Andrea Galli per www.corriere.it
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Ha preso moglie e figlia 16enne a martellate, la prima sul divano del salotto e la seconda nel letto della sua camera. Dormivano Stefania e la giovanissima Giulia. Per ucciderle potrebbe essersi accanito anche con un trapano.
Era convinto di aver ammazzato anche il figlio maggiore, Nicolò. Poi è uscito in strada, ancora insanguinato, e davanti ai vicini che lo guardavano inorriditi ha detto: «Li ho uccisi tutti, bastardi».
Alessandro Giovanni Maja, 57 anni, l’ennesimo killer famigliare nella provincia di Varese, è un nome assai noto nel settore dell’interior design. Architetto conosciuto fino ad oggi solo per idee ed energia, mai fermo, anzi sofferente quando a corto di nuovi progetti, specializzato nella realizzazione di spazi architettonici non soltanto in Italia.
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Il suo studio, con sede sui Navigli, e composto in maggior parte da giovani, è un punto di riferimento per imprenditori e commercianti che vogliono vestire i propri spazi. Mondo del design che ora è sotto choc e attonito di fronte alla violenza scatenata nella villetta di via Torino, a Samarate. Lui si trova piantonato in ospedale, con varie ferite (ha tentato anche di darsi fuoco). Non ha risposto alle domande del pm di Busto Arsizio.
Il matrimonio in crisi
Maja – uno di quelli che parlano sempre, specie di se medesimi – aveva raccontato, nel suo ambiente, delle difficoltà nel suo matrimonio. Difficoltà che, se pure venissero confermate, non offrirebbero comunque giustificazione alcuna al progetto stragista che il 57enne ha quasi completato in questa villetta, né sfacciata né anonima, di Samarate. «Quasi», perché nelle sue intenzioni Maja voleva eliminare tutti i componenti della famiglia.
Cosa è successo
Maja avrebbe colpito i figli e la moglie nel sonno. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri avrebbe impugnato un martello (e forse anche un trapano) e si sarebbe accanito su tutta la famiglia, uccidendo la moglie Stefania Pivetta e la figlia 16enne Giulia, per poi scagliarsi contro il figlio 23enne Nicolò (grave trauma cranico).
I due ragazzi sono stati aggrediti mentre dormivano nella loro camera, la madre sul divano. Successivamente, ancora sporco di sangue, Maja avrebbe tentato di darsi fuoco.
I testimoni
«Era per terra, con le ferite che sanguinavano, col corpo metà dentro e metà fuori dalla porta di casa e diceva: “Li ho uccisi tutti, bastardi”», hanno raccontato sconvolte le vicine che hanno chiamato i soccorsi. «Lo ha detto con tono tranquillo, in apparenza non era agitato». E dire che fino al giorno prima i Maja sembravano «una famiglia da Mulino Bianco. Perfetta».
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