Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
Per fortuna delle famiglie pronte alle vacanze e dei manager in missione di lavoro, Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Linate non si fanno risucchiare nella confusione che ancora regna nei maggiori scali europei. Nel Regno Unito, in Olanda, Francia e Germania, la situazione resta molto seria.
Ma i primi scricchiolii si intravedono anche nel nostro Paese. A Venezia, Firenze, Pisa e Brindisi sta andando in scena un discreto campionario di disagi, tra lunghe code all’imbarco, bagagli smarriti, ritardi alle partenze o all’arrivo, cancellazioni.
Epicentro della crisi italiana è la Toscana. A Firenze e Pisa, qualche passeggero ha perfino aggredito gli addetti al check-in per un volo annullato, per la richiesta di un supplemento inatteso. La società di gestione Toscana Aeroporti metterà in campo una strategia difensiva.
Intanto potenzierà l’aria condizionata degli scali, sulla cui efficacia i viaggiatori hanno avuto da ridire. Gli spazi comuni e i bagni saranno puliti meglio. Annunci ricorderanno agli utenti che assaltare un lavoratore comporta precise responsabilità, penali e civili. A protezione di chi lavora saranno schierati più addetti alla sicurezza. E aumenterà il personale di terra (di 40 unità).
Non è detto che il piano, per quanto generoso, sia sufficiente. Nei loro momenti migliori, i due aeroporti hanno contato su 800 dipendenti e su un centinaio di stagionali. Adesso Franco Fratini - segretario regionale della Fit Cisl - calcola che mancano all’appello 150 teste.
Sono persone pensionate nei 24 mesi della pandemia; persone che gli scali non hanno più chiamato perché il Covid aveva strangolato il traffico. Alcuni avevano contratti soltanto per pochi mesi l’anno (i più impegnativi, tra l’estate e dicembre) e hanno preferito virare su impieghi continuativi.
In questo scenario, l’onda dei passeggeri ha sorpreso Toscana Aeroporti: dai 38.928 di aprile si è passati ai 210.547 di giugno. E le cose si sono inceppate.
Qualcosa si è rotto anche al Marco Polo dove - denuncia La Nuova Venezia - 70 persone erano in coda sabato ad aspettare i bagagli mentre tre soli addetti gestivano la consegna. Dieci le cancellazioni, sempre sabato, tra arrivi e partenze.
E c’è preoccupazione per le agitazioni di luglio. I dipendenti dello scalo, iscritti alla Confederazione Unitaria di Base (Cub), entrano in agitazione domani: blocco degli straordinari fino al 29 e sciopero di 4 ore (dalle 14 alle 18) il 17.
Rabbia a Brindisi dove centinaia di persone sono rimaste a terra per l’annullamento di tre voli, sabato. La maggior parte era prenotata sul Brindisi-Bergamo delle 16:45 (Ryanair) e sul Brindisi-Düsserdolf di Eurowings (che avrebbe trasportato 75 viaggiatori, se fosse partito).
Sembrano tenere invece i nostri aeroporti maggiori. Le classifiche delle cancellazioni vedono Roma Fiumicino e Milano Malpensa in posizioni lusinghiere, per i tempi. Ieri, ad esempio, Malpensa ha fermato appena 10 voli (un’inezia, per le dimensioni dello scalo). Parliamo del 2% sul totale di decolli e atterraggi.
Inserito nella rete mondiale dei collegamenti, l’aeroporto non brilla alla voce puntualità. Più di un velivolo ogni tre arriva o parte troppo tardi (è successo 139 volte, ieri). Regge il colpo anche Roma Fiumicino che sabato ha segnalato solo 7 cancellazioni (l’1% dei movimenti).
Anche qui un risultato rassicurante se paragonato agli stop di Toronto (61), Francoforte (49), Londra Heathrow (38) e Amsterdam Schiphol (a quota 32). Gli scali europei, in affanno, lavorano ormai per limitare le partenze. Proprio Schiphol chiede ad American Airlines - gigante texano dei cieli - di non vendere più biglietti a luglio, con decollo da Amsterdam.
Sospiro di sollievo invece per i viaggiatori spagnoli ed europei nel fine settimana. Lo sciopero di Ryanair ed easyJet, molto temuto, non ha prodotto disastri. Appena 4 le cancellazioni a El Prat (Barcellona).
Sull’intero territorio iberico, si contano sei stop per Ryanair e nove, per easyJet. I sindacati Uso e Sitcpla si consolano con i ritardi record: oltre tre ore, ad alcuni gate di imbarco.
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