Giulia Mietta per corriere.it - Estratti
Era già stato picchiato selvaggiamente da un compagno di cella un mese fa nel carcere di Marassi, a Genova. Per questo Alberto Scagni, condannato a 24 anni e 6 mesi di carcere per avere ucciso la sorella Alice, era stato trasferito nel penitenziario di Valle Armea, a Sanremo.
Qui, questa notte, il 42enne genovese è stato nuovamente pestato a sangue. Di più: «torturato», si legge in una nota dei sindacati di polizia penitenziaria Sappe e Uilpa. Secondo quanto riportato due detenuti di nazionalità marocchina lo hanno tenuto in ostaggio. «Torturandolo per ore, fino quasi a ucciderlo», afferma Vincenzo Tristaino, segretario del Sappe per la Liguria. Mentre un quarto detenuto, italiano, veniva minacciato e chiuso in bagno per non intervenire.
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I due detenuti autori del pestaggio hanno anche distrutto la cella. Anche Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa conferma l’aggressione, parlando di «brutale omicidio sventato».
A evitare un possibile omicidio è stato l’intervento degli agenti, coordinati dal vicecomandante sul posto, che hanno dovuto utilizzare caschi e scudi per farsi strada tra la ressa scoppiata. Un poliziotto è rimasto ferito, con due costole rotte (21 i giorni di prognosi), «conseguenza dell’irruzione nella cella per liberale l’ostaggio che versava in condizioni gravissime».
A ottobre, nel carcere di Marassi, Scagni era stato picchiato dal compagno di Cella. L’uomo aveva preso Scagni a pugni procurandogli varie lesioni. S econdo quanto emerso, aveva letto su un articolo di giornale che era in prigione per avere ucciso la sorella e questo era stato il motivo che lo aveva portato ad aggredirlo.
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