abdelhamid abaaoud

IL 28ENNE BELGA ABDELHAMID ABAAOUD, “CERVELLO” DEGLI ATTENTATI DI PARIGI, AVEVA STUDIATO AL COLLEGE MA POI HA SCELTO LA GUERRA SANTA - LO AVEVANO PRESO NEL 2010, ED È STATO IN CARCERE CON IL SUPER-RICERCATO DEL MOMENTO, SALAH ABDESLAM

Marco Zatterin per “la Stampa”

 

ABDELHAMID ABAAOUDABDELHAMID ABAAOUD

Quando in gennaio venne fuori che Abdelhamid Abaaoud era considerato il grande architetto degli attentati che i jihadisti stavano preparando nel quartier generale di Verviers, il padre Omar confessò di «provare vergogna» per il figlio.

 

Piangeva, ferito dalle sulle gesta del suo ragazzo, ma soprattutto dal fatto che il combattente islamico avesse portato con sé in Siria il fratellino tredicenne, Younes, nel gennaio 2014. «Mi dicono che forse sono morti e non sono cosa preferire», confessò. Disse che la sua famiglia doveva tutto al Belgio, che li aveva accolti, e non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo. «Non ne posso più - ammise -. Le nostre vite sono distrutte».

 

ABDELHAMID ABAAOUD TERRORISTA PARIGIABDELHAMID ABAAOUD TERRORISTA PARIGI

UNA VITA «NORMALE»

Ora il dramma ritorna, per il marocchino arrivato negli Anni Settanta con un contratto da minatore belga. Secondo i servizi segreti federali, Abdelhamid Abaaoud potrebbe essere il «cervello» degli attentati parigini. Nasone, occhi profondi, denti storti, barba sottile, è nato 28 anni fa a Molenbeek, la «commune» di Bruxelles dove più si annida l' estremismo islamico.

 

È un ragazzo che si è perso, era stato fortunato abbastanza da poter studiare al College St. Pierre, nei quartieri alti di Uccle. Poi ha scelto il Califfato e sposato l' orrore. Nella primavera 2014, è salito agli onori della cronaca per un filmato postato su Internet, in cui il jihadista, sputando commenti triviali, guidava un fuoristrada trascinando dei cadaveri verso una fossa comune.

 

ABDELHAMID ABAAOUDABDELHAMID ABAAOUD

Gli inquirenti belgi speravano di aver fatto piazza pulita della sua squadra il 15 gennaio, quando irruppero in una casa di Verviers, cittadina quasi al confine con la Germania, e sgominarono nel sangue una banda di presunti terroristi. Contavano di arrivare anche ad Abaaoud, figura a loro ben nota, peraltro condannata a vent' anni di carcere in contumacia la scorsa estate. Niente da fare. Era in Grecia ed è volato via, anche se nel declinare la sua biografia l' uso del condizionale è necessario.

 

LA RETE SOTTERRANEA

La mente, dunque? Gli inquirenti pensano che fosse in contatto sia con l' attentatore del Museo ebraico di Bruxelles (maggio 2014) che con il killer mancato del Thalys di agosto.

 

ABDELHAMID ABAAOUD   ABDELHAMID ABAAOUD

E il suo nome spunta continuamente nelle carte dell' inchiesta parigina. Lui, probabilmente, se la ride, non sarebbe la prima volta. In un' intervista a un periodico dello stato islamico, Dabiq, si è concesso di sbeffeggiare la polizia. Ha raccontato che «un fratello aveva girato un video, ma la telecamera è andata perduta e il filmato è stato venduto a un giornalista». Così, «ho visto la mia foto su tutti i giornali... e sono stato anche fermato da un poliziotto che aveva la foto e non mi ha riconosciuto».

 

Deve sentirsi immortale, Abdelhamid Abaaoud. Lo avevano preso nel 2010, ed è stato in carcere guarda caso con il super-ricercato del momento, Salah Abdeslam. Negli anni è entrato e uscito dall' Europa. La scorsa estate, un jihadista francese tornato dalla Siria ha riferito d' essere stato addestrato a Raqqa, la capitale di Isis, proprio da Abaaoud, che avrebbe suggerito di andare in Europa e cercare un obiettivo «facile come una sala da concerti», per «fare il massimo delle vittime».

ABDELHAMID ABAAOUD ABDELHAMID ABAAOUD

 

Se è così, l' hanno trovata. È veloce e maligno, Abaaoud. Pilotava i jihadisti di Verviers dalla Grecia, a quanto pare. La sua è una guerra mobile per «terrorizzare i crociati che combattono i musulmani». Lo cercano dappertutto. Se era in Europa, non dovrebbe essere uscito. Più probabilmente è in Siria. È braccato. Ma potrebbe essere ovunque.

 

 

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