UN EMIRO A BEVERLY HILLS - ROLEX E CAMMELLI D’ORO, COSÌ IL RAMPOLLO DEL QATAR SI È LAUREATO NEGLI STATI UNITI – IL LOS ANGELES TIMES RICOSTRISCE L’INCREDIBILE VITA DI KHALIFA BIN HAMAD BIN KHALIFA AL THANI - AUTO, MAGGIORDOMI, L’HOTEL DI PRETTY WOMAN E DONI PREZIOSI AI PROFESSORI – “A SUA ALTEZZA NON PIACE SENTIRSI DIRE NO”. IN FONDO IL QATAR È UNO DEI MAGGIORI FINANZIATORI DEL SISTEMA EDUCATIVO SUPERIORE STATUNITENSE
Marta Serafini per corriere.it
Khalifa bin Hamad bin Khalifa Al Thani 1
«A sua altezza non piace sentirsi dire no». Ventotto anni, quattordicesimo figlio dell’ex emiro del Qatar e fratello dell’attuale reggente, fino a ieri Khalifa bin Hamad bin Khalifa Al Thani era noto più che altro che per il suo account Instagram da 1 milione di follower. Un vero e proprio influencer mediorientale, che accarezza ghepardi, fa volare falchi e issa sullo yacht pesci di proporzioni inquietanti. E fin qui. Accade però che il Los Angeles Times dedichi a sua altezza un’inchiesta di quelle che richiedono mesi di lavoro certosino. E la storia cambia.
Tutto ha inizio nel 2011 quando il giovane KHK piomba a Los Angeles e va dritto a installarsi al Beverly Wilshire (lo stesso hotel dove Richard Gere porta Julia Roberts, in Pretty Women, per capirsi).
Khalifa bin Hamad bin Khalifa Al Thani 1
Ma il principe non è a caccia di avventure galanti. Khalifa bin Hamad bin Khalifa Al Thani, figlio della seconda moglie dell’ex emiro, Sheikha Moza, avvocatessa di successo e filantropa, è arrivato negli States per procacciarsi un diploma e una laurea. Meglio ancora se in una città dove non è costretto, come i suoi 23 fratelli, a indossare abiti tradizionali e può divertirsi lontano dagli occhi dei consiglieri di corte.
Nel momento stesso in cui la scaletta del jet tocca terra statunitense, intorno a lui e al suo entourage si crea una vera e propria economia sommersa. Solo la stanza del suo maggiordomo costa 600 dollari a notte, gli hamburger che le guardie del corpo ingurgitano vanno giù a suon di 30 dollari per volta.
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A pensare alle spese e ai conti — ricostruisce sempre il L.A. Times — è Joseph Jourieh, ex membro della missione Onu del Qatar, noto su Twitter come il «fixer». Grazie a lui, in sole sei settimane, il Beverly Hills Rent-A-Car fattura al governo del Qatar 300 mila dollari, tra cui 73 mila per un avvocato inesistente.
Dopo qualche tempo — nel mentre sua altezza ha finito il college — nell’ufficio del preside della facoltà di scienze politiche della Ucla, una delle università migliori del mondo, si presenta una delegazione che porta in dono statue di cammelli in oro con la richiesta di ammettere il promettente KHK. A riposta negativa, gli emissari insistono: «Ripensateci, a sua altezza non piace sentirsi dire no». In fondo il Qatar è uno dei maggiori finanziatori del sistema educativo superiore statunitense, non si vede il perché di tanta severità.
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L’attenzione si sposta sulla Usc, altro ateneo da sogno. Mamma Sheikha Moza si sobbarca un viaggio negli Stati Uniti apposta per parlare coi dirigenti dell’università. E più o meno nello stesso periodo una fondazione qatarina destina un’ingente sovvenzione al centro di ricerca marina dell’ateneo sull’isola di Santa Catalina. Il pargolo può diventare finalmente matricola.
Ma lui ha ben altro da fare che andare a lezione o studiare. Come trovare un rene al suo personal trainer, un bodybuilder libanese soprannominato il Puma, o procurare Rolex per gli assistenti dei suoi docenti.
In quegli stessi anni i procuratori di Boston stanno aprendo un fascicolo che porterà all’arresto di oltre 50 persone, sulle tangenti e lo scandalo delle ammissioni truccate nei più prestigiosi atenei statunitensi. Il nome Al Thani non compare ma ora le cose potrebbero cambiare.
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Non a caso da Doha, interpellati dal quotidiano, i legali di sua altezza si precipitano a dire: «Questo è razzismo: insinuazioni come queste non sarebbero mai state sollevate se si fosse trattato di uno studente bianco desideroso di laurearsi». Peccato che KHK alla cerimonia di laurea preparata per lui, sull’isola di Santa Catalina, non si sia nemmeno presentato.