google joe biden donald trump

MEGLIO LA CONCORRENZA O LA SICUREZZA NAZIONALE? - IL PARADOSSO DI GOOGLE: IL GOVERNO AMERICANO, SUPPORTATO DAI TRIBUNALI, VUOLE IMPORRE A "BIG G" UNO SPEZZATINO, COSTRINGENDOLA A VENDERE IL BROWSER CHROME. TUTTO È APPESO A TRUMP, CHE INSIEME AL FIDO MUSK HA DICHIARATO GUERRA AL MOTORE DI RICERCA (TRADIZIONALMENTE VICINO AI DEM). MA UNA VOLTA SUL MERCATO, LA SOCIETÀ, CHE VALE 20 MILIARDI, POTREBBE FINIRE ANCHE IN MANI STRANIERE. UNA BEFFA, PER IL TEORICO DELL'AMERICA FIRST...

 

https://www.repubblica.it/economia/2024/11/22/news/google_obbligo_vendita_chrome_giustizia_usa-423682345/

Estratto dell'articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

GOOGLE

 

È scontro aperto, in tribunale e non solo, tra il governo americano e Google. Dopo che la corte ha stabilito che il gigante digitale esercita un monopolio illegittimo sul mercato della ricerca, mercoledì il dipartimento di Giustizia, cioè la pubblica accusa nella causa Antitrust del secolo, ha proposto un ampio ventaglio di rimedi per ristabilire la concorrenza.

 

Tra questi anche il bersaglio grosso, lo spezzatino della società, con l’obbligo di vendere il suo browser Chrome e – se necessario – pure il sistema operativo Android. Ipotesi a cui Google ha risposto subito con un post del suo responsabile legale Kent Walker, definendola «sconcertante» e accusando il governo di «un interventismo radicale che danneggerebbe i consumatori, le aziende e la leadership tecnologia americana».

 

GOOGLE

[...] La scorsa estate il giudice Amit Mehta ha dato ragione all’accusa, stabilendo che Big G ha costruito e mantenuto il suo monopolio nella ricerca (il 90% del mercato) anche attraverso pratiche illegittime per escludere i concorrenti, come l’accordo miliardario con Apple e altri produttori per fare della sua barra di ricerca la soluzione predefinita sui loro smartphone.

 

Sarà lo stesso giudice Mehta a stabilire i rimedi, che devono essere efficaci ma proporzionali, e per farlo si è dato vari mesi. Nel frattempo le parti sono autorizzate a presentare le loro proposte. Quella tutto sommato meno dolorosa per Google, [...] è vietare accordi di esclusiva come quello stretto con Apple. Ma non è detto sia sufficiente. Di certo non lo pensa il dipartimento di Giustizia, che ne ha suggerite anche altre ben più impattanti.

google

 

Il principio dietro al breakup , lo spezzatino, è indebolire il controllo sui dati degli utenti – petrolio dell’era digitale – con cui Google alimenta il proprio algoritmo di ricerca e il business miliardario della pubblicità, lasciando la concorrenza a secco. Anche per evitare che la stessa concentrazione si riformi sul mercato dell’Intelligenza artificiale, che con i dati è addestrata[...]

 

Lo smembramento cambierebbe faccia al web e darebbe un bel colpo ai conti di Goolgle/Alphabet, che non a caso ieri in Borsa è arrivata a perdere quasi il 6%, peggior seduta da dieci mesi. Divide anche gli esperti di Antitrust, tra chi lo ritiene troppo estremo e chi l’unico rimedio possibile a un estremo male. Una soluzione più innovativa, ma altrettanto impattante, sarebbe l’obbligo per Google di condividere i dati (gratis) con i concorrenti e dare in licenza (a pagamento) i risultati di ricerca.

google

 

Al di là delle questioni tecniche, legali ed economiche, però, sull’intero processo – e su tutti quelli contro Big Tech – pende un’enorme incognita politica di nome Trump.

 

Pur considerata l’imprevedibilità del presidente eletto, quasi tutti si aspettano un approccio antitrust ben più conciliante di quello di Biden, che nella sua squadra ha diversi paladini del libero mercato. E se è vero che tra i fedeli di Trump è molto forte l’avversione verso Google, con lo stesso vice Vance che ha parlato di spezzatino, quell’avversione riguarda molto più una presunta capacità di orientare l’opinione pubblica (in senso progressista) che il dominio dei mercati.

trump google

 

Il riferimento di Google a un indebolimento della «leadership americana » e al rischio che i dati finiscano nelle mani di società straniere sembra proprio un tentativo di parlare a chi vuole rendere l’America “great again”. [...]

Articoli correlati

DAGOREPORT - LA VENDETTA DI ELON MUSK CALA SU BIG TECH: LE PRIME MOSSE CONTRO GOOGLE DELLA FCC...

DONALD TRUMP PREPARA LA VENDETTA CONTRO BIG TECH - I COLOSSI DI SILICON VALLEY, CONSIDERATI...

GOOGLE TIENE PER LE PALLE IL MONDO DELL\'EDITORIA - \'BIG G\' HA AVVIATO UN TEST IN CUI BLOCCHERA...

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...