che mi è stato affidato in maniera molto istituzionale. Mi sento - e profondamente - la sindaca di tutti i romani. Ho cercato di non alzare mai i toni. Di non scivolare mai verso la volgarità e sto cercando di portare una "rivoluzione gentile": consultando e coinvolgendo i cittadini».

BEPPE GRILLO VIRGINIA RAGGI

 

Gli ultimi boatos, per quanto arzigogolati, la chiamano in causa: Conte avrebbe imposto a Letta di accantonare Zingaretti, per impedire che lei passasse con Casaleggio

«Non sono avvezza ai ricatti politici: non li temo, e di certo non li adopererei mai. Credo sia anche offensivo nei confronti di Conte pensare una cosa del genere».

 

È riuscita a far uscire dal campo Nicola Zingaretti, lo sfidante più insidioso, e indurre le anime litigiose del M5s a convergere su di lei: come?

«Il Movimento è una grande forza politica e al suo interno ha diverse sensibilità che però su progetti e progettualità si uniscono. Pensi al reddito di cittadinanza: senza avremmo avuto la stessa "pace sociale" durante il periodo Covid?».

 

DAVIDE CASALEGGIO VIRGINIA RAGGI

Con lei Zingaretti era insolitamente sprezzante («Raggi è una minaccia»), mentre Gualtieri dice che lei non è stata «all'altezza»: più sornione e perciò più insidioso?

«Questo bisogna chiederlo al Pd».

 

Raggi-Gualtieri-Calenda e forse Bertolaso, una sfida all'altezza di una capitale?

«Penso che la capitale abbia bisogno di un sindaco che pensi al bene comune e per questo chiederò ai candidati di sottoscrivere un impegno comune a candidare Roma per Expo 2030, un progetto da sottoscrivere entro poche settimane, un progetto per l'Italia: tutti insieme per rilanciare la città. Non voglio che sia un progetto targato Raggi».

 

papa franceesco virginia raggi

Letta si è impegnato a chiedere ai propri elettori a votarla al secondo turno se fosse lei a prender un voto in più: lei se la sente di assumere lo stesso impegno?

«Se ne parlerà al secondo turno»

 

Una non-risposta...

 «Allora diciamola così: io mi impegno a fare una campagna elettorale corretta. E spero che questo impegno valga per tutti gli altri».

 

A vederla sembra carica: pensa che la prossima sindaca di Roma sarà Virginia Raggi?

maurizio costanzo virginia raggi

«Questo lo decideranno gli elettori. Porto quel che sono e quel che posso essere»

 

Dopo 5 anni che voto si darebbe?

«Lo daranno i cittadini»

 

Lei ha dimostrato, come si dice a Roma, tigna e anche capacità di gestione politica nel Movimento: non pensa che per governare Roma servirebbero anche più competenze, un'idea della città, più cultura di governo?

«Le liste civiche, che volessero appoggiarmi, da questo punto di vista, possono rappresentare un buon metodo per unire attorno all'amministrazione progetti e persone che possono portare qualcosa in più».

LA PUPA E IL SECCHIONE - I NUOVI CESTINI DELLA RAGGI BY CARLI

 

Solo idee o ci sono nomi importanti in arrivo?

«Per ora diciamo che le cose si muovono»,

 

A Roma esistono elettori del Pd legati all'esperienza Marino: avremo qualche sorpresa da questo versante?

«Io mi rivolgo a tutti con un progetto trasparente. Credo che esista una grande area di cittadini stanchi di essere etichettati politicamente e tra questi ci sono anche tanti che hanno votato Marino».

 

Sui social in tanti la sferzano: sindaca propagandi tanti interventi di ordinaria amministrazione

«L'esperienza ti porta a capire che non puoi solo pensare in grande, dimenticando la quotidianità. Nel 2015 avevamo tante periferie senza acqua e senza luce senza strade. Poste le fondamenta, si può cominciare a pensare in grande».

 

virginia raggi con la scorta

Soprattutto nelle aziende partecipate si sono concentrati episodi estremi: bus in autocombustione, rifiuti per strada, attese nei cimiteri. Il peso del passato è pesante ma lei se la prende una sua quota di responsabilità?

 «Abbiamo trovato le partecipate in uno stato di profondo abbandono e ci abbiamo messo mano. Atac, che era sull'orlo del fallimento, ora ha i conti a posto: senza licenziare, ha ripreso ad assumere  Lo stesso per Ama: abbiamo scoperto 250 milioni di buco che risaliva al 2003. Un processo lungo ma abbiamo invertito la tendenza»

virginia raggi bici in rosa 1

 

Lei punta ad altri cinque anni: con quali idee?

«Roma ha bisogno di progetti di lungo respiro. Abbiamo approvato un piano della mobilità sostenibile a dieci anni, piani di rigenerazione urbana assieme a organizzazioni internazionali e con l'ordine degli architetti, un piano per chiudere l'anello ferroviario. Non serve dare una mano di bianco, vogliamo rendere la città più resiliente e più inclusiva».

VIRGINIA RAGGI DOPO LA VITTORIA

 

Politica e media sono sondaggio-dipendenti ma lei che gira avverte sentimenti non registrati?

«In periferia abito e vado quotidianamente. Due dati: quando abbiamo abbattuto le villette dei Casamonica al Quadraro, le persone sono venute con le lacrime agli occhi a ringraziarci perché li avevamo liberati da una oppressione costante. Idem a San Basilio. E abbiamo portato i servizi: strade, parchi. La gente è contenta perché fai capire che le persone sono importanti, indipendentemente da dove abitano».

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…