IL WILD WEST DISARMA OBAMA SUI FUCILI D’ASSALTO
Da tgcom24.it
La scia di sangue alimentata dalle stragi negli Usa non è bastata a fermare il mercato delle armi. Così la riforma promossa con forza dal presidente americano, Barack Obama, perde uno dei suoi pezzi principali: la messa al bando dei fucili d'assalto. Lo hanno deciso i vertici del partito democratico al termine di un aspro confronto. A stoppare l'iniziativa è stato un senatore dell'Arizona, preoccupato dalla reazione del suo elettorato.
Rottura all'interno dei democratici
Il passo indietro imposto dal capogruppo Harry Reid si spiega con la preoccupazione sua e di molti eletti negli Stati del West, dove anche gli elettori democratici sono fan delle armi, di non essere riconfermati alle prossime consultazioni di midterm, nel novembre 2014. Reid ha detto chiaramente che un testo che contenesse questo divieto avrebbe appena 40 voti su 100 al Senato, con ben 15 defezioni tra le fila di Obama.
Si punta all'approvazione della riforma entro l'anno
La più delusa per questa decisione è la senatrice della California, Dianne Feinstein, prima firmataria della riforma. "I nemici della riforma sono molto potenti - ha detto -. Questo lo so da una vita, ma sono ancora fiduciosa di portare a casa la mia idea". L'obiettivo primario resta comunque l'approvazione finale della riforma sulle armi entro l'anno. Con la Camera in mano all'opposizione repubblicana, Obama per primo sa che è necessario un'intesa bipartisan se si vuole far approvare il provvedimento.
Per i fucili d'assalto si pensa a un emendamento
Per la messa al bando delle armi letali, resta ancora aperta la strada dell'emendamento. Secondo la proposta di Feinstein, si dovrebbe proibire la vendita al pubblico di circa 160 fucili mitragliatori: una categoria in cui rientrano le armi tristemente famose per essere state usate nelle stragi più recenti, da Aurora a Newtown.


